Fix You. - Paulo Dybala.

By unpomifaridere_

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Rachele ha perso tutto sette anni fa. A 17 anni non ancora compiuti , in una strada del suo piccolo quartie... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 43.
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Capitolo 50.
Capitolo 51.
Capitolo 52.
Capitolo 53.
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Capitolo 56.
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Capitolo 62.
Capitolo 63.
Capitolo 64.
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Capitolo 66.
Capitolo 67.
Capitolo 68.
Capitolo 69.
Capitolo 70.
Capitolo 71.
Capitolo 72.
Capitolo 74.
Capitolo 75.
Capitolo 76.
Capitolo 77.
Capitolo 78.
Capitolo 79.
Capitolo 80. - Epilogo.
Avviso per chi ancora segue Fix You.

Capitolo 73.

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By unpomifaridere_

Non l'esordio che ci si aspettava.
Un pareggio per uno a uno , un rigore sbagliato di Messi e Paulo che non ha giocato nemmeno un minuto.

"Tia. "
La chiama Enrique quando finisce la partita , si è appena seduta , ha Milagros in braccio che ha rigorosamente la maglia con il numero 21 e la scritta 'Dybala'.

"Si amore ?"
Risponde lei leggermente sconsolata.

"Perché tio Paulo non ha giocato ?"

"A volte succede questo piccolo , la squadra ha tanti giocatori e non sempre tutti trovano spazio , magari Paulo gioca la prossima volta. "

"Ma nella Juventus gioca sempre. "

"Perché nella Juventus c'è più spazio per lui. "
Enrique non dice più nulla perché Paulo si è avvicinato alla tribuna , un amaro sorriso in faccia e fa segno a Rachele con i piccoli di scendere , Alina, Luca e Alicia con i fratelli usciranno prima dallo stadio e lo aspetteranno fuori , non possono andare tutti in campo e lo sanno che il miglior sostegno è quello che gli possono dare Rachele , Enrique e Milagros.

"Sei sicura che li vuoi tutti e due ?"
Chiede Alina.

"Per una volta amica mia goditi anche tu il viaggio , fai la mamma ininterrottamente da 7 anni a sta parte , te li curo io adesso , vai a berti un caffè e mangiarti un gelato tranquillamente."

"Sei il mio angelo Rachele , anzi tu e Paulo siete i nostri angeli. "
Risponde lei dando un bacio alla sua migliore amica ricambiando.

Quando scendono verso il campo Enrique non fa nemmeno il giro della transenna facendosi sollevare da Paulo prendendolo in braccio mentre Rachele con Milagros , che vigile sta guardando tutto il mondo nuovo intorno a lei , ha fatto il giro arrivando poco dopo di fronte a Paulo che stampa un bacio a Rachele , troppo bisognoso di quel contatto.

"Andrà meglio."
Esclama quando Paulo si appoggia con la testa fra l'incavo del suo collo e la sua spalla , lei gli accarezza dolcemente il collo e i capelli , sembrano davvero il ritratto di una famiglia , anche se in fondo lo sono.

"Sai anche tu che non é così. "
Risponde lui alzandosi e rubandole un altro bacio poi cominciano a incamminarsi verso il resto del gruppo.

"Non è vero. Troverai il tuo spazio Paulo , ne sono sicura. Sanno quanto vali. "

"C'è chi vale più di me. "

"Perché non credi un po' più in te stesso amore ?"
Sussurra lei frustrata fermandosi e fissando i suoi occhi in quelli di Paulo che sospira guardandola.

"Scusami amore , solo che odio non poter aiutare la nazionale del mio paese che amo immensamente come voglio."

"Ma tu sei il migliore tio!"
Esclama Enrique che ha ovviamente prestato attenzione a tutta la conversazione e ultimamente data la presenza di Alina , Alicia e tutta la famiglia di Paulo tendono a parlare solamente in spagnolo.

"Se lo dici tu allora è proprio vero. "
Risponde Paulo sorridendo e lasciando un bacio fra i capelli del piccolo che gli butta le braccia al collo facendo tornare subito il buon umore all'argentino che si è avvicinato a Gonzalo , Rachele lo saluta calorosamente e poi va da Leo , un po' più in disparte rispetto agli altri , Anto sta parlando con altre due ragazze mentre Thiago e Mateo si rincorrono insieme ad altri bambini.

"Hey. "
Sussurra piano Rachele avvicinandosi , Leo alza lo sguardo sorridendo e facendosi abbracciare da quella che per lui è come una sorella , un abbraccio un po' goffo perché c'è la presenza di Milagros ma un abbraccio che è comunque bellissimo.

"É colpa mia. "
Risponde sedendosi sull'erba , Rachele lo imita e sistema Milagros fra le sue gambe.

"No non è vero. Si vince e si perde in undici Leo. La Seleccion non è solo Leo Messi. Non è colpa tua per tutto.
Ti metti troppe responsabilità sulle spalle ma non sono solo responsabilità tue. E tu non sei solo. "

"Ho sbagliato il rigore però. "

"Una volta ho sentito  dire che i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.
E cazzo Leo complimenti per il coraggio io non ce l'avrei.
La gente sbaglia tutti i giorni.
Sbagliano i medici , i giudici , gli avvocati che è molto più grave di un rigore sbagliato no ?
Un rigore sbagliato puoi ritirarlo in un'altra partita. Ma se sbagli una diagnosi e fai morire qualcuno beh quello non lo puoi cambiare.
O se mandi in prigione qualcuno di innocente non potrai ridargli gli anni che gli hai rubato."
Leo sospira , sapendo bene che ha perfettamente ragione.

"Rachele hai sempre questa capacità di farmi vedere le cose da un altro punto di vista e non posso fare altro che ringraziarti.
Ormai non saprei più come fare senza di te."

"Fidati Leo , per me è lo stesso. "

-
Rachele non avrebbe voluto lasciare Paulo , sapeva l'avrebbe dovuto comunque lasciare a Mosca mentre lei con Luca sarebbe andata a Sochi ma si aspettava di farlo dopo una bella vittoria e dopo averlo visto giocare almeno qualche minuto.
Ma sa che anche Mario ha bisogno di lei e di Luca.
Che anche lui è famiglia e che rappresenta la metà delle loro origini, è il suo ultimo mondiale , è da solo e non se lo merita e anche Rachele sa di aver bisogno di lui in realtà , che in questo periodo più di ogni altra cosa ha bisogno del suo bel croato.
È così ora è nella stanza d'albergo di Mario , la maglia numero 17 ancora addosso , con gli scacchi bianchi e rossi , Luca é riuscito ad avere una stanzetta tutta per lui che gli ha recuperato Mario che ora dopo averlo salutato fa la sua entrata in camera , felice per la bella vittoria ed essersi piazzati primi nel girone.

"Devo ammettere che quella maglia ti sta proprio bene. "
Esclama Mario appoggiando un paio di cose sul tavolino e appoggiando accanto ad esso il borsone.

"Mai quanto sta bene a te bel croato."

"Che maglia indosserai per la prossima partita?"
Chiede Mario stendendosi accanto a Rachele sul letto che sta a gambe incrociate.

"Sono croata , indosserò la maglia croata come Luca mentre Milagros , Enrique e gli altri quella Argentina , è un bel miscuglio della nostra famiglia allargata e Paulo dice che possiamo mandare un bel messaggio , che si può andare d'accordo nonostante tutto e che essere diversi tante volte unisce."

"E' vero . E' un bel messaggio."
Mario sorride , appoggiando la testa sulle gambe di Rachele che sorride a sua volta accarezzandogli i capelli.

"Come stai?"
Chiede ancora il croato cauto.

"Meglio , davvero. Lontano da Torino mi sento meno soffocare."
Rachele è sicera, stare lontano da Torino la sta aiutando davvero , qualche giorno che è lontano da quella città dove tutto le ricorda Alice e già il peso sul petto sembra meno forte , anche se è sempre li.
Anche se sarà sempre li .

"Non è che stai pensando di lasciare Torino vero?"

"Ma sei pazzo ? Non potrei mai , nonostante tutto è casa mia . Sarà sempre casa mia. E poi figurati se me ne vado lontano dal mio bel croato."

"Ma se Paulo se ne andrà?"

"Paulo non se ne va."

"Se se ne andrà?"

"Non mi va di parlarne Mario per favore."

"Scusami , hai ragione , sono stato un'egoista , vieni qua , fatti abbracciare , mi sei mancata tanto."
Esclama Mario alzandosi e spalancando le braccia , braccia in cui Rachele si rifugia subito perchè sono da sempre uno dei pochi scudi che ha contro il destino a volte troppo infame con lei.

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