Love Actually (#Wattys2015)...

By ZiamLover000

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L'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c'è: padri e figli, m... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16 - Prima parte-
Capitolo 17 -Seconda Parte-
Capitolo 18 - Terza parte-
Capitolo 19 - Quarta parte-
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
...Zayn....
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Epilogo
AVVISO

Capitolo 31

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By ZiamLover000

Canzone per il capitolo : She looks so pefect- 5 Seconds of Summer

“Abiti lontano?” mi chiede, sprofondando completamente nel sedile dell’auto.

“No”

“Come ti chiami?”

“Alice” gli sorrido, voltando lo sguardo verso di lui. Passa gli occhi una paio di volte su e giù studiando attentamente il mio corpo.

“Sei carina”. Mi sento improvvisamente avvampare.

“Grazie” mormoro, a bassa voce. Lascio che i capelli coprano momentaneamente il mio profilo, per metà già nascosto dalla semioscurità dell’abitacolo. Respiro veloce quando li sento spostarsi indietro, dopo l’orecchio. Libera con le dita l’orecchino da alcune ciocche di capelli che si erano incastrate all’interno.  Infilo velocemente la chiave per nascondermi ulteriormente. Il silenzio imbarazzante che regna in questo momento mi fa sudare, nonostante fuori ci siano dieci gradi.

“Allora, Alice” interviene. Pronuncia il mio nome con tono vellutato; mi convinco a pensare che sia frutto dell’alcol. “Sei stata mollata?” mi giro piano nella sua direzione, mentre se ne sta appoggiato con la schiena alla portiera con gli occhi socchiusi.

“Ti interessa?”

“Sinceramente no” apre soltanto un occhio e mi guarda.

“Bene” concludo.

“Era per fare conversazione” continua, scrollando le spalle.

“Bhe preferirei non parlarne. Se non ti dispiace” aggiungo, come volessi scusarmi. Ma chi ti conosce?! Mi ritrovo a pensare tra me e me.

“Va bene. Ti va se parliamo d’altro?” accendo la macchina e metto la prima, partendo con una lentezza esorbitante.

“Di cosa vuoi parlare?” fingo di guardare a destra e a sinistra solo per concedermi il lusso di sbirciare la sua figura lunga accanto a me; le strade sono praticamente sgombre.

“Sei fidanzata?” con la coda dell’occhio lo vedo sorridere in modo provocatorio. Allora è stronzo. Ha capito il mio punto debole senza neanche conoscermi.

“Ti interessa?”

“Cambia disco, mi sto annoiando” sbuffa, irritato. Falsamente irritato. Sta cercando di provocarmi, ma decido di non accogliere le sue provocazioni per non rispondergli male. Sono nervosa e il nervosismo conduce a pensieri cattivi.

“Ti va di fare un gioco?”

“Oh si, dai, giochiamo” il suo sguardo si illumina immediatamente, ovviamente interpretando male la mia richiesta.

“Non QUEL gioco, Harry” lo guardo male. “Non eri quello “Non ti metto le mani addosso, sta tranquilla sono fidanzato?””

“Chi si è permesso di dire che sono fidanzato?” allarga gli occhi. Non è così ubriaco, ma sa recitare bene. Ridacchio.

“Facciamo il gioco del silenzio, avanti”

“Non conosci giochi più entusiasmanti?” sbuffa. “Va bene, posso almeno respirare?”

“Se proprio devi” rido. Si addormenta poco prima di svoltare la stradina di casa.

“Harry” lo scuoto. “Harry” è completamente andato ed io sono troppo piccola per caricarlo sulle spalle. “Andiamo, Harry. Non posso lasciarti dormire in auto”.

Jay, ho un caso perso in auto. Per favore aiutami a portarlo dentro. Digito velocemente il messaggio e lo invio.  Attendo la sua risposta nel freddo abitacolo, chiudendomi il cappotto attorno al corpo. Quando il respiro pesante si trasforma in un leggero russare, sorrido.

Cosa ricevo in cambio del disturbo?

Un bacio, sulla guancia.

Non posso essere più fortunato?

Hai avuto già la tua fortuna. Io sono la tua fortuna… o forse tu sei la mia.

Sto arrivando.

Scendo dall’auto e stringo gli occhi quando un vento gelido notturno mi paralizza i sensi.

“Ma fa freddissimo” sbuffa, facendo uscire delle nuvolette bianche dalla bocca.

“Credevi fossi ferragosto?” rido, unendomi al suo respiro. “Carino il pigiama, Jay” lo indico, soffocando le risate.

“Non è per le occasioni ufficiali” si giustifica.

“E quali sarebbero le occasioni ufficiali?”

“Quelle che vedono noi due insieme” confessa. Nel gelo, sento le guance andare a fuoco. Per fortuna è abbastanza intelligente da non favorire ulteriormente il mio imbarazzo. Dovrei essere ormai abituata alle sue avance, ma penso che in fin dei conti non ci riuscirò mai.

