Introduzione Alla Quarta Parte

236 26 2
                                    


Per molti capitoli ho parlato di come la vita debba essere condivisa, di come l'egoismo, che ci pare essere l'unica via di fuga al dolore, ci sia invece nemico nel superare le paure.

Ho parlato di come gli altri possano essere importanti per noi e di come i sentimenti ci aiutino a trovare la famigerata via di casa.

Per tempo ho scritto di quell'Holo a cui si tende, a quell'insieme fatto di pezzi ammaccati, dimenticati e di come sia difficile da raggiungere da soli.

Eppure, nonostante tutte le cose che ho nominato, ho aspettato fino ad ora per elencare l'ultimo punto di un intelrudio che sembra non terminare mai.

Paura, desiderio, amore.
Egoismo, Completezza, Addomesticazione.

Ed infine:

Comprensione.

La comprensione che nasce però da noi, dall'interno di quello che siamo, dall'anima recondita del nostro io.

Il proteggersi portato agli eccessi, ci porta a sua volta a dimenticarci degli altri e ad avere solo più paura.

Non si condivide, non si capisce, non si ama.

Eppure anche quando ci si apre e si va alla ricerca di quel rinominato Holo, anche in quel caso a volte si dimentica il vero punto di arrivo, ci si sofferma troppo sulle piccole cose e si smette di dare importanza al quadro generale.

Non si capisce più quali pezzi fossero prima quelli giusti ed ora quelli sbagliati.

Ed anche amare, adattarsi e cercare di capire gli altri, spesso si rivela, nei suoi eccessi, una trappola mortale.

Si dimentica quell'egoismo di partenza, quella protezione naturale e ci si espone, in tutte le fragilità, alle incombenze del futuro che si appresta ad arrivare sempre con più crudeltà, dilagnando la carne e ricordando l'uomo la sua follia ed ingenuità.

La comprensione sta dopo tutto questo.

Quando ci si rende conto che tendendo una mano si rischia di perdere un braccio, ma non tendendola si rischia solo di non trovare mai il proprio domani;
è in quel momento che si comincia davvero a pensare.

Per molto tempo ho sempre considerato il credere in sé stessi come la cura ad ogni malattia, quando umana come sono, anche io fatico a convincermi che sia una cosa possibile.

Ho parlato tanto di dare importanza alla felicità, di cedere una parte di sé agli altri e non chiudersi a riccio sulle proprie volontà.

Eppure ora sono qui, con un' incoerenza abissale, ad enunciare qualcosa che a primo impatto potrebbe sembrare completamente il contrario, ma che in realtà si rivela essere esattamente il filo che collega le perle di questa collana.

Bisogna affidarsi a sé, prima di scordarsi da dove si viene e dove si cerca di andare.

Amare è giusto, ma solo se il sentimento si bilancia tra quello che si ha e quello che si dà.
Se non si ama sé stessi, come si può amare gli altri.

Se ci si dimentica il sapore ed il gusto dell'amore, come si può pretende di farlo assaggiare a chi è vicino a noi.

Cercare la completezza è ideale, qualcosa che tutti dovremmo fare.

Ma come si può cogliere la felicità nella tristezza, la luce nelle ombre, il completo nell'incompleto, quando prima tutto non sappiamo coglierlo in noi.

Come si può proteggere qualcuno che nemmeno si rispetta.
Varrebbe la pena lottare con denti, unghie e fatiche per una persona che non apprezziamo, che non amiamo, di cui non ci fidiamo?

Quello che voglio trattare in questa quarta ed ultima parte di storia - non contando la parte finale - è proprio la necessità primaria, quella di non scordarsi mai da dove veniamo, chi siamo, cosa proviamo.

Come dice la frase cinese che ho affisso nella parte prima di ciò, le altre persone potranno sempre fare qualcosa per noi, ma i sentimenti che proviamo, i successi che raggiungiamo, la strada che facciamo, quella è e sarà sempre solo opera nostra.

È inutile scappare dall'inevitabile, perché tanto prima o poi vi ci si ricadrà in pieno, affogando nell'inconsistenza di un'esistenza che non ha ragione, se non quella di vivere e di farlo per sé.

Credo sia chiaro che a volte è normale affidarsi agli altri, trovare nelle persone che abbiamo accanto la luce che ci porti a trovare la strada di casa, ma quello che mai dovremmo dimenticare è che per ritrovare la via, le gambe che si devono muovere sono e saranno sempre solamente le nostre.

Vi auguro una buona lettura,

Spero il titolo di questa parte vi sia ora più chiaro,
Mi scuso per aver tenuto il fulcro della storia solo ora che siamo verso la fine,

Un grande abbraccio,
Sempre vostra
Kia <3

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now