Willy Wonka||Johnny Depp (IN...

By Anita-Winter

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REVISIONE LENTA! Cover by: FrancescaGrasso4 «Pensi davvero che sia stata io a rubare le tue ricette segrete?»... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
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Capitolo 65
Capitolo 66
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Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90-In viaggio...
Capitolo 91-E ancora si litiga
Capitolo 92-Soqquadro
Capitolo 93-Il racconto di Lady Van Tassel
Capitolo 94-Scusami, sono un idiota
Capitolo 95-Il primo calcio
Capitolo 96-QUELLO MI SERVE!
Capitolo 97-Lo sparo
Capitolo 98-Il teschio
Capitolo 99-Voci
Capitolo 100-Bel caratterino
Capitolo 101-Passione Mattutina
Capitolo 102-Ho una speranza?
Capitolo 103-Non ho detto questo!
Capitolo 104-Vuoi sposarmi?
Epilogo
Nuova storia

Capitolo 57

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By Anita-Winter

Capitolo 57



Theresa rimase immobile, il suo riflesso scintillava sulle acque del laghetto che gradualmente si oscuravano come la notte che calava all'orizzonte.

In silenzio, ripeté mentalmente le parole che il cioccolatiere le aveva confessato di provare. Il nodo che aveva in gola si sciolse, il cuore le scoppiò nel petto e i suoi occhi non smisero neanche per un secondo di guardarlo. Tutte le sue paranoie si dissolsero e finalmente le labbra incresparono un sorriso.

Il cioccolatiere le accarezzò i capelli, accogliendola tra le sue braccia quando lei si gettò al suo collo per ringraziarlo. Ricevette un fugace bacio sulla guancia e altre parole di conforto non tardarono ad arrivare. Il canto dei gufi tra gli alberi e dei grilli nei dintorni rendeva l'atmosfera graziosa e quasi romantica, con la luna che si alzava nel cielo e le stelle che la circondavano per farle compagnia: erano tante, innumerevoli.

Willy e Theresa interruppero il loro abbraccio, si guardarono, sorrisero e poi accesero alcune lanterne intorno alla tenda per non perdersi nel buio. Successivamente, tornarono al laghetto per preparare il cibo che ancora non avevano provveduto. Non c'era bisogno di parlare o aggiungere altro, era perfetto così.

«Grazie» sorrise Theresa.

«Allora, che ne dici? Prendiamo qualche pesce?» sorrise a sua volta il cioccolatiere.

Theresa si offrì di dargli una mano e insieme si misero all'opera. Prima di tutto, dovettero recuperare i due retini che erano finiti in acqua. Tuttavia, il cioccolatiere decise di rendere l'impresa più divertente: tentò di catturare un pesce bello grosso con le mani, immergendosi nel laghetto dopo aver risvoltato i pantaloni.

Theresa decise di imitarlo, ma poco dopo fu presa da un attacco di risate, perché il cioccolatiere fu schiaffeggiato in faccia dalla coda del pesce.

«Ecco, pure lui sa che non ne hai avuti abbastanza di schiaffi» lo derise la ragazza.

«Farà una brutta fine!» sorrise il cioccolatiere.

«Povero pesce.»

Il cioccolatiere depose il pesce nel secchiello che avevano posizionato a pochi centimetri dal laghetto, chiuse il coperchio e tornò in acqua. Iniziò a giocare con Theresa, che cadde e tentò di vendicarsi.

Rimasero a giocare nell'acqua per un po', spingendosi, tuffandosi l'uno addosso all'altro e schizzandosi. Il campo era riempito dalle loro urla, dalle loro risate e persino dal freddo quando decisero di smettere e andare a mangiare. Si alternarono nell'utilizzare la tenda, anche se cambiarsi risultò un po' scomodo.

Il cioccolatiere ordinò a Theresa di andare per prima, approfittando di quel momento per alimentare il fuoco. Trovò anche un modo rapido per creare uno stendibiancheria con tre rami spessi, posizionato a pochi metri dalle fiamme crepitanti per consentire ai vestiti di asciugarsi.

Più tardi si dedicarono alla pulizia del pesce. Nonostante la fastidiosa sensazione di maneggiare le viscere, alla fine i pesci finirono sulla griglia a cuocere, emanando un delizioso profumo.

