Capitolo 89-In viaggio...

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(CAPITOLO NON REVISIONATO)

Capitolo 89

In viaggio verso Palermo-P.9

Per descrivere Palermo bastava una sola parola: immensa

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Per descrivere Palermo bastava una sola parola: immensa. Le strade erano due volte ampie rispetto alle altre citt italiane e in ogni angolo erano illuminati da luci e lampioni, i quali scorrevano lungo i semplici marciapiedi ben puliti popolati da gente che passeggiava per la zona. Alcuni di loro entravano ed uscivano dai negozi ancora aperti, altri restavano a chiacchierare animatamente con amici e vicini. Bambini e bambini si rincorrevano nei viali di casa al fine di divertirsi insieme e nell'aria si respirava un grazioso odore di pesce fresco, questo perché era un'isola abbastanza bagnata.

Di tanto in tanto, tra la folla di auto che scorrevano lungo i lati ampi della strada, spuntava fuori qualche auto dei Carabinieri italiani intenti nel sorvegliare la zona; una cosa simile a Cherry Street erano i semafori sparsi lungo i sentieri: due omini, i quali scattavo ad intermittenza o quando veniva pigiato il classico pulsante nero sui pali gialli. In pratica, quando l'omino frontale alle strisce pedonali era rosso, il pedone doveva stare fermo affinché non scattava quello verde; viceversa per le macchine.

Tutto questo i Therilly lo stavano osservando dal finestrino del taxi, commentando la bellezza della città nella loro lingua, appena estranea per il gentil tassista che stava guidando con prudenza e professionalità. Fu in quel momento che i due furono assaliti dal panico, perché prima di viaggiare avevano scambiato il loro denaro con l'euro, ma... Ma nessuno dei due sapeva usarlo bene! Al che la sua bimba lo scorse tutto apprensivo e allarmato e pertanto gli disse di tranquillizzarsi, che non c'era alcun conveniente in quanto, nei tempi in cui suo zio era vivo, le aveva insegnato a contare e distinguere le monete italiane.

Ebbene il Signor Wonka tornò a godersi la vista della città dai grossi palazzi antichi senza più pensare al conteggio del denaro scambiato, per poi, dieci minuti dopo, ritrovarsi in un bel vincolo costituito da un enorme palazzo con pilastri grigi in ogni dove. Tutt'intorno vi era un bel piazzale e nei dintorni si respirava aria di musica. E una volta sbarcati ed essersi muniti dei loro bagagli, il tassista fu così gentile da indicare ai due il giusto portone per accedere al servizio dell'hotel: era in legno chiaro, coi vetri lucidi di cui all'interno si scorgeva una graziosa scala in marmo bianco con piccoli quadratini neri tenuta ben pulita; un banco era presente nel centro e nessuno occupava la sedia dietro di esso.

«In tutto sono quindici, grazie.»Disse gentilmente il tassista.

Il SIgnor Wonka tirò fuori dalla tasca il proprio portafoglio di peluche a forma di W, progettato e cucito dalla sua bimba quando, per la prima volta, le aveva regalato un set di cucito. Al che prese a frugare tra le varie banconote che popolavano l'interno in pelle dorata, arrossendo sulle orecchie perché non sapeva farci.

«Guardi, è molto facile, Signor Wonka: basta prendere una banconota rossa con un dieci inciso sopra e una grigia con un cinque.»Lo aiutò la sua bimba.

Willy Wonka||Johnny Depp (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now