Capitolo 11

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Mi dispiace, ma dovevi aspettartela finisse così ragazzino"

L'uomo si era appena alzato e aveva un atteggiamento spocchioso ed arrogante, ma da un lato anche fin troppo gentile.

Jake non riusciva a capire esattamente come o quando tutto quello fosse accaduto, perché si sentisse così debole e perché si trovasse senza vestiti nel letto di un motel, ma c'era qualcosa in quel ghigno dell'uomo che gli faceva capire che in parte la colpa era sua.

"Io..." provò a dire; piccoli accenni di memorie del giorno prima tornarono a galla nella sua mente, in un flusso continuo di ricordi che gli facevano male.

Ricordava il club, la musica, la voglia di divertirsi; ricordava di aver bevuto un drink di troppo o forse un paio in più e ricordava di aver baciato delle labbra che sapevano d'amaro.

Si sfiorò le proprie con le dita di quella sua mano tremante, mentre una scossa di dolore gli percorreva il corpo e lo fece sobbalzare.

Era qualcosa di nuovo e non del tutto piacevole se unito poi alla mancanza quasi totale di ricordi stabili nella mente.

"Non prenderla sul personale ok? È normale vada così, uomini e donne non sono molto differenti, non dovresti fidarti troppo nemmeno del tuo stesso genere"

L'uomo era alto, aveva un aspetto del tutto normale, non troppo bello, ma nemmeno orribile, abbastanza maturo per essere negli standard di un ragazzino giovane come lui.

Eppure, lo guardava come se davanti a sé avesse una preda già squartata, completamente priva di carne rimasta da spolpare, solo ossa e poco più.

"Non è questo..." disse cercando di far uscire fuori un tono di voce pacato, ma che in realtà sembrò semplicemente tremare.

L'uomo si tirò indietro i capelli con una mano, alzando gli occhi al cielo e sospirando scocciato.

"Senti, non è probabilmente mio dovere e posizione dirtelo, ma dato che un po' mi fai tenerezza ti rivelerò un segreto" gli disse abbassandosi appena su quel letto;

c'erano solo coperte a coprire il corpo di Jake, le strinse con forza come a volersi proteggere dallo sguardo altrui, pur consapevole di aver fatto già anche fin troppo,

"Delle persone, a prescindere da tutto quello che fanno e ti dicono, non bisogna mai fidarsi, ne approfitteranno sempre, perché è così che il mondo gira, gli egoisti avranno sempre tutto, mentre quelli come te, così puri ed ingenui, saranno sempre quelli di cui ci si approfitterà" gli diede un bacio sulla guancia, come se fosse un contentino per una serata che nemmeno si ricordava più.

Jake rimase disgustato da quel gesto, trovandolo rozzo e completamente fuori luogo.

Mandò giù un boccone amaro, fermo in gola, ma non disse nulla e si limitò ad ascoltare, ancora incapace di mettere a fuoco tutta la situazione,

"Inizia ad imparare a non fidarti troppo di chi ti sta intorno e a pensare un po' più a te stesso e vedrai che queste cose non accadranno più, capito?"

Jake annuì, mentre l'uomo finiva di infilarsi la propria giacca e lasciava qualcosa- qualche banconota - sul comodino nella stanza estranea.

"Stammi bene ragazzino, non sei male per essere così giovane" aggiunse poi, andando verso la porta, ammiccando con un occhio e mostrandogli un sorriso pieno di malizia.

Oltrepassò la soglia e chiuse il portone dietro di sé.

Jake, rimasto solo, non sapeva cosa fosse successo, come fosse finito lì o come avrebbe reagito la sua famiglia a tutto ciò, ma sapeva di essere ormai spacciato e di aver dato via più di quello che nella sua vita si sarebbe mai sognato di dare.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now