Capitolo 70

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Capitolo 70


Avete presente il nodo che si forma in gola quando ci si becca a fare qualcosa che non si dovrebbe? È come soffocare pur restando coscienti, con la mente che naviga a raffica tra i pensieri al fine di mettere insieme qualche sciocchezza.

Theresa si sentì allo stesso modo dinanzi allo sguardo sorpreso del cioccolatiere, ma lui non sembrò arrabbiato né le disse qualcosa per ferirla. Allora si sentì una povera stupida senza cervello: aveva dato ascolto ai cattivi pensieri, lo aveva giudicato nonostante sapesse che non era un nemico, bensì una spalla su cui poter contare.

Improvvisamente il mondo divenne un posto troppo piccolo per ospitare persone vigliacche come lei. Pensò che meritasse di stargli lontano, tanto ormai aveva rovinato tutto. Quindi abbassò lo sguardo e preferì andarsene piuttosto che continuare a ferirlo.

Il cioccolatiere non la trattenne. In realtà, neanche lui sapeva come si sentisse in quel momento: era tutto così confuso. Sentiva che la situazione era ormai sfuggita di mano a entrambi e che quello che doveva essere un gioco si era trasformato in una brutta copia di un capitolo mal scritto. Sembrava che la loro storia fosse stata scritta su carta da qualcuno sull'orlo del collasso, talmente frastornato che si stava prendendo gioco dei suoi stessi personaggi.

Willy Wonka si abbandonò contro il muro, reclinò la testa all'indietro, deglutì e permise a una piccola lacrima silenziosa di scivolare via dagli occhi per dissolversi nel passato.

Flashback


"Com'è bella", pensò il cioccolatiere mentre i suoi occhi blu fissavano l'immagine di Theresa. La ragazza era completamente sporca di colori alimentari perché quel giorno gli stava dando una mano a decorare i nuovi dolci, che aveva chiamato "Bomboniera Oceanica".

Si trattava di una specie di brioche fatta di cioccolato bianco lavorato a mano. Aveva la forma di un piccolo angelo con le ali che l'abbracciavano dai boccoli dorati. Sedeva su uno scoglio e i suoi occhi puntati in alto, persi chissà dove, avevano le sfumature del mare.

L'idea era nata solo tre giorni prima, quando era finalmente riuscito a confessarle l'amore segreto che provava per lei.

«Va tutto bene?»

Theresa lo riscosse dai propri pensieri. In tutta risposta il cioccolatiere le sorrise, per poi sederle accanto. La spinse dolcemente tra le sue braccia e le sussurrò che l'amava tanto.

«Non mi sembra ancora vero» gli disse quando l'abbraccio si sciolse. «Dimmi che non è un sogno.»

«Non lo è» le sorrise egli. «E semmai lo fosse, non voglio più svegliarmi.»

«Potrai mai pentirti di questo?»

«Non potrei mai.»

«Sicuro? Non è che tra qualche tempo ti stancherai di me?»

«Stancarmi di te?» Willy Wonka le affogò nello sguardo. «E come potrei? Sei la parte che mi completa.»

Era vero. Theresa era una parte che gli mancava nella vita per sentirsi completo. Lei riusciva a dargli gioia anche nei momenti di tristezza, lo faceva sentire meno vulnerabile e superava quella paura che nascondeva dietro un muro di convinzioni che serviva soprattutto a convincere se stesso.

Theresa ne era felice. Era disposta a dare la vita per lui, proprio come lui le aveva donato tutto l'amore che poteva per aiutarla a guarire. Così si nascose tra le sue braccia e lo pregò di stringerla più forte, perché in quel modo sembrava che due tessere di un vecchio puzzle finalmente si fossero unite senza staccarsi.

«Resta per sempre con me» le sussurrò il cioccolatiere.

«Lo farò!» gli promise Theresa.

Fine flashback

Ma tornando alla realtà, Willy Wonka pensò che forse Theresa, a causa della colpa che le aveva dato quel giorno, si fosse dimenticata della sua promessa.

Se avesse potuto scegliere, il cioccolatiere avrebbe optato per rifugiarsi per sempre nel passato, quando tutto era perfetto, prima di commettere quel fatidico errore che l'aveva fatta scappare via. Per cosa poi, una colpa che non meritava? Si sentiva così sciocco... Non poteva biasimare Theresa per il modo in cui si comportava, perché se lui stesso aveva avuto un crollo, figuriamoci lei.

Faticando a trattenersi, il signor Wonka asciugò le lacrime che aveva versato e si arrampicò su per le scale che lo condussero in soffitta. Una volta giunto alla porta, esitò, poi, con la mano quasi tremante, la aprì e vide Theresa assorta mentre guardava fuori dalla finestra della stanza.

La vista all'esterno non era affatto suggestiva e nemmeno il cielo sembrava promettente. Tuttavia, provò la netta sensazione che la sua donna stesse cercando un modo per sfuggire a quella stupida realtà che lui stesso aveva iniziato, convinto che fosse solo un gioco di ruoli.

La porta della soffitta si chiuse. Theresa rimase dov'era. Il cioccolatiere si appoggiò alla scrivania e la guardò.

«Sembri come quel quadro di una ragazza alla finestra» le disse addolorato. «Lo disegnasti tu.»

Theresa lo guardò. Ricordava bene il quadro che aveva dipinto quando il suo uomo era rimasto al lavoro e, per sfuggire alla noia, si era rifugiata in tutto ciò che le veniva in mente: aveva disegnato una ragazza di spalle, affacciata alla finestra mentre osservava il mare. Indossava un vestito bianco e i suoi piedi nudi toccavano il pavimento in legno.

«Non ho dato un volto a quel quadro» disse Theresa.

«Ma hai dato una sensazione che neanche io riesco a spiegare» rispose il cioccolatiere. «Semmai l'avessi disegnata di profilo, io avrei visto sempre e soltanto te.»

«Perché?»

«Te l'ho detto: sembri lei.»

Theresa non aggiunse altro. Lo guardò profondamente negli occhi, per poi crollare. Al che il cioccolatiere la spinse contro il suo petto, proteggendola, nonostante non vi fossero pericoli in quella stanza ora così triste.

Willy Wonka fu succube della donna che amava. Si lasciò sopraffare dalle sue gesta, dalla foga che mise in quel bacio che approfondì: se lei ne aveva bisogno, lui stava al gioco. La sollevò di peso e la adagiò sulla scrivania privandola dei pantaloni e della biancheria. Lentamente, si insinuò in lei arrecandole piacere, si riscaldò coi suoi ansimi, la amò follemente fino a divenire un tutt'uno con lei.

Alla fine parve quasi che una folata di vento, arrivata piano, smosse tutto quanto: ansimanti ma felici, si stesero a letto guardandosi con una tale tenerezza che persino il cioccolato più buon al mondo si faceva da parte perché loro erano più dolci.

Il cioccolatiere le permise di usarlo come cuscino e rimase ad ascoltare nel silenzio il battito dei loro cuori che, lentamente, ripresero il controllo.

«Mi spiace averti origliato» gli disse Theresa.

«Sono stato io a dirti di farlo» le sorrise il cioccol-agente.

Theresa poggiò una mano sulla sua guancia, poi si allungò verso la sua bocca e gliela baciò. Dopodiché chiuse gli occhi, ma lui non aveva ancora finito.

«Sai, Theresa, provo sempre piacere a fare l'amore con te.»

«Signor Wonka!» lo riprese Theresa.

Si sentiva meglio adesso.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now