Capitolo 23

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"Sunghoon?"

Jake rientrò intorno alle otto quella sera.

Fuori dalla finestra il cielo si era fatto sempre più scuro e gli sprazzi di luce rimasti tingevano appena quella meravigliosa volta celeste di infuocate sfumature di rosso ed arancio, creando un dipinto mozzafiato che riproduceva le emozioni più recondite dell'animo di ogni essere umano.

Sprazzi di luce in mezzo ad un mare di predetta oscurità.

"Sono qui" Sunghoon stava seduto su una delle sedie della cucina;
aveva gli occhiali accavallati sul naso mentre guardava la televisione accesa appesa dall'altra parte della stanza.

Portare le lenti a contatto tutta la giornata gli creava una non indifferente difficoltà e appena ne aveva l'occasione, insieme a cambiare gli abiti con qualcosa di più comodo, si spogliava anche di quei veli irritanti.
Quando Jake arrivò, fece scivolare le lunghe dita sul ponte del naso, riportandoli su per evitare che scivolassero via.

Il ragazzo, seguendo la familiare voce, si fermò sulla soglia della porta, accostandocisi ed osservando l'eccezionale bellezza del suo ragazzo.

"Come è andata con Jungwon?" Sunghoon spostò lo sguardo su di lui, le guance arrossate dal sole preso durante la giornata e gli occhi pesanti, stanchi, ma che riuscivano a riflettere la gioia nel vederlo arrivare.

Lo stava aspettando e, anche se con un po' di ansia nei riguardi di quello che si sarebbero detti da quel momento in poi, non poteva fare altro che essere felice che fosse di nuovo a casa con lui.

"Meglio del previsto, ha comprato una catenina a Jay che è davvero adorabile, spero gli piaccia anche se credo che la adorerà"

Jake iniziò ad avanzare, camminando con nonchalance e facendo scivolare rovinosamente il suo borsone al suolo, proprio accanto al tavolo, prima di approfittare della posizione della sedia del corvino - che era rivolta verso di lui e dava le spalle alla finestra - per salire a cavalcioni sulle sue gambe.

Con mani ferme e convinzione afferrò le stanghette degli occhiali del ragazzo davanti a lui, sfruttando le sue attente e abili dita per farli scivolare in avanti, lungo il volto, tirandoli prontamente via.
Lì richiuse subito, appoggiandosi sul tavolo e riportando gli occhi, stanchi ma felici, fissi in quelli di lui.

Per qualche secondo stettero in silenzio.

Le mani di Sunghoon raggiunsero la schiena di Jake e si chiusero, unendosi, intorno alla stoffa della sua maglietta, mentre il maggiore si beava, portando il viso nell'incavo della sua spalla, del dolce profumo d'erba fresca, salsedine e fiori di cui si era impregnata la pelle del più piccolo.

"Gli hai parlato di noi?" dopo qualche attimo di silenzio, Sunghoon propose quella domanda con titubanza.

Apprezzava la quieta ed il calore del corpo del più grande premuto contro il suo, ma aveva anche una voglia irrefrenabile di sapere di più della sua giornata e raccontargli, anche se con un pizzico di aspra titubanza, la sua.

Il suo petto tremò quando pronunciò quelle parole e Jake, scosso da quel movimento, allontanò il proprio capo dalla spalla per poter guardare il ragazzo negli occhi.

C'era curiosità e un immenso dubbio, oltre all'irrefrenabile voglia di sapere di più, nascosta, velata, sotto quelle iridi scure.

"Di noi?" ripeté assaporando il suono di quelle parole sulla sua lingua; sembrava così giusto, così inevitabilmente necessario,

"Sì, non la smetteva di fare domande, però è davvero felice e a dirla tutta lo sono anche io, non credo che mi sarei mai sentito a mio agio se il mio migliore amico non avesse accettato la mia relazione" ammise sorridendo appena.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now