Capitolo 108: Sesto Anno: Mary, Mary

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Mary, Mary, where you goin' to?

Mary, Mary, can I go too?

This one thing I will vow ya,

I'd rather die than to live without ya,

Mary, Mary, where you goin' to?

Venerdì 5 Febbraio 1977

Il resto di Gennaio sembrò scorrere in un lampo, e Remus cercò solo di tornare alla normalità. La luna piena arrivò all'inizio del mese, e Remus minacciò di chiudere i Malandrini fuori dalla Stamberga se non avessero promesso di rimanere dentro questa volta. Alla fine sapeva che si sarebbe indebolito e avrebbe permesso loro di ricominciare a lasciarlo uscire, ma sentiva che avrebbero dovuto andare sul sicuro, almeno per un po'.

L'improvvisa distanza tra Remus e Sirius era dolorosa, e resa ancora più difficile dal fatto che la loro relazione (per quel che era) era sempre stata un segreto. Remus ricorse alla sua solita tattica, seppellendosi nei suoi studi, mentre Sirius si distraeva con Emmeline. Era imbronciato, Remus lo sapeva. E per una volta, non lo biasimava. L'intera situazione disordinata e strana dimostrò solo a Remus che dovevano smetterla il prima possibile. Stava diventando impossibile rimanere amici, e loro avevano bisogno di essere amici prima di ogni altra cosa.

Il problema era che Sirius non era più andato da lui da quella notte in cui avevano dormito nella sala comune. Remus era terrorizzato dal fatto che questo significasse che era già finita – che Sirius se ne fosse reso conto da solo, e avesse semplicemente scelto di fermarsi. E Remus non l'avrebbe permesso. Non poteva essere finita , senza che nessuno dei due dicesse nulla al riguardo. No?

Mi hai tenuto la mano. Voleva dirgli. Mi hai visto piangere.

Il giorno dopo la luna piena di Febbraio, Remus giaceva nel suo solito letto d'infermeria, meditando su queste cose. Aveva un taglio sul braccio, su cui Madama Pomfrey gli aveva detto di praticare i suoi incantesimi curativi. Era molto semplice, ma era così stanco dopo la sua trasformazione,

"Devi provare, caro", disse la medi-strega, senza simpatia, "Volevi essere in grado di prenderti cura di te stesso dopo le lune, quindi dovrai solo imparare a trovare la forza."

Pungolò il taglio, che comunque si stava già guarendo da solo, facendo un altro timido tentativo di curarlo. Niente. I segni che Livia aveva lasciato adesso erano diventati rosa pallido, e Madama Pomfrey pensava che sarebbero probabilmente svaniti, nel tempo, dato che non erano ferite magiche.

"Sei il benvenuto", lo chiamò, ora, dal suo ufficio. "Se hai intenzione di sederti lì a deprimerti... Vai a vedere i tuoi amici."

Remus non si preoccupò di dirle che erano i suoi amici - o meglio, un amico in particolare - per cui si stava deprimendo. Ma non ci ha pensò due volte quando lei gli detteil permesso di andarsene, così si alzò e si vestì in fretta, correndo fuori dall'infermeria,

"Ci vediamo martedì!" Disse, uscendo.

Era passata l'ora di pranzo, e quel giorno era rimasta solo una lezione - Cura delle Creature Magiche - per la quale Remus non era molto in vena. Era comunque avanti al resto della classe e nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. Scese lungo i corridoi senza meta per un po', ancora pensando a Sirius ed Emmeline, e a come avrebbe mai fatto... aspetta un minuto .

Si fermò e si accigliò, guardando il ritratto più vicino. C'era qualcosa di molto strano. Il dipinto raffigurava un anziano mago con i capelli radi e un pizzetto pulito che scrutava attraverso un grande telescopio dorato. Per qualche ragione, indossava un'enorme parrucca riccia rosso vivo. Non sembrava dargli fastidio - continuava a regolare il mirino sul suo aggeggio, mormorando piano tra sé e sé. Remus sbuffò e guardò la foto successiva.

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