Capitolo 11: Primo Anno: Compleanni, Libri e Beatles

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"Tra due settimane. Il tre. Devo andare a questo tè, però, Bella non scherzava sul fatto quando di conoscere delle maledizioni orribili."

"Faremo qualcosa dopo, allora. Qualcosa di bello, va bene?"

Peter e Remus annuirono con entusiasmo, ma una vocina nella sua testa, stava ricordando a Remus di come il tre fosse la notte di luna piena.

* * *

Fu così che Sirius compì dodici anni e Remus non fu lì per festeggiare con lui. Anche se dubitava che a qualcuno fosse importato. Dopotutto, il migliore amico di Sirius era James, e a Peter piaceva ancora pensare che James appartenesse un po' anche a lui. Remus sarebbe stato l'ultima ruota del carro, anche se non fosse stato costretto a rinchiudersi nella stamberga, dilaniato dal dolore. Quella volta, Madama Pomfrey lo aveva tentato con un sonnifero da prendere prima che sorgesse la luna, ma evidentemente non aveva sortito alcun effetto. E quel che era peggio, era riuscito ad infliggersi la cicatrice più grande che si fosse mai procurato fino a quel momento - proprio lungo la schiena.

Madama Pomfrey lo trattenne in infermeria per tutto il giorno, il che si era rivelata una scusa perfetta - aveva potuto dire ai suoi amici che si era sentito male, senza preavviso. Erano rimasti confusi sul perché Remus non li avesse avvertiti prima del fatto che stesse poco bene, ma se l'avevano bevuta comunque. Probabilmente, pensavano già che fosse un tipo piuttosto strano, e ormai prendevano per buona qualsiasi cosa uscisse dalla sua bocca.

Il compleanno, comunque, non gli sarebbe piaciuto. James aveva parlato con Madama Bumb e aveva programmato una lezione di volo speciale solo per loro tre durante l'ora di pranzo. Dopo cena, prima che Sirius andasse a cambiarsi per il tè con le cugine, James e Peter avevano guidato il tavolo dei Grifondoro nel tipico "Buon Compleanno" seguito dal "Perché è un bravo ragazzo". A detta degli studenti, Remus venne poi a sapere, avevano cantato "Nessun lo può negar!" a ripetizione, ogni volta più forte, finché la professoressa McGranitt non aveva minacciato di metterli tutti in punizione se non avessero smesso immediatamente.

Era ormai Novembre inoltrato e, mentre le giornate si facevano sempre più brevi, il castello diventava sempre più tetro. Passavano sempre meno tempo all'aperto, preferendo rimanere rannicchiati davanti al camino nella Sala Comune, a giocare a carte o a pianificare la loro vendetta contro Piton. Il quadrimestre stava per finire e i professori avevano cominciato ad assegnare più compiti del solito.

Ogni volta che Sirius e Remus riuscivano a staccarsi da James e Peter (di solito accadeva quando questi ultimi due erano in biblioteca), Sirius leggeva per lui. Avevano finito Storia della Magia in sole due settimane, e poi avevano cominciato ad alternare Guida alla Trasfigurazione per Principianti e Filtri Magici e Pozioni per il resto del quadrimestre. Aveva preso l'abitudine di leggere a voce alta anche quando i Malandrini studiavano in gruppo, sostenendo che la cosa lo aiutasse a concentrarsi. Tutto questo non faceva affatto piacere a James, che preferiva di gran lunga studiare in silenzio.

Anche se non avrebbero mai potuto coprire tutto il programma in così poco tempo, contro ogni previsione, i voti di Remus avevano cominciato a migliorare ad un ritmo impressionante. Apparentemente, Sirius aveva davvero avuto un'idea geniale. La capacità di Remus di immagazzinare e ricordare informazioni era sorprendente, e si ritrovò persino ad alzare la mano in classe per la prima volta in vita sua.

I voti di Sirius, d'altra parte, erano calati. Passava così tanto tempo ad aiutare Remus in segreto, che non era più riuscito a fare tutti quei compiti e quelle letture in più che erano stati il suo vanto all'inizio dell'anno. I suoi risultati erano mediocri, passabili e, per la prima volta, venne superato da James. James, ovviamente, non si era accorto di niente. Anzi, credeva di essere stato lui a migliorare le sue prestazioni.

"Ma se sei sempre in biblioteca?!" gli sussurrò Remus, dopo aver visto un "Accettabile" scritto sopra il saggio di Incantesimi di Sirius. "Credevo ci andassi per studiare." Da parte sua, Remus non aveva ancora avuto il coraggio di mettere piede in biblioteca. Il pensiero di tutti quei libri lo terrorizzava.

