Willy Wonka||Johnny Depp (IN...

Anita-Winter द्वारा

41.5K 4K 6K

REVISIONE LENTA! Cover by: FrancescaGrasso4 «Pensi davvero che sia stata io a rubare le tue ricette segrete?»... अधिक

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90-In viaggio...
Capitolo 91-E ancora si litiga
Capitolo 92-Soqquadro
Capitolo 93-Il racconto di Lady Van Tassel
Capitolo 94-Scusami, sono un idiota
Capitolo 95-Il primo calcio
Capitolo 96-QUELLO MI SERVE!
Capitolo 97-Lo sparo
Capitolo 98-Il teschio
Capitolo 99-Voci
Capitolo 100-Bel caratterino
Capitolo 101-Passione Mattutina
Capitolo 102-Ho una speranza?
Capitolo 103-Non ho detto questo!
Capitolo 104-Vuoi sposarmi?
Epilogo
Nuova storia

Capitolo 11

989 83 85
Anita-Winter द्वारा

Capitolo 11


Percorsero un corridoio molto importante per Theresa. Anni addietro, il signor Wonka le chiese di seguirlo perché doveva mostrarle una cosa. Fu lì che mise piede per la prima volta nell'ascensore di vetro.

La prima esperienza fu traumatica. L'ascensore filava veloce per la fabbrica, passando dalla Stanza del Cioccolato alla Stanza delle Invenzioni, dalla Stanza delle Caramelle a quella delle Praline.

Tutto ebbe inizio quel giorno, in quell'ascensore.

Incerto, il signor Wonka si avvicinò alle labbra di Theresa e, con il cuore che batteva in modo irregolare, la baciò. Fu bellissimo, inspiegabile, più dolce del cioccolato. Non servirono parole per dire altro, bastò solo guardarsi negli occhi per capire che ormai erano presi e che non potevano tornare indietro.

Vissero i momenti più belli, anche se non mancarono i giorni in cui litigavano come una normale coppia. Lui poteva essere stravagante, pazzo e a volte non convenzionale, ma a Theresa non piacevano le cose semplici e sicuramente il signor Wonka non era una persona ordinaria.

Arrivarono a destinazione. Svoltarono l'angolo e si fermarono di fronte alle porte in vetro dell'ascensore.

«Non so perché non ci ho pensato prima!» esclamò il signor Wonka, pigiando un pulsante bianco nel muro ed entrando, l'attimo dopo, nel suo ascensore con dietro gli altri. «L'ascensore è il modo più efficiente di girare per la fabbrica.»

«Non possono esserci tutti questi piani!» esclamò Mike con scetticismo.

Le pareti di vetro erano tempestate di pulsanti, che partivano dal basso verso l'alto, sia a destra che a sinistra. Ognuno di essi portava a una stanza diversa.

1°Miniera di Zucchero-Carbone.

2°Pista di Pattinaggio su Granatina al Limone.

3°Pistole a schizzo alle Fragola.

4°Albero di Mele Candite da piantare in giardino. Misure assortite.

5°Caramelle Esplosive da regalare ai nemici. 

6°Lecca-Lecca luminosi da leccare di notte.

7°Giuggiole alla Menta da regalare al bambino dei vicini. Gli faranno venire i denti verdi per una settimana.

8°Caramelle per otturare carie. Niente più dentista.

9°Bloccamascelle per genitori brontoloni.

10°Bon-Bon formicolanti che una volta inghiottiti vi faranno formicolare il pancino di piacere.

11°Stecche di Cioccolato invisibili da mangiare in classe.

12°Matite allo Zucchero da succhiare.

 13°Piscine alla Limonata gassata.

14°Crema magica manuale al Cioccolato Fondente. La tieni in mano e senti il sapore in bocca.

15°Pastiglie arcobaleno. Succhiandole si può sputare in sei colori differenti.

Ce n'erano tanti!

«Come fai a dirlo, signor Saputello?» lo schernì il cioccolatiere. «A proposito, questo non è un normale ascensore che va su e giù. Quest'ascensore può andare di traverso, avanti, indietro e in qualsiasi direzione ti venga in mente. Basta premere il bottone e push! Si parte, uhuh!»

L'ascensore scattò e gli ospiti si urtarono l'un l'altro.

Continuarono, quindi, a gran velocità per la fabbrica, entrando in una stanza avvolta da una fitta tempesta di zucchero a velo che circondava la grande montagna di cioccolato Wonka.

