Capitolo 113: Sesto Anno: La Scatola

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Le tribune di Quidditch di Domenica erano uno dei pochi posti in cui ti era garantito un po' di pace e tranquillità a Hogwarts. Remus era andato lì ogni settimana dal suo compleanno per assistere alla fine delle sessioni di allenamento spartane di James, e per avere una sua lezione di volo, dopo.

Questa mattina, però, mentre zoppicava sugli spalti, scoprì di non essere solo.

"Ciao, Lily," sorrise Remus, sorpreso, "Cosa ci fai qui?"

Lily si voltò e sbatté le palpebre su di lui, la bocca aperta in una piccola 'O' rosa, come se non si fosse aspettata nessun altro. I suoi occhi saettarono sul campo, poi di nuovo nervosamente su Remus, e fece un sorriso imbarazzato,

"Ciao! Ehm... stavo solo guardando Marls allenarsi. Sostegno morale e tutto il resto».

"Oh giusto. Ti dispiace se mi unisco a te?"

Lei sorrise e spostò la borsa, come per fargli spazio, nonostante le tribune fossero completamente vuote. Si sedettero in silenzio e osservarono per un po' la pratica. James stava addestrando i cacciatori e il portiere, quindi solo metà della squadra era lì oggi. Remus ricordava vagamente l'iniziativa delle 'sessioni di focalizzazione' di James, che era stata un sollievo per il resto della squadra di Grifondoro, perché significava che in realtà non dovevano esercitarsi tutti i giorni, anche se James lo faceva.

"Ehm... Lily?" Remus disse, dopo un po', "Sapevi che Marlene non si allena oggi?"

Si guardò le ginocchia, i capelli che le cadevano in un lenzuolo color rame davanti al viso.

"Sì." Lei sussurrò.

"Quindi sei qui per guardare...?"

"Non farmelo dire , Remus," sembrava sconfitta. Alzò la testa, spingendo i capelli dietro l'orecchio, "Vai allora, fallo".

"Che cosa?!" Remus era divertito. Prefetto Lily Evans, tutto si disfa. Sirius lo avrebbe adorato.

"Prendimi in giro, prendimi in giro, dimmi che sono una completa idiota..." sospirò, guardando il campo, "Lo so già."

"Non penso che tu sia un idiota solo perché ti piace James." Remus rise, dandole una gomitata gioviale, "Ma... voglio dire, è un po' divertente, dopo tutto questo tempo."

"Uffa, lo so." Lei gemette, "Non posso crederci."

"Lui lo sa?"

"No!" Lei lo fissò incredulo, "Mi piacerebbe assolutamente morire !"

"Perché?!" Remus rise di nuovo, "Non penserai che ti rifiuterà? Sperava esattamente in questa cosa da cinque anni!"

"Esattamente!" Disse, gesticolando selvaggiamente con le mani, allargando le dita in uno spettacolo di esasperazione. "Lo vuole dasempre, e io l'ho voluto solo per... ehm... beh, forse per un po', in realtà... ma neanche lontanamente così a lungo. Se mi arrendo adesso, è così intenso . Potrei spezzargli il cuore".

Si morse il labbro, continuando a guardarlo volare, fischiando e indicando con enfasi gli anelli della porta.

"Tu potresti." Remus fu d'accordo, "Ma penso che James Potter considererebbe un onore avere il suo cuore spezzato da te."

Lei sbuffò,

"Remus, onestamente, parli male quanto lui. Io non sono questo... non sono, la perfetta 'ragazza dei sogni' che sta entrando nella sua vita e rende tutte le cose di merda meravigliose. Non è una favola. Non sono una favola. Sono davvero fastidiosa. La mattina sono un completo disastro - chiedi a Mary - e odio perdere le discussioni, e grido quando sono arrabbiata, e mi cola il naso quando piango. Io non so nulla di Quidditch e non ho davvero voglia di impararne qualcosa,sai."

All the young dudesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora