Capitolo 13

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Hyunjung aveva le mani sul volante mentre la macchina sfrecciava lungo la strada ad una velocità tale da creare, fuori dal finestrino, un miscuglio di forme e di colori.

Sunghoon teneva gli occhi puntati all'orizzonte, mentre si reggeva con una mano la testa senza muoversi o pensare troppo a tutto quello che era successo negli ultimi due giorni.

"Gliel'ho detto, Sunghoon" Hyunjung non si mosse per informarlo della cosa, rimase con lo sguardo fisso, dritto sulla strada.

Sunghoon la imitò, senza mai scossarsi o dare segno di essere stato toccato dalla questione.

Se lo immaginava, c'erano stati ormai fin troppi motivi per rivelare la verità così come stava.

Sunghoon ne era completamente a conoscenza, ma non voleva immaginare quali avrebbero potuto essere le conseguenze, tanto meno voleva fasciarsi la testa e preoccuparsi troppo per qualcosa che aveva già visto arrivare.

"Mh" rispose soltanto in un mugugno, tornando poi a guardare lontano.

Il resto del percorso fu silenzioso e terribilmente solitario.

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"Sunghoon" Jake si alzò in piedi non appena Sunghoon entrò nella camera da letto.

Aveva sentito la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi e dei passi avvicinarsi lentamente e aveva cercato di rimanere il più calmo possibile.

Non aveva però avuto modo di nascondere con abbastanza velocità tutti i documenti che aveva preso dall'ufficio di Hyunjung e che ora, malamente raggruppati in un mucchietto, rimanevano impilati sui cuscini del letto dietro di loro.

"Non iniziare ti prego" Sunghoon era pallido, si vedeva che non era nelle sue giornate migliori.

Aveva letto alcune delle prescrizioni mediche e delle analisi e aveva capito, insieme ad un po' di ricerche, che a volte potesse essere normale avere degli sbalzi d'umore da una giornata all'altra.

Quel giorno Sunghoon sembrava particolarmente stanco, ma poteva anche essere dato dalla nottata passata in ospedale.

Jake lo guardò come a chiedergli se stesse bene, cosa intendesse e cosa volesse dire, ma il corvino non parve essere intenzionato a parlare.

"A fare cosa?" chiese allora il maggiore.

Era una giornata di sole quella; la luce che entrava dalla finestra colpiva in pieno le due figure riflettendosi anche sugli specchi appesi alla parete.

Un cuneo di luce apparve sul viso di Sunghoon quando fece un passo avanti, mostrando anche una profondissima voglia di non parlare e semplicemente scappare.

"A guardarmi come mi stai guardando ora" rispose, con lo stesso tono secco che aveva usato prima.

Sembrava quasi infastidito dalla situazione e Jake non capiva il perché.

Stava solo cercando di comprendere meglio le sue condizioni, di apprendere di più della sua malattia per aiutarlo come meglio poteva fare.

Eppure, ora sembrava davvero che la persona di troppo, nella stanza, fosse proprio lui.

"E come ti starei guardando?" Jake aveva ribattuto a tono.

Non aveva intenzione di farsi mettere i piedi in testa da Sunghoon con tanta facilità.

Se non fosse stato una buona giornata allora sarebbe bastata semplicemente dirlo, ne avrebbero potuto parlare, anche se una piccola parte della sua coscienza sembrava davvero volergli ricordare che non per tutti poteva essere facile dimostrare la propria sensibilità ed emotività.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now