«Comunque trovo carini i boxer Wonka personalizzati» disse Theresa e il cioccolatiere sorrise, per nulla imbarazzato.

Depositarono una bella porzione per parte nei piatti, facendo a metà riguardo al pesce grosso preso dal signor Wonka.

Si intrattennero con chiacchiere e sorrisi durante la cena, discutendo dei boxer Wonka: erano color cioccolato con una grossa W dorata incisa ambo i lati. Theresa aveva allungato l'occhio mentre egli era in tenda, difatti, quando glielo disse, arrossì.

«Sei soltanto gelosa!» esclamò il cioccolatiere, mettendo su un finto broncio.

«Non andrò mai in giro con le mutande autografate!» ribatté Theresa.

Il cioccolatiere mese da parte la sua cena per solleticare Theresa, ridendo insieme fino a rimanere senza fiato.

*

Theresa uscì dalla tenda per distendere i muscoli: la schiena era dolorante, dormire per terra non era stato il massimo. Tuttavia, un sorriso le si increspò sulle labbra al ricordo della sera precedente, lasciando trasparire la sua felicità per come stavano andando le cose. Decise di cercare legna per il fuoco e preparò velocemente alcuni waffle per la colazione, conditi con il cioccolato Wonka che il cioccolatiere aveva portato con sé con orgoglio.

Il signor Wonka uscì dalla tenda prima che Theresa potesse raggiungerlo per offrirgli la colazione. Fu sorpreso di trovarla già sveglia, poiché sapeva che era una dormigliona, ma Theresa gli spiegò che doveva abituarsi a quel nuovo ambiente. Così mangiarono i waffle, scambiando solo qualche battuta, poi andarono a fare il bagno nel lago.

Trascorsero il resto della mattinata esplorando i dintorni: scoprirono alberi di mele e cespugli di fragole. Tra gli alberi notarono un'area pic-nic con due panche di pietra in mezzo a un bel prato verde. Curiosando, tornarono al punto di partenza.

Poiché era già ora di pranzo, prepararono due porzioni di un'insalata con verdure che il signor Wonka aveva portato nel frigo portatile. Quando tutto fu pronto, stesero una tovaglia rossa a quadri bianchi sul terreno e apparecchiarono: tovaglioli di stoffa bianca, piatti di plastica e acqua fresca da accompagnare al tè per chi lo desiderava. Come dessert, ovviamente , sfruttarono i dolci Wonka.

«Che vanitoso» scherzò Theresa.

«Sai, non dovresti borbottare» ribatté il cioccolatiere.

Theresa rise, dopodiché sedette con lui sulla tovaglia e si augurano buon pranzo.

Per quella serata non avevano grandi piani, così decisero di sdraiarsi e guardare il cielo per riposare le gambe dopo le sfide dell'intera mattinata: chi riusciva ad arrampicarsi più in alto sugli alberi o chi riusciva a trattenere più a lungo l'aria sott'acqua. Non c'era stato un vincitore, solo divertimento e sorrisi.

Il cielo sopra di loro era un intenso blu scuro, quasi nero. Un'infinità di stelle brillavano in tutto lo spazio. La leggera brezza notturna accompagna il canto dei grilli e il crepitio del fuoco alle loro spalle. Si coprirono con una semplice coperta dai motivi colorati, che ricadeva a metà sui loro corpi. Theresa utilizzò il petto del cioccolatiere come cuscino. Willy Wonka sembrava perso nei suoi pensieri.

Theresa se ne accorse quando alzò gli occhi e lo osservò in silenzio. Lo vide perso nel vuoto, con la sua bocca immobile senza emettere suoni né formare sorrisi.

«A cosa pensi?» gli chiese incuriosita.

«Cosa ti fa credere che io stia pensando?» le chiese il cioccolatiere.

«Il tuo sguardo.»

Il cioccolatiere ci pensò su un attimo, poi la fece spostare, si voltò a fronteggiarla, le accarezzò una guancia e, con molta serietà, liberò il suo cuore.

«Sto pensando se un giorno potrai mai amarmi.»

In quel momento tutto il resto non ebbe più senso.

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