“Allora, dov’è questo caso perso?” accenno all’auto. Si avvicina al finestrino e mette le mani a coppa per sbirciare all’interno. Si gira dopo una manciata di secondi, guardandomi torvo. “E questo chi è?” sorrido per la sua gelosia sfacciata.

“Harry” rispondo sicura.

“Harry” mi imita. “E sarebbe?”

“Oh, andiamo Jay”

“Hai un uomo in auto e mi dici Oh, andiamo Jay?” sussurra. Lo abbraccio affettuosamente lasciandogli un bacio sulla guancia.

“L’ho beccato al pub e mi ha chiesto di accompagnarlo a casa” spiego velocemente.

“A casa tua” annuisce. “Certo” risponde ai suoi stessi pensieri. “Mi sembra ovvio” fa per aprire la portiera, ma si ferma. “Sei fortunata ragazzina” mi punta l’indice “ che abito proprio accanto a te”.

“Ti prego Jay” rido, capendo le sue parole. “Dormirai beatamente stanotte, te lo prometto” gli spingo piano il braccio.

“Dormo a casa tua anche io”

“Cos è casa mia? Un condominio?”. Piega le labbra in un mezzo sorriso; forse dovrei dargli una chance. Potrebbe seriamente essere la mia fortuna. Decido di pensarci meglio domani, a mente riposata.

“Il gigante pesa” parla, visibilmente sotto sforzo.

“Aspetta, ti do una mano” mi affretto a bloccare la macchina e passo un braccio di Harry sulla mia spalla, mentre il mio circonda il suo bacino. Istintivamente, stringo il braccio di Jay vicino al mio corpo.

“Grazie, Jay” adagiamo insieme Harry sul mio letto. Quando, nell’oscurità della stanza, si fa più vicino, chiudo gli occhi. Sono sicura riesce ad ascoltare i miei battiti accelerati; fingo di pensare ad altro, qualsiasi cosa riesca a catturare la mia attenzione.

“Non dormirai con lui, vero?” sorrido, scuotendo il capo. Lo sento rilassarsi accanto a me, mentre noncurante mi stringe la mano incastrando le dita.

“Ti va di restare? I miei sono fuori e Alana già dorme. Possiamo vederci un film” allargo il sorriso, emozionata.

“Non pretendere che resti sveglio, però” ride. “Il tuo caso perso mi ha interrotto il sonno” sbadiglia. Mi sento terribilmente in colpa, ma in fondo il mio caso perso mi ha concesso il piacere della sua presenza.

“Ok. Mi cambio e arrivo” lo bacio e corro al cassetto della biancheria, scegliendo l’unico pigiama adatto all’occasione. Quella “ufficiale”, come la chiama lui. L’unico indumento lasciato riposare tranquillo in fondo al cassetto per anni, quello che non avrei mai deciso di indossare.

Il mattino seguente…

Getto una prima occhiata alla mia camera ancora chiusa e una seconda al salotto, dove angelicamente dorme Jay. Infilo una cucchiaiata di cereali con il latte in bocca e nel frattempo sorrido. Non ho mai dormito così bene. Ho persino sognato; non mi capitava da tempo.

“Buongiorno” Alana, mia sorella minore, stropiccia gli occhi e stiracchia le gambe dinanzi il corpo nemmeno fosse un cane.

“Ciao”

“Che ci fa lui qui?” indica il divano, riprendendo conoscenza.

“Abbiamo visite quest’oggi” ridacchio, continuando a mangiare.

“Buongiorno” a piedi scalzi, Harry ci raggiunge in cucina. E’ mezzo nudo; mi sono curata di spogliarlo ieri sera prima di raggiungere Jay. Non poteva dormire tutto vestito; non è igienico. Guarda mia sorella con fare interrogativo e lei ricambia lo sguardo. Anche Jay apre gli occhi in quel momento.

“C’è la riunione di condominio?”

“Voi chi siete?” chiede Harry. Mi diletto a guardarli porsi domande stupide a vicenda. Niente mi ha mai divertito tanto.

“Come, non mi riconosci?” mia sorella si avvicina a lui, ammiccando.  La squadra da capo a piedi.

“Ti prego, illuminami”

“Hai dimenticato la donna che ti ha fatto urlare ieri sera?” sembra seria quando lo dice. Fatico a trattenere le risate. Harry mi guarda, ma l’unico gesto che gli riservo è un’alzata di spalle.

“Tu?” la indica.

“Davvero non ti ricordi nemmeno di me?” Jay interviene. Ha deciso di divertirsi anche lui. Povero Harry. I suoi occhi saettano su di lui, spaventati.

“Ti sembro gay?” squittisce. Scoppiano a ridere tutti e due e anche io mi unisco a loro.

“Perché io ti sembro gay?” scuote il capo, avvicinandosi a me e circondandomi le spalle.

“Le uniche volte che qualcuno ha urlato in mia presenza è stato quando ho visto un film horror”. Alana. Il mio esatto opposto.

“Dio ti ringrazio” finalmente si rilassa. “Cazzo, siete così simpatici” riesce persino a ridere. Quando lui ride, io smetto. Dovrebbe essere concesso a tutti un sorriso così di prima mattina. 

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