Capitolo 44

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Capitolo 44


Theresa si sentì quasi soffocare dalla stretta del cioccolatiere. Tentò di farglielo capire, ma lui non smise, anzi, iniziò a singhiozzare forte, confuso e abbattuto. Balbettò qualche scusa, le lasciò qualche bacio sulla testa e la portò in stanza, chiudendo la porta dietro di loro. Non la costrinse a fare l'amore, né cercava qualcosa di più: voleva solo stare accanto a lei.

Si sedettero sul bordo del letto. Willy Wonka fece sedere Theresa sulle sue gambe e iniziò quasi a cullarla come una bambola rotta. Lei si aggrappò al suo cappotto. Non aveva intenzione di lasciarlo né di andarsene: non era abbastanza forte per continuare da sola. Ora più che mai chiedeva il suo aiuto.

Erano come un treno in piena corsa. I loro vagoni si riempirono di incertezze per il futuro, ma sicuramente anche di speranza per una vita migliore. Insieme. Non c'era più un "io" o un "tu". Ora erano un "noi".

«Se non ne fossi capace?» disse Theresa. «Se crescendo mi odiasse?»

«Sei così buona e generosa» rispose il cioccolatiere, abbacchiato. «Non potrà mai odiarti.»

«Ho paura, Willy.»

«Allora aggrappati a me: ce la faremo insieme.»

Insieme... Theresa non riuscì a pensare.

«Non ci credo più» concluse.

Il cioccolatiere non trovò parole per rispondere. Deglutì l'amarezza e si infilò sotto le coperte con lei.

Theresa si girò dall'altra parte, ma rimase comunque tra le sue braccia. Una delle mani di lui si nascose sotto il suo maglione, perché già amava il loro bambino.

Theresa non disse nulla, ma quella carezza le provocò un brivido lungo la schiena e un immenso calore nello stomaco. Non riuscì a distinguere le sue emozioni né si sforzò minimamente di farlo, era stanca e confusa. Chiuse gli occhi, sospirò e cercò di dormire un po'. Il silenzio riempì la stanza.

Il cioccolatiere nascose il volto tra i capelli della sua amata, respirandone l'essenza. Lei rimase ad ascoltare i loro cuori: non erano più due, ma tre.

«Ti amo» le sussurro il signor Wonka, ma Theresa non rispose.

Theresa scivolò lentamente nel sonno, uno di quelli leggeri in cui i pensieri non trovavano riposo. Non riuscì a sognare, ma giurò di aver sentito il cioccolatiere piangere nel dormiveglia.

Per un istante, fu tentata di consolarlo, di voltarsi e dirgli che avrebbero potuto farcela e che le cose non erano così gravi. Ma la sua parte cinica prevalse e scelse di non fare nulla, di non voltarsi né di affrontare la situazione in modo pacifico. Si comportò con indifferenza, fingendo di dormire profondamente e lasciando che lui si consumasse nella sua sofferenza.

«Perdonami, amore mio» le sussurrò il cioccolatiere.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now