Capitolo 82

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Capitolo 82


Theresa si perse nello sguardo serio del cioccolatiere. Tentò in tutti i modi di cogliere una burla da parte sua, quasi come se si aspettasse che avesse fatto una battuta per farla ridere. Ma si rese conto che non stava mentendo, che nel dirle quelle cose le sue guance erano diventate rosse e che, per scacciare l'imbarazzo, aveva sorseggiato di fretta dell'acqua.

Il cioccolatiere, completamente a disagio, cercò di cambiare argomento, scusandosi per quanto detto. Ma ciò che è fatto è fatto e la ragazza non sembrava incline a cambiare argomento.

«Cosa significa quello che hai detto?» gli chiese.

Il signor Wonka avrebbe tanto voluto dirle la sincera verità, quella che le stava quasi per dire, ma le parole gli morirono in gola. Proprio non riuscì a dirle che l'amava così tanto da volerla sposare, che degli altri se ne importava e che nessun commento negativo gli avrebbe fatto cambiare idea.

Lei attese. Attese che il cioccolatiere rispondesse alle sue domande, desiderosa di sentirsi dire che anch'egli l'amava incondizionatamente. Eppure il cioccolatiere tacque; piuttosto la supplicò con lo sguardo affinché si parlasse d'altro e Theresa, comprensiva, gli sorrise solidale.

Più tardi, quando furono a letto, l'uno tra le braccia dell'altro e avvolti dalla notte, Theresa non poté fare a meno di chiedergli: «Tu vorresti sposarti un giorno? Non sembri il tipo da matrimonio...»

«Non lo sembro infatti» ammise egli. «Ma lo vorrei tanto. Vorrei sentirmi completo, non più solo.»

«Ma non sei solo, ci sono io...»

«Lo so» le sorrise il cioccolatiere.

Theresa continuò a insistere, perché non ne aveva ancora avuto abbastanza.
«Promettimi che un giorno ci sposeremo» gli disse; lui la guardò stupito. «Anche se dovessero rimanere soltanto parole.»

«Te lo prometto» sorrise il cioccolatiere.

Non seppero mai se quella sera si fossero fidanzati o se sarebbe successo qualche altro giorno, tuttavia si addormentarono felici, perché nonostante tutto erano lì a sostenersi a vicenda.

La notte trascorse lentamente, quasi non voleva passare.

Theresa si svegliò un paio di volte per andare in bagno; nel farlo, sbirciò l'ora e questo le rese difficile prendere sonno, poiché pareva che il tempo si fosse fermato. Lui, invece, dormì come un ghiro, russando apertamente: doveva essere molto stanco.

Theresa fu tentata di dargli un calcio sotto le coperte per farlo smettere, ma alla fine lo lasciò perdere, nascose la testa sotto al cuscino e fece in modo di riaddormentarsi.

Il mattino seguente, quando la sveglia suonò per la seconda volta, il cioccolatiere la afferrò dal comodino e la gettò contro il muro, schiacciandosi il cuscino sulla testa e tornando comodamente a dormire.

Theresa, che era già quasi pronta, gli tolse le coperte di dosso, mise via il suo cuscino e lo scosse così forte sino a farlo svegliare. Personalmente, lo spinse giù dal letto nonostante egli avesse protestato di avere ancora sonno.
«Basta dormire, cioccolatiere!» lo apostrofò. «Vedi di darti una mossa!»

«Ma Theresa!»

«MUOVITI!»

Il cioccolatiere non ebbe altra scelta che darsi una mossa: non poteva competere con Theresa, perché tanto gliela dava sempre vinta.

Quando il cioccolatiere uscì dal bagno, Theresa sospirò. Ma dove credeva di andare vestito così? Aveva indossato un vestito viola con la tuba sulla testa. Era bello sì, ma era adatto per andare a lavoro, non in vacanza.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now