Capitolo 17

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Quando Jake aprì la porta il suo viso era una maschera di lacrime ed un infinito dolore che nemmeno Sunghoon sapeva se sarebbe mai riuscito a sopportare.

Vedeva nei suoi occhi le più profonde delle paure; i mostri più feroci pronti a banchettare, a fare di lui il pasto più succoso di quel loro suntuoso simposio.

Sentiva la sua profonda quiete infrangersi in quel turbine tempestoso che era stata una notizia stravolgente, che aveva distrutto tutto di quel suo mondo utopico che era riuscito, con forza e coraggio, a compattare.

Se c'era qualcosa che ora Sunghoon sapeva di non poter fare era chiedergli di più di quello che sarebbe riuscito a concedergli.

Sollevò lo sguardo, squadrandolo con la stessa delicatezza e cautela con cui si osserva una fragile foglia cadere nel vuoto.

Sentiva tutto, ogni sua abissale e amplificata emozione.

"Ne vuoi parlare?" gli chiese, mandando giù un boccone talmente amaro che quasi lo soffocò.

Il volto del maggiore era rosso, gli occhi gonfi e i capillari che ne accerchiavano le iridi sembravano essere sul punto di esplodere.

Jake scosse la testa, senza che nemmeno una parola lasciasse la sua bocca; pareva fargli male anche solo il parlare.

Sunghoon aprì le braccia, dietro di loro la notte che si inoltrava nel suo periodo più oscuro.

Jake lo guardò con la stessa innocenza e innocuità di un bambino che aveva appena perso ogni singolo sogno, ogni speranza in un futuro, ma che nonostante tutto continuava a credere, a credere che ci sarebbe stato un domani, forse un giorno, equamente luminoso.

"Allora non ne parleremo, vieni qui" lo invitò Sunghoon.

Il corvino non sapeva cosa fare, per questo motivo lasciò che fosse il suo istinto a parlare per lui.

Jake non se lo fece ripetere.

Con un unico slancio dalla porta della loro stanza, ora immersa nel buio, illuminata appena dalla luce di una piccola abatjour sul comodino accanto al letto, si buttò tra le sue braccia, richiudendo le proprie intorno alla sua vita e seppellendo il suo volto sulla sua spalla.

Non ci volle molto prima che Jake si frantumasse in un milione di lacrime.

Sunghoon sentì tutto, il bagnato del suo pianto, il sobbalzare dei suoi movimenti ad ogni singhiozzo, ogni piccolo tremore, ogni piccolo frammento della sua anima disorientata che si spargeva nel suo cuore, venendo assorbito da quel poco di sé stesso che poteva ancora porgergli oltre quelle sue invalicabili, insormontabili mura.

Ci mise tutto quello che poté provare a dargli, ogni minuscolo rassicurante respiro, ogni stretta sempre più ferma.

Voleva fargli capire che ci sarebbe sempre stato, indipendente da tutto, lui sarebbe rimasto con lui.

Non era una persona forte, ma avrebbe usato ogni singola energia presente nel suo corpo per sostenerlo al meglio che poteva.

Strinse ancora di più quel corpo a sé, come se non fosse ancora abbastanza, come se solo la vicinanza potesse aiutarlo del tutto ad assorbire i suoi più profondi dolori, a domare quei demoni che non volevano lasciarlo andare e che probabilmente lo avrebbero perseguitato per tanto tempo ancora.

Non voleva vederlo soccombere, non ora.

"Fa male" un unico sussurro, così potente, così dolente.

Sunghoon sentì le lacrime salire anche nei suoi occhi e nascose a sua volta il viso nel capo del minore.

I loro cuori battevano all'unisono in quel lago di disperata angoscia.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now