Capitolo 63

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Capitolo 63


A volte, in certe situazioni, sembra che il tempo debba fermarsi, ma purtroppo continua a scorrere implacabile. Non concede tregua né eccezioni.

La soffitta era pervasa dall'odore di Pino Silvestre e Theresa ne annusò l'essenza fino a sentirsi stordita. Rimase immobile sulla soglia, mentre il mondo intero continuava a muoversi. Non smise di guardarlo e lui non distolse lo sguardo: scrutò i suoi occhi spenti, si soffermò sul ventre che lei stringeva e poi risalì fino al suo sguardo.

Willy Wonka vide una lacrima scendere sul volto stanco della sua amata, le sorrise teneramente e attese che lei corresse ad abbracciarlo.

Theresa trattenne i singhiozzi di un pianto soffocato, cercò i battiti del suo cuore, ma li trovò sepolti sotto l'onda di emozioni che la travolse, superando persino la fame che provava: ancora respirava il suo profumo, ammirava i suoi occhi blu e, cosa più importante, lui era ancora lì con loro.

Il cioccol-agente non l'aveva mai trovata più bella di quel momento. Era uno spettacolo della natura, una tempesta spaventosa quando si scatena, un grande fuoco che brucia tutto e lui, troppo innamorato per non farlo, inclinò leggermente la testa e le sorrise amorevolmente mentre Theresa cedette a ogni resistenza e corse ad avvolgersi nel corpo dell'uomo che amava, nascondendo il viso esausto nel suo petto.

«Non piangere» le sussurrò il cioccolatiere.

«Se penso a quello che sarebbe potuto succedere...» rabbrividì Theresa.

«Ma non è successo.»

Smise di abbracciarla per il semplice fatto che voleva guardarla negli occhi. Le asciugò le lacrime e, senza preoccuparsi di ciò che avrebbero potuto pensare gli altri, la baciò. Fu un semplice bacio appassionato che si ripeté per tre volte, come una bomba d'ossigeno che ridiede vita a un bocciolo di rosa chiuso su se stesso.

«Ti amo, Willy» gli sussurrò Theresa.

«Ti amo anch'io, amore» rispose il cioccolatiere.

Non gli importava se lei glielo aveva detto solo perché era triste e stanca, ma godeva di ogni istante di quel momento. Il suo cuore batteva forte nel petto e in qualche parte di sé sentiva un'enorme voglia di urlare, prenderla in braccio e girare su se stesso per la gioia immensa che aveva provato nel sentire quelle parole. Ma non lo fece, la vide troppo stanca anche solo per provarci: i capelli arruffati, gli occhi rossi, il viso spento e lo stomaco che brontolava.

«Mi dispiace» Theresa abbassò lo sguardo.

Il cioccolatiere si mostrò gentile e comprensivo. Le sorrise dolcemente e la spinse verso il letto, facendola stendere.

Theresa non si oppose, perché anche solo restare a letto le andava bene. Non resistette e si lasciò cullare dal sonno, coccolata dalle sue carezze e vinta dalla stanchezza. Lui le rimase accanto per un po', assicurandosi che dormisse davvero e non solo per accontentarlo.

Quando Theresa si svegliò, si trovò circondata da carte e documenti sparsi per la stanza, mentre Masbeth e il cioccolatiere erano immersi nel mistero di Sleepy Hollow. L'uomo sembrava vivace e pieno di energia, quasi come se la cicatrice sul petto non gli facesse più male. Si muoveva da una parte all'altra sul pavimento, osservando i fogli sui quali erano scritti dei nomi.

«Il dottor Lancaster, il reverendo Steenwyck, il notaio Hardenbrook e il magistrato Philipse...» su quest'ultimo, il cioccol-agente si bloccò, scrutando il pezzo di carta stropicciato. «...che ha cercato di darci un taglio e l'ha ricevuto.»

Buttò via il pezzetto di carta e cominciò a misurare la stanza a lunghi passi, facendo avanti indietro rigirandosi una penna tra le mani; Theresa sedette sul letto senza infastidirlo.

«Quattro uomini impauriti che litigavano tra loro la sera in cui Philipse è stato ucciso. Qui c'è una cospirazione...» si avvicinò furtivo alla scrivania, chinandosi su un quaderno rigido e scrivendo gli appunti su carta bianca. «Il dottore, il reverendo, il notaio e il magistrato... Qual è il segreto che li tiene uniti?» si chiese mentre passeggiava per la stanza, lanciandosi l'attimo dopo verso il libro per scrivere altri indizi, ma questo non prima di aver lanciato un paio di dolci alla sua amata. «Il magistrato Philipse sapeva che c'erano cinque cadaveri in quattro tombe; sapeva che la vedova era incinta... Non voleva dirmi il nome del padre... Cosa indica questo?»

«Indica che se non la smetti di pensare, ti cadranno i capelli» lo redarguì Theresa; lui le sorrise.

«Dobbiamo procedere per via di eliminazione. Farò una lista di tutti gli uomini e le donne di Sleepy Hollow, a cominciare dal suo primo cittadino: Baltus Van Tassel!» con una lieve nota sprezzante, il cioccol-agente scrisse gli appunti sul quaderno. «Sento che ci siamo molto vicini.»

Theresa non ribatté, non ebbe abbastanza forse per dirgli che oggi non era molto in vena e che preferiva restare a letto. Tuttavia aveva promesso a se stessa di stargli accanto d'ora in poi e pertanto avrebbe accettato qualsiasi sua idea.

«Immagino sia Baltus il primo cittadino, ora che il vecchio Van Garrett è morto» disse il ragazzo, Masbeth.

«I Van Garrett... quasi li dimenticavo» disse il cioccol-agente.

Si avvicinò con fervore alla scrivania, si chinò sul vecchio tomo che il reverendo Steenwyck gli aveva dato all'arrivo e trovò qualcosa di interessante nell'albero genealogico dei Van Tassel. Poi, chiuse il libro con un colpo secco e si rialzò di scatto, afferrò le sue cose e guardò Masbeth con determinazione.

«Vieni con me!» esclamò.

«No, un attimo!» disse Theresa. «Voglio venire con te!»

Non diede modo al cioccolatiere di ribattere, afferrò in fretta la sua roba, indossò scarpe e pelliccia e si unì ai ragazzi per uscire.

«Dove siamo diretti?» chiese dunque.

«Dal notaio Hardenbrook» fu la risposta del cioccol-agente.

«Vi è venuta un'idea?» gli chiese Masbeth.

«Sì... un'idea...» meditò il cioccol-agente e fece per uscire dalla soffitta.

«Fermo lì!» lo ammonì Theresa.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz