Fix You. - Paulo Dybala.

By unpomifaridere_

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Rachele ha perso tutto sette anni fa. A 17 anni non ancora compiuti , in una strada del suo piccolo quartie... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 43.
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Capitolo 51.
Capitolo 52.
Capitolo 53.
Capitolo 54.
Capitolo 55.
Capitolo 56.
Capitolo 57.
Capitolo 58.
Capitolo 59.
Capitolo 60.
Capitolo 61.
Capitolo 62.
Capitolo 63.
Capitolo 64.
Capitolo 65.
Capitolo 66.
Capitolo 67.
Capitolo 68.
Capitolo 69.
Capitolo 70.
Capitolo 71.
Capitolo 72.
Capitolo 73.
Capitolo 74.
Capitolo 75.
Capitolo 76.
Capitolo 77.
Capitolo 78.
Capitolo 79.
Capitolo 80. - Epilogo.
Avviso per chi ancora segue Fix You.

Capitolo 50.

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By unpomifaridere_

Rachele non riesce a realizzare nulla di quello che sta succedendo , il rumore di uno sparo , poi un altro , un altro ancora , suo fratello che si mette davanti a lei e crolla fra le sue braccia poco dopo , il sangue che scorre a fiumi , le sue urla e le sue lacrime , gli occhi incastrati in quelli di Francesco , che sta cercando di dirle qualcosa.

"No , no non parlare Fra , non parlare , mantieni le forze."

Sussurra Rachele fra i singhiozzi, accasciandosi con suo fratello fra le braccia e cercando di fermare il sangue.
Francesco la guarda , gli occhi pieni di dolore , gli scende una lacrima e poi si lascia andare .

Se ne va.

Per sempre.

E tutto ciò che esce a Rachele è un urlo straziante.

Un urlo talmente forte da straziare qualsiasi cuore .
Un urlo talmente forte da far tappare le orecchie per non dover ascoltare un così forte dolore.
Un urlo così straziante e pieno di dolore da poter far male a chiunque, anche a chi ha pietra al posto del cuore.

"No Fra no. Torna qua , torna da me , dove stai andando?"
La voce spezzata da lacrime e dolore mentre stringe suo fratello forte e lo scuote sperando apra gli occhi da un momento all'altro , che le dica che è stato uno scherzo.
Lo continua a stringere forte , imbrattandosi di sangue , fino a quando delle braccia non li separano , Rachele urla , si dimena , scalcia.

"Dove lo portate? Dove me lo state portando . Bastardi , me lo avete ucciso . "
Rachele sta gridando e piangendo disperata.

"Me l'avete portato via. "

"Non andare via Fra , per favore , non mi lasciare sola."

Le lacrime di Rachele hanno cominciato a solcarle il volto senza che lei lo volesse , sta fissando la macchinetta del caffè nella sala relax , appoggiata al muro dando le spalle agli altri , non sa nemmeno con che forza è venuto al lavoro.
Sono passati otto anni.
Otto.
Eppure l'urlo che Rachele ha fatto quella sera , alle dieci e cinquantotto se lo ricorda benissimo , le fa ancora venire i brividi , le fa ancora straziare il cuore.

"Non è da lasciare sola."
Sussurra Mario a Paulo , seduti entrambi sul divanetto della sala relax.

"Le sono stato accanto tutta la notte , piangeva e ha avuto attacchi di panico continuamente ,fino a quando alle quattro si è finalmente addormentata dopo aver vomitato , era esausta.
Poi si è svegliata , le ho preparato il caffè , l'ho abbracciata , l'ho baciata . Non parla , piange , fissa il vuoto e sta in silenzio."
Spiega Paulo osservando la sua fidanzata.
"Non sono bravo in ste cose Mario , sono quella che dovrebbe capirla meglio per la storia di mio padre ma non ce la faccio a fare nulla di giusto."

"Hai già fatto tantissimo , non è da tutti saperla calmare."
Mario gli appoggia la mano su una spalla , per confortarlo.

"Non sembra lei , così debole , così vulnerabile . "

"E' crollata. Oggi le è concesso , vedrai che da domani andrà meglio."
Paulo non dice più nulla perché tutta l'attenzione viene portata su Rachele che fa un sacco casino accartocciando il bicchiere di plastica in un pugno con una tale cattiveria da spaventare chiunque.
Paulo fa per alzarsi ma Mario lo ferma , lo ringrazia con lo sguardo e poi il croato va verso la sua migliore amica , che ancora stringe quel pezzo di plastica fra le mani , lo sta stringendo talmente forte che si è persino tagliata. Mario non dice nulla , glielo toglie dalle mani , buttandolo e poi prende un fazzoletto dalla tasca della tuta posizionandoglielo sulla mano , le prende l'altra mano trascinandola dietro di lui e andando verso l'infermeria dove chiede il kit di pronto soccorso a Rosa che glielo da senza problemi , Mario la trascina su un lettino facendola sedere , prende il cotone e il disinfettante e comincia a medicarle la mano, il taglio é un po' piú profondo di quello che sembrava ma nulla di che.

"Farti male ora non serve a molto. "
Esclama Mario buttando il cotone dopo aver ripulito tutto , poi prende una garza per fasciarla.

"Non volevo , è stato un momento di nervosismo , nemmeno mi sono accorta di quello che stavo facendo. "

"Perché sei venuta al lavoro Ra?"
Chiede Mario facendosi più serio una volta che finito di medicarla l'ha fatta alzare.

