Capitolo 141: Settimo Anno: Star Star

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Avrebbe potuto dirlo subito a James e Sirius, se avesse voluto. Avrebbero potuto interpretare l'eroe, godersi i riflettori ed essere la causa della loro gioia. Ma non lo fece. Si disse che era per preservare la privacy di Alexander Gordon, o per rispettare l'autorità della McGranitt. Ma la verità era che non voleva assolutamente averci niente a che fare.

Ovviamente voleva che Sirius fosse felice. Ovviamente non voleva essere un ostacolo alla felicità di Sirius. E ovviamente voleva che Grifondoro battesse Serpeverde nella partita finale; per James di avere il suo momento di gloria. Non voleva vedere Sirius punito per sempre per un errore che aveva fatto a sedici anni. Non voleva che il tradimento incombesse su di loro in quel modo, o che tirasse fuori tutto di nuovo. Eppure, c'era.

Remus aveva perdonato Sirius, nel bagno dei Potter due anni prima; aveva assolto un ragazzo veramente pentito con le mani insanguinate e gli occhi addolorati. Era stato prima che si capissero, prima di tanti altri bei ricordi, di cose belle che avevano cambiato la loro amicizia. Ma Remus non aveva dimenticato come si era sentito. Sirius poteva distruggerlo completamente senza nemmeno volerlo. Se non altro, Remus era ancora più vulnerabile a questo ora di quanto non lo fosse stato a sedici anni.

No, si disse Remus. C'era una differenza tra espiazione e vendetta. Sirius se l'era guadagnato.

Lunedì mattina, James ricevette un messaggio dalla McGrannit, che chiedeva di vederlo prima dell'allenamento di Quidditch. Corse via senza nemmeno finire la colazione: niente era più importante della partita finale. Marlene e Yaz iniziarono a speculare su cosa potesse essere, Peter e Sirius si chinarono sul tavolo con impazienza per unirsi a loro. Remus aspettò, sentendosi per metà soddisfatto e per metà qualcos'altro. Mentre la colazione stava finendo, la voce ovattata di James iniziò a provenire dallo specchio dalla tasca della vestaglia di Sirius.

"Padfoot! Padfoot! Campo da Quidditch! Ora!"

"Cosa pensi che voglia?" Sirius si grattò la testa mentre si alzavano dal tavolo.

"Oh, penso che ti piacerà." Remus rispose, criptico. "Vai avanti, sembra eccitato."

"Sai cos'è, vero?" Sirius lo guardò sospettoso.

"Forse."

"Non vuoi che ti accompagni a Cura delle Creature magiche?"

"Vado da solo. Vai! Fa in fretta!"

Remus non vide più James e Sirius fino a pranzo, ed entrambi stavano sorridendo da un orecchio all'altro. James aveva il programma di Quidditch pronto e stava segnando giorni di allenamento extra in modo che Sirius potesse tornare al passo.

"Avevi ragione," sorrise Sirius raggiante, praticamente rimbalzando sulla sua sedia quando Remus arrivò, "mi è piaciuto."

Remus ricambiò il sorriso. Bastava vederlo felice; e se l'amore era qualcosa che facevi, allora Remus sperava che fosse abbastanza.

"Di cosa sei così felice?" chiese Marlene, sedendosi di fronte ai ragazzi.

"Saluta il tuo nuovo battitore," esplose Sirius.

James rise, annuendo.

"Oh!" Marlene sorrise brillantemente: "Eccellente! Ehm... cosa è successo a Gordon?"

"Andato a casa." James rispose: "Non ho potuto chiedere."

"Ah. Beh, comunque," ​​Marlene scosse la testa, "E' fantastico, mi è mancato averti a guardarmi le spalle. Allora come mai la McGranitt te l'ha permesso? Pensavo fossi stato espulso per aver fatto qualcosa di indicibile...?"

"Oh sì", aggiunse Mary, mescolando del formaggio grattugiato nella sua zuppa di porri e patate, "Anch'io ricordo qualcosa del genere, cosa hai fatto?"

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