Capitolo 31 pt.1

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NOTA D'AUTORE

Ho pensato fosse meglio dividere i capitoli in due da ora in poi per due ragioni principali: la prima è che tratteranno la situazione attuale da due punti di vista differenti, Sunghoon e Jake, con le loro difficoltà e i loro percorsi, in più mi sembrava anche una maniera grafica che potesse in parte riportare il significato di distanza e differenza, dividendo in maniera netta le due storie come se fossero davvero in momenti e luoghi differenti con emozioni e percezioni della situazione differenti.

Ah e poi, terza ragione meno filosofico-letteraria, così riuscirò ad aggiornare più spesso ^^

Spero che la storia possa continuare a piacervi anche così, un saluto ed un abbraccio!

Kia♥


Arrivando davanti alla porta di casa, Jake sentì tutta la stanchezza della notte precedente ricadergli sulle spalle.
Era stata una nottata complicata, alle prese con tante difficili decisioni e la terribile incombenza di trovare la maniera migliore per sfuggire ai morsi del freddo e della fame.

Fortunatamente, con l'arrivo della mattina e il sorgere del sole, dopo ore intere in mezzo alla tempesta, si era ritrovato a suo agio sotto il calore piacevole ed accogliente di quei timidi raggi mattutini.

Il viaggio in treno per Sydney era stato lungo e travagliato, cosparso di controlli di sicurezza e persone fin troppo piene di energia che non gli avevano lasciato prendere nemmeno un secondo di tanto bramato sonno.

Salendo l'ultimo gradino di quel familiare patio, fece scivolare il borsone lungo il proprio braccio, inalando l'aria marittima che lo circondava.

Era una bella giornata quella che lo sovrastava.
Il cielo era azzurro e il sole non era timido con la propria bellezza, splendeva potente scaldandogli la schiena, mentre trafficava con le mani lungo lo stelo della grossa pianta di fianco all'ingresso.

Ricordava sempre come sua zia fosse solita nascondere un paio di chiavi tra il fitto fogliame di quella pianta tropicale, in mezzo alle sterpaglie che la circondavano o sotto, verso il terreno.

Tastando ad occhi semi chiusi fu felicemente sorpreso di non essersi sbagliato, leccandosi il labbro secco per la disidratazione con celerità, attorcigliando poi le lunghe dita affusolate al freddo metallo delle chiavi e ritraendole verso di sé.

Quando la porta di ingresso fu sbloccata e la freschezza della grossa casa si riversò su di lui come un'oasi in mezzo al deserto, Jake tirò un lungo sospiro portando dentro quei pochi oggetti che teneva ancora con sé e beandosi del silenzio di quella vecchia casa.

La tenuta di sua zia era una tenuta modesta, non molto ampia come quelle ville che la circondavano, ma aveva la sua unica e preziosa bellezza.

Era alta due piani, con due stanze da letto, una cucina e quel meraviglioso salotto che si stagliava davanti a lui.

I mobili erano ancora esattamente come l'ultima volta che vi era stato, solo con qualche sottile strato di polvere ad accompagnarli nell'attesa.
Le finestre serrate facevano perfettamente comprendere che qualcuno era stato lì nei giorni precedenti o subito successivi alla morte di sua zia, forse per controllare che tutto fosse in ordine o forse semplicemente per prendersi cura della casa.

A stupirlo però fu la cucina, ancora completamente intatta dagli ultimi giorni che era stata abitata.

Quando Jake apparve su quella soglia un miscuglio di emozioni gli invase il petto ribaltandogli lo stomaco;
i piatti erano ancora appoggiati sul tavolo, vuoti anche se sporchi e in mezzo si piegava, incrinandosi nella sua appassita morte, una rosa dai petali ingialliti e il fusto debole.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now