Capitolo 114: Estate 1977: Parte 1

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"Oh, per l'amor del cielo, voi due, calmatevi..." Remus compose il numero di casa di Lily, riprendendosi il ricevitore di plastica nera. Suonò per un po', e lui sperava che avrebbe risposto Lily, e non uno dei suoi genitori.

"Buonasera, famiglia Evans?" Rispose una giovane donna.

"Lily?"

"Chi parla, per favore?"

"Ehm... Remus Lupin."

Ci fu una risata molto sgarbata, poi la persona dall'altra parte gridò lontano dal ricevitore;

"LILY! È per TE !"

Remus aspettò, spostandosi da un piede all'altro, Sirius e James che lo guardavano con impazienza.

"Grazie, Pet," disse la voce di Lily dall'altra parte.

"Non tardare, sto aspettando che Vernon chiami."

"Ciao?" La voce di Lily si fece più forte, direttamente nel telefono.

"Ciao Lily, sono Remus."

"Ciao Remus! Scusa, quella era mia sorella. Siete tutti pronti?"

"Sì, penso di sì. Pete se n'è già andato, credo. Siete pronte?"

«Mary e Marlene sono arrivate poco prima del tè. Eravamo d'accordo per l'una del pomeriggio, no?»

«Sì, l'una, appena fuori dal campeggio. Ho fatto prendere a James una mappa.»

"Oh bene."

"Bene."

James stava tirando la manica di Remus. Sospirò: "Ehm, Lily? James e Sirius non hanno mai usato un telefono prima, puoi parlare con loro per un minuto così mi lasciano in pace?"

Lily rise,

"Vai allora, o Pet mi farà fuori."

Remus si appoggiò allo schienale dei pannelli di vetro e guardò James e Sirius litigare al telefono, facendo a turno per gridare qualcosa a Lily e poi premere il ricevitore contro le loro orecchie e ascoltare con stupore. La notte cominciò a calare intorno a loro, e se qualcuno fosse passato di lì avrebbe visto tre ragazzi del villaggio che si aggiravano in una cabina telefonica, senza preoccuparsi del Mondo.

* * *

Sabato 9 Luglio 1977

La prima volta che Remus si smaterializzava fuori da Hogwarts sarebbe potuta andare un po' meglio, ma almeno non finì su un albero, come fece James. Finì, infatti, a circa mezzo miglio a sud del campeggio, sulla spiaggia.

Era già stato al mare in passato, durante i viaggi estivi a St Edmund - tre volte a Margate, una volta a Southend. Non poteva dire che gli fossero piaciute particolarmente quelle gite, o almeno non gli erano piaciute più di quanto gli sarebbe piaciuto stare seduto nel giardino sul retro del St Edmund. Erano luoghi affollati e rumorosi, pieni di bambini che piangevano e cani che abbaiavano e strani odori zuccherini e giostre dai colori vivaci.

Questa spiaggia era quasi deserta, fatta eccezione per alcuni bambini – puntini in lontananza, in realtà – che facevano volare un aquilone rosa e blu. La giornata era abbastanza calda, il cielo era azzurro e la sabbia soffice e gialla. Sapeva che avrebbe dovuto incamminarsi verso l'accampamento, per trovare gli altri, ma invece si sedette per qualche minuto, solo per guardare. Il mare non era verde, o blu brillante, come nei libri illustrati, era più di un grigio concreto. L'acqua ancora carina, scintillante sotto il sole di mezzogiorno. In lontananza, Remus riusciva a distinguere una lunga sagoma scura all'orizzonte. Quella era la Francia? Poteva essere. Poteva fingere che lo fosse.

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