Capitolo 3

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"La principessina è ancora una volta in mezzo ai piedi" erano tre i ragazzini in piedi davanti a Sunghoon.

Avevano le guance piene e gli occhi che parlavano da sé.

Disgusto, noia e una rabbia repressa che mandavano brividi lungo tutta la schiena del più piccolo.

Sunghoon era abituato a quel trattamento, era abituato ad essere guardato come se fosse un essere inferiore, come se non ci fosse niente di buono in lui.

Era una sensazione che non gli era estranea e, come tutte le volte, si limitò ad abbassare lo sguardo, coperto da quei grossi occhiali, giocando nervosamente con le proprie dita e sperando che facessero in fretta, che arrivassero al dunque e che fosse meno doloroso del solito e meno umiliante del normale.

"Cosa c'è che non hai capito? Spostati" uno dei tre ragazzini, quello più grosso e che puzzava di sudore e uovo fritto, si fece avanti spintonandolo dalle spalle, facendolo traballare indietro.

Incapace di mantenere l'equilibrio, in quella posizione tesa ed instabile, Sunghoon cadde per terra, sbattendo il sedere sul marciapiede e sentendo gli occhi iniziare a riempirsi di lacrime, malgrado cercasse con tutto sé stesso di non lasciarle uscire da lì.

"Non ci senti?" chiese un altro dei ragazzini.

Questa volta era quello più alto, dal viso spigoloso e un sorriso pieno di cattiveria sulle labbra.

Sunghoon non si prese nemmeno la briga di alzare lo sguardo, mantenendolo basso e sperando che finisse velocemente, che potesse finalmente essere lasciato in pace.

Riconosceva bene le loro voci ormai, per questo sentì lo stomaco chiudersi quando udì il terzo individuo parlare, riconoscendo quello più grande dei tre, un certo Kihyun, che tutti stimavano a scuola, ma che lui temeva più di quanto avesse mai fatto con qualcuno.

"Uh ora non riesci nemmeno più a parlare, cosa c'è non ci vedi nemmeno?"

"Magari dovremmo sistemargli gli occhiali" propose una delle tre voci e Sunghoon di istinto, appallottolandosi con le gambe al petto come era solito fare quando aveva paura, ansia o voleva sfuggire dalla realtà, afferrò con una mano i suoi occhiali, come a volerli proteggere da quello che stava per arrivare.

"Chi tace acconsente" ghignò uno di loro e Sunghoon si preparò come sempre all'impatto con i loro pugni, calci e, peggio di tutto, parole.

Ma non arrivò mai, anzi, un'ombra coprì la sua visuale e ben presto vide un altro ragazzino, del secondo anno probabilmente da come portava la divisa, pararsi davanti a lui.

Aveva i capelli abbastanza lunghi e arricciati e un'espressione di fuoco sul volto mentre parlava.

Sunghoon finalmente alzò lo sguardo quando lo sentì parlare con seccato tono.

"Lasciatelo stare" disse senza la possibilità di rimando, mentre stringeva le labbra in una linea sottile e arricciava il naso per il fastidio.

Uno dei tre ragazzini guardò il nuovo arrivato con sospetto, squadrandolo da capo a piedi e digrignando i denti malignamente.

"E tu chi saresti?" domandò, sentendo una pacca di Kihyun sul braccio come supporto morale, mentre il ragazzino, poco più alto di lui, sembrava non volersi muovere dalla sua posizione.

Sunghoon rifletté sulla possibilità di alzarsi o meno da dove si trovava, ma decise di rimanere per terra, per evitare ulteriori complicazioni.

Ci fu uno sbuffo e il ragazzo del secondo anno alzò gli occhi cielo.

"Lee Heeseung, ma potete anche chiamarmi quello che vi prenderà a calci" ribatté con sicurezza e schiettezza.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonWhere stories live. Discover now