"Perché la vita deve andare avanti bel croato , nonostante tutto. "

"Certo piccola , ma stai andando avanti. Vai avanti tutti i giorni e guarda fin dove sei arrivata. Ma oggi é concesso anche a te crollare. Stare male e ricordarti del tuo dolore."

"Tanto qualsiasi cosa faccia oggi mi ammazza , venire al lavoro , stare a casa a piangere , tornare a casa. É uguale. La medesima cosa. Oggi vorrei chiudere gli occhi e risvegliarsi direttamente domani. "

"Lo so Ra , vieni qua , fatti abbracciare. "
Rachele si lascia andare fra le braccia del suo migliore amico, la cosa più simile a suo fratello che ha su questa terra.

"Mi manca tanto. "
Sussurra fra un singhiozzo e l'altro , tra le sue braccia.
É struggente vederla così, ha una tristezza e un dolore negli occhi atroce , é quasi impossibile riuscire a guardarla senza provare lo stesso dolore.

"Lo so piccola. Lo so. "

"C'era tanta gente da colpire. Tanta gente di merda , da spacciatori ,a tossici a puttane. Persino io.
Ma non lui.
Lui che era un angelo , lui che mi faceva da padre , madre e fratello.
Lui che mi aveva spronato in tutto nella mia vita.
Era mio fratello.
Era la persona migliore sulla faccia della terra , me l'hanno portato via. Senza un motivo.
Ed è morto fra le mie braccia , è morto guardandomi. E io quello sguardo non lo riesco a dimenticare , è lì impresso nella mia testa e fa male. Tutti hanno un bel ricordo come ultimo di mio fratello mentre il mio ultimo ricordo è di lui pieno zeppo di sangue che muore fra le mie braccia e mi guarda cercando di dirmi qualcosa che non è riuscito a dire e che non saprò mai  , mi ha guardato mentre stava morendo. E quegli occhi lì, con tutto quel dolore e quella sofferenza me li devo portare dentro per sempre.
Io.
Solamente io cazzo.
Ed è una cosa orribile. Non la auguro a nessuno Mario , a nessuno. Fa così male bel croato , fa così tanto male che se sparassero anche a me sentirei meno male. "
Mario la stringe cercando di soffocare i singhiozzi e il pianto disperato in cui si sta lasciando andare.
Non l'ha vista così nemmeno l'estate scorsa , quando una volta tornata dalla Croazia , beveva un sacco e cercava Francesco.
Era vicino il trentesimo compleanno di suo fratello ma in quell'occasione non emanava comunque tanto dolore.
Mario le è stato vicino , l'ha fatta smettere di bere e tuttora quando esagera un po' con l'alcol la monitora e la tiene d'occhio.

"Non é morto per qualcosa. Non é morto per un motivo. "
Ripete ancora stringendo Mario più forte , i singhiozzi intrattenibili mentre si lascia completamente cadere fra le braccia di Mario che si accascia a terra con lei.
E anche se Paulo in queste cose fa schifo è corso da lei , sentendo il suo dolore dalla stanza relax non ha potuto resistere molto.
Vederla così , a terra , fra le braccia di Mario a cui a suo volta stanno uscendo delle lacrime è un'immagine che lo fa vacillare.
E se non ce la facesse ?
Se non fosse in grado di sostenere tanto dolore ?
Per un solo attimo , uno solo , pensa di fare marcia indietro , andare dagli altri , fingere niente.
Ma non se lo perdonerebbe mai.
Rachele è parte di lui ormai , il dolore che prova lo sente anche lui su le spalle , lo sente anche lui addosso perchè Rachele era la sua parte mancante nel mondo , la sua metà.
Senza rendersene conto l'ha cercata e aspettata per tanto , tantissimo tempo.

"Amore. "
Sussurra piano Paulo accovacciandosi accanto a loro , Rachele incastra i suoi occhioni rossi di pianto in quelli di Paulo , vorrebbe dire qualcosa ma l'unica cosa che le esce é un singhiozzo , stringendo più forte Mario.
"Amore che ne dici se ti porto a casa ? Stiamo io e te in quelle quattro mura tutto il giorno, poi viene anche Mario appena finiti gli allenamenti e Alessandra ha detto che ci raggiunge. "

"Devi allenarti. "
Riesce a rispondere Rachele balbettando nel pianto.

"Ho spiegato la situazione ad Allegri e anche ad Agnelli , mi alleneró di più rispetto agli altri nei prossimi tre giorni e loro sono stati i primi a dire di andare a casa. "
Rachele non dice più nulla Mario l'aiuta ad alzarsi e la fa sedere su una sedia lì accanto , le lascia un bacio sulla fronte , sussurra qualcosa a Paulo che lo abbraccia e poi esce della stanza.

"Allora amore , andiamo ?"
Rachele annuisce ma quando fa per alzarsi barcolla e Paulo la prende in braccio a mo di sposa, vuole evitare abbia un crollo mentre vanno alla macchina e lei che si sente terribilmente stanca non fa obbiezioni, appoggiandosi al suo petto.

"Non sei sola amore , non sarai mai più sola. "
Le sussurra Paulo all'orecchio dandole un bacio sulla guancia e per la prima volta in questi otto anni , é un 22 Marzo in cui non si sente completamente persa e del tutto sola.

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