Capitolo 31

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Canzone per il capitolo : She looks so pefect- 5 Seconds of Summer

“Abiti lontano?” mi chiede, sprofondando completamente nel sedile dell’auto.

“No”

“Come ti chiami?”

“Alice” gli sorrido, voltando lo sguardo verso di lui. Passa gli occhi una paio di volte su e giù studiando attentamente il mio corpo.

“Sei carina”. Mi sento improvvisamente avvampare.

“Grazie” mormoro, a bassa voce. Lascio che i capelli coprano momentaneamente il mio profilo, per metà già nascosto dalla semioscurità dell’abitacolo. Respiro veloce quando li sento spostarsi indietro, dopo l’orecchio. Libera con le dita l’orecchino da alcune ciocche di capelli che si erano incastrate all’interno.  Infilo velocemente la chiave per nascondermi ulteriormente. Il silenzio imbarazzante che regna in questo momento mi fa sudare, nonostante fuori ci siano dieci gradi.

“Allora, Alice” interviene. Pronuncia il mio nome con tono vellutato; mi convinco a pensare che sia frutto dell’alcol. “Sei stata mollata?” mi giro piano nella sua direzione, mentre se ne sta appoggiato con la schiena alla portiera con gli occhi socchiusi.

“Ti interessa?”

“Sinceramente no” apre soltanto un occhio e mi guarda.

“Bene” concludo.

“Era per fare conversazione” continua, scrollando le spalle.

“Bhe preferirei non parlarne. Se non ti dispiace” aggiungo, come volessi scusarmi. Ma chi ti conosce?! Mi ritrovo a pensare tra me e me.

“Va bene. Ti va se parliamo d’altro?” accendo la macchina e metto la prima, partendo con una lentezza esorbitante.

“Di cosa vuoi parlare?” fingo di guardare a destra e a sinistra solo per concedermi il lusso di sbirciare la sua figura lunga accanto a me; le strade sono praticamente sgombre.

“Sei fidanzata?” con la coda dell’occhio lo vedo sorridere in modo provocatorio. Allora è stronzo. Ha capito il mio punto debole senza neanche conoscermi.

“Ti interessa?”

“Cambia disco, mi sto annoiando” sbuffa, irritato. Falsamente irritato. Sta cercando di provocarmi, ma decido di non accogliere le sue provocazioni per non rispondergli male. Sono nervosa e il nervosismo conduce a pensieri cattivi.

“Ti va di fare un gioco?”

“Oh si, dai, giochiamo” il suo sguardo si illumina immediatamente, ovviamente interpretando male la mia richiesta.

“Non QUEL gioco, Harry” lo guardo male. “Non eri quello “Non ti metto le mani addosso, sta tranquilla sono fidanzato?””

“Chi si è permesso di dire che sono fidanzato?” allarga gli occhi. Non è così ubriaco, ma sa recitare bene. Ridacchio.

“Facciamo il gioco del silenzio, avanti”

“Non conosci giochi più entusiasmanti?” sbuffa. “Va bene, posso almeno respirare?”

“Se proprio devi” rido. Si addormenta poco prima di svoltare la stradina di casa.

“Harry” lo scuoto. “Harry” è completamente andato ed io sono troppo piccola per caricarlo sulle spalle. “Andiamo, Harry. Non posso lasciarti dormire in auto”.

Jay, ho un caso perso in auto. Per favore aiutami a portarlo dentro. Digito velocemente il messaggio e lo invio.  Attendo la sua risposta nel freddo abitacolo, chiudendomi il cappotto attorno al corpo. Quando il respiro pesante si trasforma in un leggero russare, sorrido.

Love Actually (#Wattys2015) // N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora