Capitolo 97-Lo sparo

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(CAPITOLO NON REVISIONATO)

Capitolo 97

Lo sparo

Il piccolo nella pancia della mamma c'era ancora e la stava calciando debolmente

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Il piccolo nella pancia della mamma c'era ancora e la stava calciando debolmente.

In quel momento nei loro occhi si riflesse, dopo tanto tempo, la gioia di diventare genitori. Dentro al cioccolatiere nacque una nuova scarica di Endorfine, quella che lo spinse ad abbracciare il pancione della donna che amava per tranquillizzare il piccolo, per infondergli coraggio seppur gli mancasse in prima persona. Allo sesso tempo gli promise che non nulla lo avrebbe portato via, che se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

Theresa, la sua mamma, stava piangendo perché, in qualche modo, si sentiva responsabile di quella paura che suo figlio stava provando: il compito di una madre è proteggere il loro bambino... lei non lo stava facendo, si disse. Anzi, era caduta quasi di pancia, rischiando di fargli del male senza che lui gliene stesse facendo più di quanto lei stessa si stava arrecando pensando a quelle cose.

Pressoché i singhiozzi coprirono le chiacchiere del padre attraverso la pancia, quest'ultimo volse la propria attenzione a Theresa, che necessitava così tanto di un abbraccio che non gli diede modo di reagire. Lo spinse semplicemente verso di sé, stringendogli le braccia intorno al collo e chiudendo gli occhi con fare affranto.

Lui, inerme, le accarezzava debolmente la schiena.

«Che schifo di gravidanza.»Lamentò Theresa attraverso il pianto.

«Non è colpa tua.»Le disse il cioccolatiere con fare accusatorio verso le sue scelte: se l'avesse ascoltata prima di partire... «Farò di tutto per darvi giorni migliori... te lo prometto!»

«Basta promettermi, per favore.»Lo supplicò Theresa.

«Non sono capace di mantenerle, vero?»

«Semplicemente le accumuli e finisci con l'andare nel panico.»

Nel panico... Quante volte ci era caduto? Quante volte le aveva fatto del male? La più grande cavolata della sua vita era stata lasciarla andare via e trascinarla lì, in quei posti sperduti rischiando di portarle via quel che insieme avevano costruito con fatica.

Con gli anni Theresa si era sempre data della cretina perché, per ogni singola piccolezza, andava nel panico e dopo non sapeva come uscirne. Spesso gli chiedeva aiuto attraverso i silenzi, ma fu allora che comprese che non era lei a finirci da sola in quello stato, ma che spesso era lui stesso a spingerla perché faceva cose di cui poi, alla fine, non sapeva neanche fare e lei era lì ad assumersi i suoi casini per dargli una mano e saldare il debito.

Ora erano pari.

«Avevi ragione tu.»Le disse dopo un'esitazione di silenzio. «Questo non è il mio mestiere... Io sono solo uno stupido cioccolatiere.»

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now