Capitolo 12

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"Come sta?" era sera ormai quando Hyunjung rientrò a casa.

Sunghoon non era con lei, come poi Jake aveva già immaginato, ma la rilassatezza sul suo viso gli dava una spinta maggiore nel credere che le cose stessero andando bene.

"Bene" gli rispose con una stanchezza tangibile nella voce sottile;

Jake si alzò dalla sua posizione per andarle in contro ed aiutarla con la borsa pesante che aveva al collo.

Nel mentre gli lanciava sguardi di preoccupazione che non riuscì a farsi scivolare addosso con facilità.

"Lo dimetteranno domani, sta tranquillo, lo tengono dentro solo per osservazione questa notte"

E sebbene questa consapevolezza lo aiutasse un minimo a rilassarsi dallo stress accumulato e dalla tensione, una volta posata la borsa sul tavolo, non poté fare a meno di chiedere delucidazioni su tutta la questione.

"Cos'è successo?" la sua voce non aveva nessun particolare tipo di inflessione, ma le sue movenze parlavano da sé.

Era come se il suo corpo stesso stesse cercando di approfondire di più quella curiosità che fino ad allora aveva tenuto nascosta, incarcerata in un lato recondito della sua coscienza.

"Jake..." una parola detta come per chiedere di non continuare.

Rimase sospesa nell'aria mentre la donna si appoggiava alla sedia del tavolo, senza sedersi, ma limitandosi a godersi quell'attimo di riposo.

"Non voglio sentire scuse questa volta, non ho intenzione di muovermi da qui finché non avrò delle risposte" c'era già più tempra in quel suo modo di parlare.

Jake la guardò con astio sottile, pungente, cercando di spingerla a capire che se questa volta non avesse parlato, avrebbe fatto le proprie ricerche da sé.

La donna sospirò, visibilmente inasprita da quell'atmosfera che si stava venendo a creare e scuotendo la testa cercò nuovamente di congedare quel discorso che non era pronta ad affrontare.

"Jake, sai benissimo che questa situazione non è qualcosa che dovrebbe riguardarti" la serietà con cui si impose sapeva di completa mancanza di possibilità d'obiezione, ma Jake fece finta di non rendersene conto e stringendo le labbra la guardò con determinazione.

"No, io non so un bel niente, di questa situazione, di quello che è successo, delle cause, delle motivazioni, io non so niente e non lo so perché voi continuate a tenermi all'oscuro di tutto" si interruppe un attimo, tra uno sbraitare ed un altro, con la coscienza di essere stanco di aver a che fare con situazioni che non gli erano chiare, soprattutto quando in ballo c'era la vita di una persona a lui fin troppo cara; poi, dopo aver preso un respiro profondo, continuò,

"E va bene, capisco, sono fatti di Sunghoon, è la sua vita, sono i suoi problemi, ma abbiamo raggiunto un limite Noona" e quel limite era lì, davanti a loro.

Per lui Sunghoon era una persona importante, nonostante le proprie insicurezze e quel continuo cercare di tenerlo lontano per evitare di soffrire ancora come in passato, era comunque sicuro che il corvino avesse una parte fondamentale nella sua vita ormai, non poteva negarlo e odiava l'idea che lui potesse stare male senza un apparente perché,

"Mi è praticamente svenuto addosso e io ero terrorizzato, questa consapevolezza mi sta portando ad un limite per davvero, la paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver commesso degli errori e di poterli commettere ancora, io non ce la faccio più"

Nelle ultime ore, da quel pomeriggio in cui Sunghoon era stato portato via d'urgenza da un'ambulanza verso l'ospedale più vicino, fino a quel momento in cui non aveva tempo per logorarsi dentro sé voleva davvero ottenere una risposta, aveva continuato imperterrito a chiedersi cosa avesse sbagliato, se avesse potuto fare di più, se la colpa fosse sua o fosse solo una coincidenza il fatto che tutte le volte che lo provava ad aiutare finiva sempre per portarlo ad un limite così,

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now