Capitolo 29

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"Quindi mi vuoi dire che questo è il tuo primo natale?" Jake aveva il braccio allungato verso la punta dell'albero, i talloni sollevati e tentava in ogni maniera di riuscire a raggiungere la parte più alta del grosso abete, per infilare una delle tante decorazioni nel giusto rametto.

Sunghoon di fianco lo guardava divertito, un sorriso beffeggiatore sulle labbra, mentre cercava di non ridere per quanto il ragazzo sembrasse ridicolo in quella posizione;

"Mh" annuì con le braccia incrociate davanti al petto; intorno a loro si percepiva un'atmosfera diversa, più leggera e delicata, intrisa di odori dolci e di voci che canticchiavano.

Sunghoon era estraneo a tutta quella magica sensazione che quella festività riusciva a trasmettere e portare con sé.

Jake lo guardò con un occhio perplesso, mentre tentava ancora, inutilmente, di mettere la pallina al suo posto.

"In Corea si festeggia in maniera ricreativa, ma non ha mai avuto molto significato, per lo più si decora con qualche addobbo ma non gli diamo molta importanza" spiegò poi il corvino cercando di essere il più realistico possibile.

Era vero che in Corea c'erano diverse minoranze di popolazione che seguivano la religione cristiana, ma la maggior parte era di indole atea o almeno, se credeva, non credeva per forza nell'importanza delle festività.

Sunghoon non era mai stato un amante delle feste, tanto meno del Natale;
tutti gli anni lo trascorreva nello stesso identico modo in cui trascorreva ogni altro giorno: tra allenamenti e spuntini, mentre Heeseung continuava a ripetergli quanto sbagliato il suo atteggiamento, certe volte, potesse risultare.

"I coreani fanno pena" Jay apparve da dietro l'albero, il viso sporco di farina e le mani impiastricciate di qualche strana polverina colorata.

Jungwon, al suo fianco e nelle stesse identiche condizioni, gli diede un piccolo colpetto dietro al capo cercando di trattenersi dal volgere gli occhi al cielo.

"Ti ricordo che anche tu lo sei Jay" ribadì il ragazzino.

Jake e Sunghoon si lanciarono un'occhiata divertita, nel mentre il maggiore rinunciava nella sua impresa e si lasciava ricadere sui propri piedi, passando la decorazione nella mano del proprio ragazzo che gli sorrise soddisfatto.

"Nato coreano, ma cresciuto australiano, noi Aussie siamo decisamente migliori" con una pacca sulla spalla di Jake, Jay superò il gruppo di ragazzi e si lasciò ricadere stremato sul divano di quel salotto tutto decorato alla perfezione per un atteso Natale.

Era una stanza piccola, non molto ampia e non molto guarnita, ma dava, con le sue pareti giallognole e le luci soffuse, un'immagine di accoglienza e familiarità non indifferente.

Sembrava di vivere all'interno di un vecchio romanzo inglese degli ultimi anni del milleottocento, con qualche comodità in più ma con la stessa atmosfera da famiglia felice e contenta.

"Ti ricordo che sei nato in America quindi non dire cavolate" Jungwon seguì il suo ragazzo, raggiungendolo nello stesso istante in cui Sunghoon, senza troppa fatica, completava il lavoro che il più grande non era riuscito a portare a termine, facendo poi dondolare la pallina con un tocco di dito come a voler sottolineare la propria superiorità nell'adornare l'ambiente.

Jake lo guardò in cagnesco dandogli le spalle per guardare un attimo i loro due amici che insieme sembravano essere sul punto inizio di un litigio matrimoniale.

Seguendo lo sguardo di Jake, Sunghoon arricciò il naso contrariato.

"Dovevamo invitare anche loro due per forza?" sbofonchiò posando le lunghe dita affusolate sulla spalla di Jake che lo guardò di sottecchi senza però voltare il tronco del busto verso di lui.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now