Capitolo 18

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""Jakey?"

Quando Jake, silenziosamente, aveva tentato di sgattaiolare all'interno dell'appartamento, non si era aspettato di trovare sua zia, gambe incrociate e testa alta, a guardarlo dal basso, seduta sul divano; una strana espressione che mescolava delusione e preoccupazione a tingerle il viso.

Tutto il salotto era inghiottito dalla silenziosa mattinata, mentre fuori dalla finestra iniziavano in quel momento a spegnersi i lampioni ed il cielo si tingeva delle prime luci dell'alba.

"Zia, cosa ci fai sveglia a quest'ora?" chiese con allarme nel tono della voce, senza però urlare, tentando di spingere nell'anticamera dei propri istinti, soffocandolo, quel grido che stava per rilasciare.

"Cosa ci facevi TU fuori tutta la notte" ribatté la donna alzandosi con non poca difficoltà.

Era una signora anziana, i capelli cinerei che ricordavano un grosso e buffo gomitolo di fuliggine e cotone ed un'andatura instabile traballante.

Usò il braccio scarno per sostenersi al bordo del divano, nel tentativo di non cadere.

Jake grugnì tirando su con il naso a quella domanda.

Non aveva intenzione di riprendere nuovamente un discorso che avevano già trattato innumerevoli volte sin dall'arrivo della donna a Brisbane.

Non c'era motivo, dal suo punto di vista, per continuare a parlare di una cosa che tanto, a meno che non si fossero trasferiti, non sarebbe mai cambiata.

"Ne abbiamo già parlato..." borbottò, tastando il muro accanto a sé con una mano alla ricerca dell'interruttore che fece fatica a trovare.

Quando le sue dita entrarono in contatto con quel tasto di plastica lo fecero scattare.

Le luci del soggiorno rivelarono ombre ed oggetti tutti intorno a loro;
la donna continuava a fissarlo, occhi scuri dritti nei suoi e rughe aggrottate come se stesse pensando a qualcosa.

"Hai intenzione di continuare ancora tanto con questa storia?" sua zia non si mosse, tenendo ancora il braccio teso e scrutandolo con un'aria annoiata e giudicante.

Sembrava che lo stesse osservando nell'anima, alla ricerca di una nascosta e malsana intenzione alla quale attaccarsi per trovare nuovi argomenti per la sua persuadente tesi.

"Zia..." il ragazzo la riprese con tono scocciato.

Era stanco e non aveva davvero intenzione di inoltrarsi in un così arduo discorso di prima mattina;
era stato fuori tutta la notte e aveva sì e no toccato un pezzetto di cibo dal giorno prima.

Sentiva le sue energie venir completamente prosciugate man mano che quella discussione continuava sul suo cammino.

"Torni tutte le mattine che puzzi di alcool e di sesso, non hai nemmeno la decenza di farti una doccia prima di andare a dormire ed è tanto che io ti veda durante la giornata" osservò l'anziana signora con un cruccio in viso.

Sembrava essere esausta, ma non per via del sonno, ma per via di quell'atteggiamento che stava portando suo nipote a scordarsi di sé, a dimenticarsi completamente che anche il suo corpo possedeva una dignità e delle esigenze proprie.

Jake alzò gli occhi al cielo, facendo cadere il borsone che aveva al collo sul pavimento e grugnendo sfinito.

"Sai benissimo che lo faccio per lavoro, durante il giorno sono stanco, devo riposarmi o la sera non riesco ad essere in grado di..."

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now