Capitolo 94-Scusami, sono un idiota

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(CAPITOLO NON REVISIONATO)

Capitolo 94


Scusami, sono un idiota

Il cioccolatiere era accanto a lei, alla sua bimba, quella che distrattamente si era lasciato indietro senza rifletterci su

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Il cioccolatiere era accanto a lei, alla sua bimba, quella che distrattamente si era lasciato indietro senza rifletterci su. In sé stava provando una tale stizza da bramare farsi testa al muro ripetutamente, fin quando non sarebbe morto dissanguato per tutte le cavolate che aveva compiuto. Ma l'altra sua parte, quella che ognuno di noi udiamo quando blateriamo dicerie, gli impose di stare in silenzio per ascoltarsi e chiedersi cosa volesse; si rispose che voleva il suo bene e che poteva darglielo solo restando in vita senza fare pazzie: Theresa non sarebbe sopravvissuta in quel mondo senza di lui.

Allorché le poggiò con delicatezza una mano sulla schiena, avvertendo sotto le dita tutta la sofferenza che quel corpo stava cercando di sopprimere, di nascondere sotto gli abiti: era incinta e la pancia cresceva giorno dopo giorno, ma lei? Lei stava calzando il male a pennello, quella schiena spigolosa era rimasta in disparte per troppo tempo. E i suoi occhi, quelli del quale si era innamorato nonostante all'inizio fossero di una sfumatura grigiastra come il cielo nelle tempeste? Erano lucidi, con una messa a fuoco da far impazzire a chi diventa cieco di unto in bianco.

Plic.

Singhiozzi.

La sua bimba era scoppiata e lui, impotente, le crollò accanto, in ginocchio, maledicendosi per essere un tale disastro. Con delicatezza le spostò il capo pesante, stordito, poggiandolo sul proprio cuore e sussurrandogli all'orecchio quella conclusione che aveva tratto di lui stesso: «Scusami, sono un idiota.»

Plic.

Theresa non replicò né fece commenti sarcastici per stizzirlo e dopo farsi insieme una bella risata. Rimase semplicemente ferma, annaspando l'aria con fatica, inerme e priva di forze lì nelle sue braccia. Aveva lo stomaco aggrovigliato, sentiva le energie svanire in lei, le lacrime scendere copiosamente lungo le guance come cicatrici al vento. Quelle che vanno via, quelle che lasciano il segno solo nei ricordi: l'incrociarsi di uno sguardo che segue un semplice bacio a stampo, umido e allo stesso tempo rigenerante. La vista, dapprima offuscata, si perse in quell'uomo agitato quanto innamorato e confuso di se stesso: che cos'era adesso, si chiese? Un cioccolatiere, un detective dilettante che deve imparare a ragionare o solo un idiota?

«Un idiota che non cambierei per nessun altro.»Si rispose ad alta voce, abbozzando un sorriso, affogandogli l'amarezza nella sorpresa di due occhi sbigottiti: uno schiaffo.

Theresa lo aveva colpito per punirlo di ciò che aveva fatto: l'aveva lasciata indietro... aveva di nuovo mancato la promessa di affrontare ogni cosa insieme. Ma lo aveva fatto senza riflettere, reagendo d'istinto, pentendosi e abbassando lo sguardo come una bambina sgridata sulla testa, che assume atteggiamenti teneri.

Ma lui non era affatto arrabbiato con lei. Anzi, sorrise.

«Ce ne vorrebbe un altro... solo più forte!»Esclamò il cioccolatiere.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now