"Ma ci vado per studiare." rispose Sirius, senza perdere la sua allegria. "Solo...non queste cose qui." arrotolò il saggio e lo mise via. "Sto facendo delle ricerche sull'uso degli incantesimi cognitivi - sai, così puoi leggere da solo. Sono davvero difficili, di livello G.U.F.O. Ma credo di avercela quasi fatta. Non preoccuparti, Lupin, non sto mica prendendo insufficienze. E poi tutta questa roba è molto più interessante."

Ovviamente, Remus si sentiva terribilmente in colpa, e provava anche un po' di vergogna al pensiero che Sirius stesse dedicando così tanto tempo ad aiutarlo. Davvero non riusciva a ricordare un momento della sua vita in cui qualcuno si fosse sforzato così tanto per fare qualcosa per lui. Desiderò poter fare qualcosa - qualsiasi cosa - per ricambiare il favore. Ma tranne che per la situazione difficile in famiglia, Sirius sembrava non desiderare né volere mai niente.

A pensarci bene, c'era qualcosa che Remus avrebbe potuto fare per Sirius, una cosa a cui nemmeno James sarebbe arrivato - ma sembrava sciocco. Si trattava di mettere a disposizione quello che Sirius chiamava il suo "punto di vista babbano". Tutto era iniziato quando Remus aveva finalmente trovato il coraggio di chiedergli in prestito la sua collezione di vinili. Il ragazzo era stato più che felice di condividerla. Insieme alla scopa, che era rimasta a casa, i dischi erano la cosa a cui teneva di più.

Remus capiva il perché - aveva Introducing the Beatles, A Hard Day's Night e Help! - ma anche Abbey Road, Beggars Banquet e Sticky Fingers - "Mick Jagger deve essere il babbano più forte di tutti" aveva detto Sirius - due album dei Led Zeppelin - Remus non li aveva mai sentiti prima di allora, ma i ragazzi più grandi al St. Edmund ne andavano pazzi - aveva anche un LP di Simon e Garfunkel, nascosto tra gli altri.

A quanto pare, i maghi di solito non ascoltavano la musica babbana. Tutti i dischi di Sirius erano stati un regalo da parte di sua cugina Andromeda, la prima pecora nera della famiglia Black. Si era diplomata un paio di anni prima e aveva sposato un babbano.

"Non la vedo quasi mai" spiegò Sirius. "Almeno non dal matrimonio, ma ogni tanto mi manda un disco. Usa la posta babbana, così mamma non lo scopre - non sa come funzioni il servizio postale."

Nonostante fosse in possesso di una collezione impressionante per un ragazzino di dodici anni, la cultura musicale di Sirius era come sospesa nel vuoto e interamente scollegata dall'attualità. Non conosceva nessuna canzone dei Beatles che non fosse contenuta in uno dei suoi vinili. Non aveva mai ascoltato la radio, né visto Top of the Pops in tv, non aveva mai nemmeno aperto una rivista di musica. Proprio per questo, era completamente affascinato e rapito dalla cultura musicale babbana di Remus.

"Ma tu li hai visti davvero!" disse sbalordito, e con un certo timore reverenziale. "Li hai davvero visti mentre si esibivano!"

"Sì, ma non li ho mai visti dal vivo!" rispose Remus, a disagio.

"No, lo so, sul telefono." Sirius annuì, con l'aria di uno che sa di cosa parla. Remus trattenne una risata.

"Sulla televisione" lo corresse. "È una specie di quei quadri parlanti che avete voi. Solo che è in bianco e nero. E ho visto solo i Beatles - una volta hanno trasmesso gli Stones ma la direttrice ci ha fatto spegnere la tv, per via dei capelli."

"Perché, cos'avevano i capelli?"

"Erano troppo lunghi." Remus scrollò le spalle. "Diceva che avevano un'aria sporca."

"Ma i miei sono molto più lunghi" disse Sirius, accigliato.

"Sì, ma i ragazzi babbani non portano i capelli così lunghi, di solito."

"Non dirglielo!" disse Peter, prendendo in giro Sirius. "Adesso si raserà a zero." Lanciò una giobbiglia sul tabellone appoggiato sul pavimento - erano giorni che si intrattenevano pigramente con diversi giochi da tavola, cercando di insegnarne le regole a Remus. Questa andò a sbattere contro una biglia di Sirius, spazzandola via, e subito spruzzò un liquido dall'odore disgustoso. Sirius non riuscì a schivarlo in tempo. Peter sorrise. "Ben ti sta, babbanofilo!"

Sirius imprecò, a voce alta, e se ne andò per cambiarsi i vestiti.

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