Capitolo 119: Settimo Anno: Ritorno a Scuola

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''Non potrei farlo'', Grant alzò le mani.

"Non per tenerli, ovviamente," disse velocemente Remus, "Me li ridarai. Ascolta, ho ancora un anno di scuola, poi verrò a cercarti e lavorerai nel pub di tuo cugino, giusto? Quindi puoi ripagarmi - quanto costa il biglietto?"

"Quattro sterline." Grant sospirò. "Anch'io avevo quattro sterline la scorsa settimana, ma io... ho persoi soldi. Non l'ho bevuto, promesso".

"Quattro sterline?! Te le posso prestare. Va bene."

"Sei serio?!" Grant lo fissò, sbattendo le palpebre.

"Certo," Remus annuì, accigliandosi leggermente, "Perché no? Faresti lo stesso per me."

"Io..." Grant scosse la testa, poi si premette il palmo della mano su un occhio, come sopraffatto dall'emozione. "Grazie, Remus. Sei un così bravo amico.»

"Faresti lo stesso per me," ripeté Remus.

Per la prima volta gli venne in mente che lui e Grant avevano in realtà la stessa età. Grant era sempre stato così intelligente, così scaltro e protettivo, che Remus lo aveva considerato più vecchio; più maturo. Ma aveva solo diciassette anni, e la vita era stata crudele con Grant quanto lo era stata con Remus. Forse ancora più crudele, perché dopotutto Remus sapeva in cuor suo che non sarebbe mai stato un senzatetto; non poteva mai essere solo mentre i Malandrini erano lì. Aveva bisogno di imparare a smettere di mettere le persone sui piedistalli; smetterla di aspettarsi così tanto da tutti.

Allora si fece avanti e abbracciò l'altro ragazzo, badando a non bruciarsi con la sigaretta.

"Quando sei diventato così alto, comunque?" Grant rise, soffocato sotto il braccio di Remus.

"Non farlo," ridacchiò Remus, tirandosi indietro, "Sirius mi prende in giro tutto il tempo."

"Sirius." Grant scosse la testa stupito, " Sirius e Remus . Maledetto inferno. È lui? Il ragazzo elegante che ti ha spezzato il cuore?"

"Ehm... sì. Comunque adesso va tutto bene."

"Lo so, amico Remus."

* * *

C'era tempo per Grant di mettere in valigia i suoi magri averi, e per Sirius e Remus di portarlo a fare colazione in un piccolo caffè nella stazione di Victoria.

"Mi farai ingrassare," disse a Remus, mentre sbeffeggiava il suo secondo bacon.

"Nessuna possibilità," disse Remus, pungolandolo nelle costole.

Sirius era stato tranquillo tutta la mattina - ma come non esserlo dopo una nottata terribile. Sembrava solo leggermente arruffato, i capelli un po' meno lucenti del solito, gli occhi un po' annebbiati. Remus poteva dire che era ancora affascinato dalle immagini e dai suoni della Londra babbana - solo che ovviamente non poteva spiegarlo a Grant.

Grant guardò Sirius con un'analoga cautela. Si scusò per il suo comportamento la sera prima e cercò di spiegare che l'avevano beccato in una "brutta notte". Sembrava più mite di fronte a Sirius, meno sfacciato - forse percependolo come un superiore sociale, e quindi moderatamente pericoloso. Remus ricordava bene quanto fossero stati alieni Potter e Black per lui, una volta.

"Voi due avete il vostro treno da prendere, eh?" disse Grant, spostando gli occhi su Sirius, poi su Remus.

"Sì, ma abbiamo tempo." disse Remus. "Ecco, voglio darti questo..." consegnò a Grant un pezzo di carta con sopra l'indirizzo deli Potter, "È dove vivo quando non sono a scuola. Mi manderai una lettera quando ti sarai sistemato? Una cartolina? Promettimelo."

All the young dudesWhere stories live. Discover now