“Vi sposate!?” esclama, dopo la mia lunga pausa di riflessione.

“Oddio ma come fai? Sei un cane da tartufi?” rido. Annuisco felice.

“Non sarai mica..” non conclude la frase, ma capisco benissimo la domanda.

“Ti pare?” faccio un giro su me stessa, allargando le braccia. Con la mia magrezza ogni minimo cambiamento si noterebbe.

“Io chiedo comunque” dice serio. “Mamma era incinta quando ha sposato papà”

“E’ l’unico esempio che decido spontaneamente di non seguire” mi siedo accanto a lui, tirando su le gambe. Ripensare a loro, anche in un momento felice come questo, riporta a galla un senso di tristezza e malinconia recondito.

“Lisa?” mi richiama.

“Si, scusa pensavo” sbatto gli occhi un paio di volte. Gli prendo le mani e gliele stringo, portandole alle labbra. “Zayn, non riesco più a contenere la felicità” sento gli occhi cominciare a bagnarsi, ma non piango.

“Il mio topolino” mi abbraccia.

“Non osare” l’avverto. “Ho 19 anni, non mesi” gli do un simpatico schiaffo sulla guancia, dove la leggera peluria pizzica a tratti. “Non ti permettere di usare questo nomignolo in pubblico” ripeto, coprendomi il volto per la vergogna. Sento il viso andare in ebollizione.

“Come sei bella” ride, coprendomi di baci. “Posso fermare il matrimonio quando il prete dirà “chi non è d’accordo parli adesso o taccia per sempre?””

“Idiota!”

La seconda destinazione mi rende più ansiosa. Ogni passo che compio mi porta a lui, la mia ultima tappa. Aspetto in auto il ritrovamento della tranquillità perduta, con scarsi risultati. Mi decido a scendere nonostante le gambe molli e il cuore a mille, la saliva ridotta agli estremi e il cervello completamente sconnesso. Senza pensarci, giro tra le dita l’anello.

“Se ho interrotto il sonno o le coccole, ti avverto che non ho nessuna intenzione di andarmene” dico allegra, nascondendo la mano dietro la schiena appena la porta si spalanca.

“Ormai siamo abituati” fa l’occhiolino. “Chi dei due ti occorre?” mi segue mentre giro indisturbata per casa come fosse la mia.

“Veramente entrambi” mantengo il contatto visivo.

“Che succede?”

“Liam?” sfuggo alla sua domanda ponendogliene un’altra. Mi rivolge uno sguardo curioso, assottigliando lo sguardo.

“Siamo misteriose” sussurra con tono seducente. “Vado a bloccarlo prima che faccia il suo ingresso teatrale”

“Ingresso teatrale?”

“Nudo” dice in fretta. In realtà neanche lei è tanto vestita. Forse la prossima volta mi conviene fargli uno squillo, penso tra me e me.

“Allora” incomincia Liam. Sono entrambi seduti sul divano di fronte a me, mentre io occupo in punta la poltroncina. Liam porta un braccio dietro le spalle di Indiana e le bacia la tempia. Se non avessi Niall, potrei quasi morire d’invidia. Ho ancora la mano nascosta; se l’appoggiassi sulle gambe, probabilmente vedrebbero l’anello prima che apra bocca ed io voglio ancora tenerli un po’ sulle spine.

Avete mai pensato quante soluzioni possiamo sfruttare per dire una determinata cosa?
Per esempio, si può andare subito al sodo: ragazzi, Niall ed io ci sposiamo. Si può prendere la strada più lunga, trattando l’argomento con filosofia: dopo un accurato esame di coscienza, ho convenuto scegliere Niall, l’unico uomo che abbia mai amato. L’unico amore con la A maiuscola che non ho mai dimenticato, nonostante Harry. Ebbene, Niall ed io abbiamo deciso di proseguire il nostro cammino insieme, ora e per sempre.

E poi c’è la soluzione semplice, quella che non necessita di parole e che consiste in un semplice stiramento di braccio, il dorso della mano rivolto verso l’alto e lo sguardo acceso sull’anello, con un sorriso sul viso che va da un orecchio all’altro. L’unico gesto che semplicemente fa saltare la tua amica come un popcorn in padella.

“O mio Dio, vi sposate” urla, correndo ad abbracciarmi.

“Lasci qualcosa da stritolare anche a me?” si intromette Liam, tirandomi tra le sue braccia. “Oh Lisa sono così felice per voi” mi bacia più volte la testa, mentre io affondo il naso nella sua gola.

“Anche io lo sciono” dico, la bocca premuta sulla sua pelle. Non respiro più. “Oh, questo si che è stritolamento” butto fuori l’aria. “Veramente non ho ancora finito” aggiungo.

“Sei incinta?” dicono insieme. Sbarro gli occhi.

“Ma cos’avete tutti con queste gravidanze?
Per l’amor di Dio, no” rispondo. “Ho da chiedervi una cosa” . Sospiro.

“Indiana”

“Si?”

“Vorrei che fossi la mia damigella” annuncio.

“Ne sarei felice” mi porge le mani. “Dio Lisa, mi rendi così …importante” gesticola, incredula.

“Liam.
Vorrei che mi accompagnassi all’altare” dico a bassa voce.

“Io?” si indica, anch’egli incredulo.  

“Si” annuisco, sussurrando. “Ti prego non dirmi di no”

“Non ne ho intenzione” gli occhi gli brillano e non è mai stato più bello. “Ti accompagnerò all’altare. A te direi sempre si”.

Harry.

Il mio timore più grande. L’idea di avvicinarmi nuovamente a lui mi fa pensare alla cazzata che sto per compiere. Non ho nessuna intenzione di lasciarlo uscire dalla mia vita.

“Lisa” dice freddo.

“Ciao Harry. Posso, posso entrare?”

“Certo” risponde lentamente. Mi segue come un’ombra. Avverto il suo respiro sul mio collo quando mi fermo di spalle. Poggia le mani sui miei fianchi e le labbra sul retro della mia nuca.

“Harry non sono venuta per questo” quando mi giro, lo trovo a pochi centimetri dal mio viso. Ricordi del giorno precedente si fanno spazio nella mia mente e subito sento qualcosa muoversi all’interno del mio stomaco. Non passerà mai tutto questo e forse un po’ mi piace farmi ancora del male, ogni volta.

“Credevo di si” dice deluso. “Per cosa sei venuta allora?”

“Niall ed io ci sposiamo”

“Ah” risponde solo. “Tanti auguri”

“Harry aspetta” lo fermo. “Io… volevo- io volevo chiederti se volevi essere il mio testimone, Harry” dico tutto d’un fiato.

“No, non voglio.
Sai cosa fa il testimone, Lisa? Giura a tutti di conoscere l’amore che lega due persone ed io non sono sicuro di conoscerlo, dal momento che sei innamorata anche di me” sbotta.

“Harry, per favore non ricominciare” lo prego.

“Dimmi una volta per tutte che non mi ami, Lisa ed io sarò il tuo testimone”

“No”

“Dimmelo Lisa. Dimmelo” mi scuote.

“Non posso mentirti. Puoi chiedermi tutto fuorché questo”

“Fa l’amore con me” comanda. Mi sento venir meno.

“No Harry, non posso”.

“Allora non sarò il tuo testimone” incrocia le braccia al petto. Non ci posso credere, si sta comportando come un ragazzino viziato. Non mi aspettavo di certo che accettasse subito. La mia idea che si trattava di una cazzata si sta concretizzando sempre più. Senza più rivolgergli la parola, afferro la mia giacca e mi dirigo alla porta.

Ancora non si arrende e mi segue, ma poi si ferma prima che svolti l’angolo. Metto la mano sulla maniglia della porta, ma non l’abbasso. Qualcosa non mi fa muovere le gambe avanti, mentre la testa continua ad incitare il corpo ad uscire da questa casa. Sembra riuscirci quando finalmente l’aria fresca mi colpisce il viso, schiarendomi le idee.
Sbatto la porta dietro di me, percorrendo a falcate il poco tragitto che mi divide da lui.

Love Actually (#Wattys2015) // N.H.Where stories live. Discover now