Capitolo 95-Il primo calcio

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(CAPITOLO NON REVISIONATO)

Capitolo 95


Il primo calcio

Il cielo era divenuto una fitta macchia grigia sparata in alto, ventoso e tuonante, con saette e rombi che cadevano e rombavano in ogni dove

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Il cielo era divenuto una fitta macchia grigia sparata in alto, ventoso e tuonante, con saette e rombi che cadevano e rombavano in ogni dove. Il vento gravava violentemente sui volti, schiaffeggiandoli, gelando il naso e rendendo il respiro trepidante ancor più difficile. I capelli divennero presto un ammasso di stoppa scompigliata dalla foschia, il luogo funesto non conferiva stabilità né faceva presagire qualcosa di buono. E a dire il vero, alle loro spalle, di buono non c'era niente se non il male in agguato, giunto lì su comando per farli fuori e spezzare le loro vite. 

Il cioccol-agente era ancora in testa alla carrozza, con le redini in mano e il volto cinereo perché non c'era via d'uscita per salvarsi, per salvare la sua famiglia che tra poco tempo si sarebbe allargata. Costringeva efferalmente i cavalli a correre, frustandoli con le redini e non badando a fosse e arbusti che facevano traballare il veicolo dove, nel suo interno, tre persone si schiantavano l'uno contro le altre. 

Il cavaliere era dietro di loro, lì in sella a Temerario. 

Era partito dal mulino in una corsa sfrenata, avido di avere le loro teste. Spronava il suo destriero ad andare più veloce, costringendolo ad annaspare per le violente spinte che gli dava. Il respiro era sempre più grave, la paura a fior di pelle. Ma fu grazie a quella turbolenza che qualcosa decise di manifestarsi in Theresa, come un improvviso movimento inaspettato, che da tempo bramava nel profondo sentire. Eppure decise che se lo era immaginato, che non era accaduto nulla, che semplicemente era spaventata e la mente stava elaborando tante di quelle cose da non capirci più niente. 

No, non ebbe neanche il tempo di pensarci, perché i cavalli e la carrozza raggiunsero la parte più fitta dei boschi a Ovest, dove la nebbia stava facendo a gara col mal tempo per vedere chi riusciva ad ottenere più inquietudine nelle sue vittime, incappate in lui per un possibile riparo. E lei, fragile e da sempre fifona, divenne egoista a tal punto da non voler entrare lì dentro, altresì preferiva morire. Perché tanto quali possibilità avevano di salvarsi?

«DOVE STAI ANDANDO?»Gli chiese, sbucando la testa fuori dal finestrino. 

«OVUNQUE TRANNE QUI!»Le rispose egli di rimando. 

«STAI ANDANDO NELLA PARTE PIU' FITTA, WILLY!»

Il cioccol-agente non rispose. 

«HO PAURA!»Insistette Theresa. 

«PENSI CHE IO NON NE ABBIA?»Esclamò lui di rimando. 

Theresa non ebbe più il coraggio di ribattere: le era bastato guardarlo appena negli occhi per capire che, seppur volesse proteggerli, era spaventato tanto quanto loro. E di certo il suo egoismo, la sua continua voglia di urlare, di prendersela con lui non lo aiutava. Anzi, finiva col farlo innervosire di più, facendogli perdere la calma, inducendolo ad inveirle contro. Pertanto sedette sul tessuto in velluto scuro per meditare su quanto fosse inutile, una piega e... Cos'era stato? Aveva sentito un movimento... quello che aveva immaginato...

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora