Capitolo 27

366 31 7
                                    

La notte placida in cui Sunghoon si alzò sembrava portare con sé un terribile presagio accompagnato da disconforto ed insofferenza.

Il naso colava appena, una goccia perpetua che sembrava non voler trovare la fine e i suoi occhi sbarrati non lasciavano che il sonno potesse avere la meglio su di lui.

Si issò con la schiena contro la testiera del letto, le mani che si accartocciarono tra le coperte leggere.

Non faceva particolarmente caldo, non più di quanto aveva fatto negli ultimi mesi, eppure il corvino sentiva un mantello di afa e sudore imperlarli ogni centimetro del corpo.
Era faticoso anche solo respirare.

Con le labbra secche e la gola che ne pareva lo specchio, cercò a tastoni la bottiglietta d'acqua che teneva sempre sul comodino di fianco al letto.

Solo legno, duro e solido, fu però ciò che incontrò senza scostare lo sguardo dal buio torpido che aveva intorno a sé.

Jake dormiva sereno, un respiro tranquillo e regolato dalle ore di sonno che lo avevano avvolto come petali intorno alla corolla.

Sembrava talmente placido da non poter parere reale.
Sunghoon gli volse solo una rapida occhiata, cercando di chiamarlo ma sentendo la voce morirgli in gola.

La sveglia lampeggiante indicava, in grossi numeri rossi scritti a caratteri cubitali, che erano appena passate le quattro di notte e, fuori dalla finestra, la completa mancanza di luci naturali, quindi non considerando gli sfavillanti lampioni che, come lucciole, tappezzavano lo sfondo notturno, sembrava essere la prova tangente di quella tarda ma al contempo giovane ora.

Sunghoon fece penzolare i piedi fuori dal letto, le piante che si adattavano perfettamente al pavimento fresco per dargli un fulmineo ma presente sollievo.

Sentiva i capelli appiccicati alla fronte e il collo madido di sudore, tutte sensazioni che insieme a quella mancanza di idratazione gli procuravano un dolore continuo e trapanante alla testa, congiuntamente anche a quella sensazione di disconforto e scomodità.

Senza pensarci troppo si mise in piedi, camminando verso l'uscita della stanza, senza fare troppo rumore.

La mancanza di Jake al suo fianco, quella notte, lo aveva destabilizzato; dormire da solo era qualcosa che non era più abituato a fare, soprattutto dopo quei mesi in cui il ragazzo era stato la cura alla sua insonnia e ai suoi perenni e tremendi incubi notturni.

Eppure, non poteva nemmeno cedere così facilmente alla tentazione.

La discussione che avevano avuto in macchina era stata più che sufficiente per creare una sorta di velo pesante ed impossibile da trapassare, che aveva fatto comprendere ad entrambi come fragile fosse in realtà quel loro rapporto.

Jake aveva bisogno dei suoi spazi e Sunghoon, a sua volta, doveva imparare ad arrivare a patti con i suoi.

Non poteva più fuggire dalle situazioni scomode per ragioni assurde e completamente insensate.

Nella notte avanzò senza troppi problemi, ormai abituato all'oscurità che si celava tra le pareti di quella casa.
La porta della cucina, quando vi giunse davanti, era accostata ed una luce tenue si rifletteva in cuneo sottile davanti al parquet del suo ingresso. Sunghoon, con una mano incerta, la spinse in avanti, spalancandola del tutto e sentendo una ventata di aria fresca arrivargli al volto.

La finestra era stata aperta a sua volta e la corrente del delicato venticello notturno lo aveva inondato con una tenacia non indifferente.

Le tende scure si allargavano, gonfiandosi, e ristringevano ad ogni piccolo soffio che spirava tra quelle fessure.
Sembravano grosse onde in un mare di cemento scuro.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora