Capitolo 93-Il racconto di Lady Van Tassel

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(CAPITOLO NON REVISIONATO)

Capitolo 93

Il racconto di Lady Van Tassel

Theresa fu costretta a correre con tutte le sue forse nonostante il respiro le stava venendo a meno per lo sforzo: il cioccolatiere l'aveva afferrata per mano pochi istanti prima e, incontrollabili le sue gesta, la stava trascinando dietro di sé d...

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Theresa fu costretta a correre con tutte le sue forse nonostante il respiro le stava venendo a meno per lo sforzo: il cioccolatiere l'aveva afferrata per mano pochi istanti prima e, incontrollabili le sue gesta, la stava trascinando dietro di sé dimentico che era incinta e che certi sforzi non poteva farli. Tutto questo solo perché anch'egli si faceva prendere troppo dall'ansia, la stessa che volle inculcargli nei pensieri di dover abbandonare in fretta l'ambulatorio.

Una volta fuori salirono sulla carrozza con trepidazione. Ignorando il cocchiere che era andato un minuto in bagno e l'attimo dopo era corso fuori coi pantaloni abbassati, il ciccolatiere fece scattare i cavalli, facendo sbalzare il mezzo a destra e a manca.

Theresa, che era stata spinta dentro, a causa delle scosse s'accasciò sui sedili in preda a forti nausee dovuta alla carreggiata dei cavalli, frustati con le redini senza un attimo di pace e pazienza. D'altro canto la strada era anche palesemente tortuosa, per cui non vi fu modo di evitare dei contrasti con sassi o buche durante l'arrancata fulminea. E non vi era neanche la più pallida idea del perché il cioccol-agente stava preferendo rischiare la sua vita per una ragazza che non gli importava, rinunciando al ritorno a casa e godersi un po' di serenità: ormai Sleepy Hollow era divenuto un incubo...

La bimba di Willy Wonka bramava nel cuore tornare alla fabbrica, sopportare gli Umpa-Lumpa con quei loro gesti fastidiosi, sentirsi palesemente accaldata per via dei riscaldamenti al massimo, dormire la notte in un comodo lettone colmo di soffici coperte. Soprattutto le mancava lui, quel cioccolatiere pazzoide che cercava di inserire la calma anche là dove vi era impossibile, e sorridere anche se c'era da piangere. Perché in realtà lì si sentiva più completa di quanto già non fosse.

Intanto...

Il giovane Masbeth, rimasto orfano di entrambi i genitori con la morte del padre accaduta soltanto pochi mesi addietro, aveva seguito con astuzia Lady Van Tassel, recatasi ad un vecchio mulino abbandonato ai margini del paesino. Con sé aveva portato la sua figliastra Katrina, riversa a terra incosciente, su quel pavimento fatto di assi in legno consumato dalle terme e impolverato dal tempo. I suoi morbidi capelli biondi e ricci era sparsi sulla sua schiena rigida e una ciocca di essi fu tagliata senza ripensamenti dalla stessa donna che brandiva in mano una forbice e che aveva escogitato tutto quanto.

Pertanto quei capelli furono gettati ad un piccolo fuocherello crepitante posto su un tavolo basso con della legna; Lady Van Tassel vi formulò sopra una strana formula gesticolata per evocare ancora una volta lo spirito maligno del cavaliere senza testa, perché era la suddetta a comandarlo.

Nel bosco, intanto, si preannunciò un forte temporale in arrivo, che oscurò il cielo cospargendolo di lampi e tuoni. E muto nei suoi suoni, nel silenzio della paura ancora non preannunciata e al coperto dagli occhi indiscreti, l'albero dei Morti prese vita: le radici nere si sollevarono dal suolo per aprire un varco al centro della rigida corteccia unta di sangue, là dove dal passaggio aperto per l'Inferno saltò fuori il mercenario dell'Assia in sella al suo fidato destriero, Temerario.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now