Capitolo 32 pt.2

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Sunghoon era seduto ai piedi del letto, con le ginocchia rannicchiate contro il petto e la testa appoggiata pigramente nella conca che si formava tra di loro.

Aveva i capelli raccolti in una piccola crocchia spettinata sulla testa e gli occhi stanchi e rattristati che non lasciavano mai, pensierosi, il pavimento.
Con le mani giocherellava con i bordi del suo pigiama, mentre dietro di lui il ticchettare dell'orologio scandiva il tempo rimasto alla notte per scendere con incombente presenza su di sé, mentre il giorno della sua ultima e importante prova si avvicinava con inesorabile veemenza.

Era ormai arrivata la sera e dopo un'accesa discussione con sua zia, si era rinchiuso nella propria camera, sperando di non essere udito mentre il pianto incontrollabile gli percuoteva il petto con singhiozzi rumorosi.

Nell'ultimo periodo si era sentito triste, solo e completamente perduto nella laguna che era diventata la sua vita;
gli sembrava di vedere intorno a sé solo la presente e ferma umidità che si intingeva nella sua esistenza rendendo ogni attimo trascorso completamente privo di significato, come se il tempo si fosse cristallizzato e solo il suo corpo, distante dalla sua anima, continuasse a procedere nel susseguirsi dei giorni.

Era passato così poco, ma al contempo, tanto tempo da quando Jake se ne era andato e da quando la tela di colori sulla quale Sunghoon aveva ripreso a dipingere la sua vita, aveva perso tutte le proprie variegate tonalità, tramutandosi in un pastrocchio incomprensibile di grigio, nero e colori talmente scuri da non poter essere catalogati nella loro essenza pura.

Sunghoon era triste, forse anche un po' malinconico, ma più di tutto era stanco di essere solo.

Da quando Heeseung aveva chiuso l'ultima chiamata, non c'era stato più modo di contattarlo, nemmeno tramite i suoi genitori.
Il ragazzo aveva messo in chiaro la sua completa assenza di voglia di farsi raggiungere dal corvino, quasi fosse ormai inevitabilmente limpido e cristallino il suo desiderio di allontanarsi da quelle stupide ed insensate idee del pattinatore.

Sunghoon non aveva quindi più avuto scambi con il mondo esterno, se non qualche messaggio da parte di Jay e Jungwon che più di preoccuparsi di cosa stesse passando lui, sembravano preoccuparsi di dove Jake fosse sparito, eclissandosi dalla città senza dare nemmeno più un cenno della sua presenza in quel mondo.

Anche Sunghoon doveva ammettere di essere preoccupato; non sapere dove il maggiore si trovasse e se stesse bene era un pensiero che lo tormentava.

Non aveva più avuto notizie e sapere che anche ai suoi migliori amici era stato riservato il medesimo destino non lo aiutava a tranquillizzarsi e a prendere quel momento di separazione con una maggiore calma.

Ed ora, seduto in fondo al letto, incapace di dormire, avvolto da una galoppante e trepidante nube di travolgenti pensieri, non poteva far altro che domandarsi cosa sarebbe accaduto poi.

Non c'erano certezze sul suo domani, soprattutto adesso che gli sembrava quasi insopportabile l'idea di continuare a pattinare, e non c'erano nemmeno sicurezze legate alle sue amicizie e alle persone che aveva accanto a sé.

Si trovava solo, privato di ogni sogno, di ogni desiderio e di ogni appoggio.

Era fluttuante in un mare fatto di onde talmente calme da non dargli nemmeno la possibilità di spingersi verso riva.
Era immobile in un interludio che gli pareva privo della propria fine.

Aveva egoisticamente commesso tanti errori ed anche quando aveva imparato ad amare, ad appoggiarsi e ad apprezzare gli altri, lontano dalla solitudine del suo passato, era riuscito a ricrollare negli stessi sbagli che aveva ormai infinite volte commesso.

Sembrava quasi che la mancanza di comprensione, di sé e di chi gli stava attorno, lo avesse ringhiottito e trascinato indietro, in quel punto di partenza dal quale aveva fatto tanta fatica a staccarsi.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now