Capitolo 8

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"Devi rialzarti, smettila di piangere, non andrai da nessuna parte così"

Hyunjung aveva un'espressione seria su quel volto da fata cattiva.

I suoi capelli, legati in una coda alta, sbattevano da una parte all'altra della sua testa man mano che si avvicinava slittando sui pattini, mentre Sunghoon, infreddolito e dolorante, cercava di trattenere le lacrime che chiedevano con esigenza di uscire dagli occhi.

Erano ormai anni che pattinava a livelli che all'inizio nemmeno poteva immaginare di raggiungere, ma la rigida disciplina impartitagli e la severità delle parole continuavano a lasciargli un peso non indifferente nel cuore tutte le volte che le udiva.

"Sissignora" era passato al livello agonistico solo da pochi mesi, ma già aveva fatto molti miglioramenti in campo di salti e trottole, sebbene spesso avesse qualche difficoltà a prendere la giusta ricorsa o distanza da un salto all'altro.

Il ritmo non era mai stato il suo forte.

"Alzati e ricominciamo"

Hyunjung non gli tese nemmeno la mano e, con non poca fatica, Sunghoon si rimise in piedi, rischiando di slittare più volte sul ghiaccio e mandando giù un boccone amaro, evitando di pensare al dolore lancinante della caviglia che, se non fosse stato per le fasciature sotto ai pattini, probabilmente avrebbe ceduto ormai da tempo.

"Devi mantenere il bacino ben bilanciato, se continui così finirai a cadere di nuovo"

Hyunjung continuava a dare istruzioni, incurante delle difficoltà del ragazzino.

Era suo nipote, lo sapeva bene, ma si era ripromessa di non essere intransigente sulla tipologia di educazione da impartirgli.

Se avesse voluto raggiungere il successo avrebbe dovuto imparare a cadere e non contare solo ed esclusivamente sulle proprie abilità, quanto invece sul duro allenamento e lavoro.

"Da capo" urlò e Sunghoon riprese a pattinare, seguendo perfettamente i giri imposti dalla coreografia del programma e cercando di eseguire con perfezione ogni singolo passaggio.

Le braccia cercavano di mantenere l'equilibrio, mentre con la stessa eleganza di rami di salice al vento, ondeggiavano seguendo le figure che componevano quel passaggio.

Aveva lavorato sodo per essere passato di livello, sia per poter stare sotto la tutela di sua zia, sia per poter dimostrare a sé stesso che valeva di più di quello che gli avevano sempre fatto credere di valere;

eppure, il cambio totale di insegnamento, quell'educazione così rigida e severa, continuava a lasciarlo con l'amaro in bocca e la costante sensazione di star sbagliando qualcosa, di essere in torto, di non dare il massimo e il meglio di sé, quando invece il suo corpo gli urlava di non essere in grado di dare di più.

"Quando ti prepari a saltare le braccia devono aiutarti a mantenere l'equilibrio, non a sbilanciarti di lato" gli disse scandendo bene i comandi e Sunghoon lasciò che le braccia lo aiutassero a rimanere stabile;

non c'erano regole esatte che gli impartivano con che agilità muoversi sulla pista, tanto meno che gli impartissero delle determinate forme di eleganza nel muovere gli arti, ma Sunghoon cercava sempre di usare il proprio corpo come un'estensione della sua mente, del suo spirito;

cercava di trasmettere la propria essenza nei movimenti e nelle intenzioni, riportando a galla una delicatezza ed una fragilità che ricordava quella di una statua di ghiaccio: un'opera scolpita finemente che si lasciava osservare con trasparenza e lucidità, ma che se sfiorata cadeva, frantumata, in un milione di pezzi.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon