Capitolo 25

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Ci vorrà più del previsto, la situazione non è irrimediabile, ma solo la fisioterapia non potrà riportare Sunghoon a camminare" il dottor Kim teneva tra le mani la cartella medica del giovane pattinatore e, sollevandosi di tanto in tanto l'inforcatura degli occhiali con le lunghe e affusolate dita, continuava a parlare e a sfogliare i fogli, camminando avanti e indietro per il salotto di casa Park.

Sunghoon sedeva in silenzio dietro di lui; lo sguardo fisso sulle proprie mani incrociate tra di loro e il respiro lento, mentre le sue gambe rimanevano appoggiate al tavolino che avevano appositamente posizionato di fronte al divano.

"E come dovremmo fare? Non c'è una maniera per.." la signora Park, raccolta in un'espressione penosa, era appoggiata con i gomiti sul tavolo di legno ed i suoi piedi battevano all'impazzata sotto quella lastra.
Si mordeva il labbro nervosamente e faticava a mantenere la concentrazione.

Quelle parole non erano quelle che aveva sperato di sentirsi dire.

"Le ho già detto tutto quello che era possibile dire signora Park, Sunghoon è stato fortunato ad uscirne praticamente illeso, ma la riabilitazione potrebbe richiedere anche dei mesi, se non addirittura degli anni" il dottore posò la cartellina che teneva tra le mani sul tavolone davanti alla signora, mostrandole indirettamente tutti i suoi contenuti.

Non c'erano lesioni gravi né celebrali, né al midollo spinale, ma la botta e il trauma psicologico avevano spinto Sunghoon in uno stallo dal quale sarebbe stato difficile uscire, se non con tanta forza di volontà.

Tornare a pattinare, poi, sembrava quasi una miracolosa utopia.

"E potete garantirci che poi sarà di nuovo in grado di gareggiare?" se si trattava di mesi, se non addirittura anni di alte parcelle mediche da pagare e controlli più che regolari, con visite stancanti e cure che li avrebbero ridotti all'osso del loro conto in banca, sperava almeno di avere la garanzia che il suo investimento potesse portare ad un buon fine.

Non che Sunghoon per lei fosse solo una questione di soldi, ma non potevano rischiare di perdere quei precedenti diciotto anni di duro lavoro per crescerlo ed istruirlo sulla strada per diventare un campione.

Il dottor Kim scosse la testa, sospirando pesantemente ed in maniera affranta disse:

"Non ci sono dati certi che ci permettano di assicurarglielo, potrebbe tornare a camminare, addirittura a pattinare, ma sarà dura che le sue gambe riescano a riprendere la stessa forza, mi dispiace" ed era davvero dispiaciuto, fin dentro al midollo.

Non c'era niente che lo rattristava e rammaricava di più che quella terribile sensazione di essere il portatore di brutte notizie.

Era sempre straziante vedere i piani e progetti di una vita di persone, care o sconosciute, cadere a pezzi come se le loro fondamenta fossero state bombardate.

La signora Park abbassò la testa prendendola tra le mani, sfregandosi gli occhi con le dita, e premendosi poi le tempie per ridurre quel tremendo mal di testa che la stava tormentando.

Intorno a loro la luce della cucina era fioca e il viso del dottore era messo in ombra dal grande lampadario.

Era un uomo alto e quel lume non bastava a dare luce a tutta la sua figura. Sunghoon, dietro di lui, non parlava.

"Non c'è nemmeno una possibilità?" senza tirare su gli occhi nemmeno per sbaglio, la signora Park pose quella domanda, cercando di remare contro la corrente, alla ricerca di un porto di possibile speranza nelle vicinanze di quella sempre più vicina cascata.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now