«OH, GUARDATE! LÀ!» esclamò il cioccolatiere. «SIGNORE E SIGNORI, BENVENUTI A MONTE FONDENTE!»

Il signor Wonka salutò i suoi Umpa-Lumpa arrampicati sulla montagna, che ricambiarono il saluto agitando le piccole braccia. Poco dopo entrarono in un'altra stanza, dove veniva prodotto lo zucchero filato rosa.

Theresa si era sempre chiesta perché il signor Wonka facesse tingere le pecore di rosa e, soprattutto, perché le facesse rasare.

«Oh!» esclamò e gli altri lo guardarono.

«Meglio se di questo non parli» gli suggerì Theresa.

«Di questo preferisco non parlare!» assentì il cioccolatiere, imbarazzato.

Gli ospiti guardarono il cioccolatiere con un'espressione strana, ma lui non si preoccupò troppo.

L'ascensore continuò il suo percorso. Entrarono in una stanza calda di un pallido giallo, con due file di letti su entrambi i lati.

Gli Umpa-Lumpa, vestiti da infermieri, si muovevano freneticamente lungo il corridoio, mentre altri spingevano barelle con bambole sopra di esse. Una piccola voce proveniente dall'altoparlante chiamava i vari medici per assistere un paziente, mentre altri si avvicinavano ai lettini per controllare i malati.

«E questo è l'Ospedale per le marionette ustionate» spiegò il cioccolatiere. Tutti lo guardarono. «È re-relativamente nuovo.»

«Giustamente, dopo averle bruciate, ci vuole una cura a pronta guarigione» scherzò Theresa.

«Neanche tu dovresti parlare oggi» la canzonò il signor Wonka. 

Nel frattempo, lasciarono l'ospedale e si diressero verso gli uffici amministrativi, sprofondando fino a raggiungere il livello del suolo.

La stanza degli uffici non era particolarmente grande né molto colorata. Era buia e alle piccole scrivanie c'erano le Umpa-Lumpa donne. Ognuna di loro era curva su una macchina da scrivere, vestite e truccate in modo impeccabile. Erano graziose e minute e Theresa le adorava più degli Umpa-Lumpa maschi: loro non facevano scherzi stupidi.

«Salve, Doris!» salutò cordialmente il cioccolatiere; l'Umpa-Lumpa ricambiò.

Si spostarono rapidamente di lato, urtandosi l'un l'altro e entrarono in una delle stanze più rumorose e forse senza senso della fabbrica: rimbombanti fuochi d'artificio riempivano lo spazio. Gli Umpa-Lumpa stavano giocando a bersaglio con le caramelle, sparando a più non posso anche contro l'ascensore.

Gli ospiti restarono a guardare confusi, forse anche un po' annoiati. Theresa, invece, stava lottando contro il sonno e la stanchezza.

«Ma qui è tutto senza alcun senso!» esclamò Mike.

«I dolci non devono avere un senso. Per questo sono dolci!» lo schernì Charlie; il cioccolatiere sorrise compiaciuto.

«Neppure Willy ha un senso» disse Theresa, sorridendo a nonno Joe.

«È stupido!» protestò Mike e la sua voce, nella mente incasinata del cioccolatiere, si incatenò a quella di suo padre.

«I dolci sono una perdita di tempo! Non avverrà mai che mio figlio diventi un cioccolatiere!»

Flashback

«Allora io scapperò!» disse il piccolo Willy Wonka, elencando a suo padre tutte le capitali mondiali dei dolci che avrebbe visitato.

«Argh, fa' pure! Ma al tuo ritorno non sarò più qui!» disse severamente l'uomo.

Il piccolo Willy Wonka prese il suo zainetto dall'attaccapanni e se ne andò.

La sua casa era un piccolo appartamento con le scale che separavano lo studio dentistico dalle camere al piano superiore. L'atrio era molto stretto e quando la porta si chiuse con un cigolio, il signor Wilbur Wonka si sentì pervaso dal vuoto e strinse i guanti in lattice per il nervosismo.

Quando alla fine suo figlio tornò da un museo, l'appartamento non esisteva più.

Fine flashback

Il cioccolatiere era assente, con gli occhi tristi e lucidi. Tuttavia, Mike lo provocò e lo mise in difficoltà e a quel punto il cioccolatiere decise di abbandonare il passato.

«Scelgo io una stanza!» disse Mike.

«Lascialo fare, così te lo togli di torno» gli suggerì Theresa a bassa voce.

«Coraggio!» lo incitò il cioccolatiere.

Mike lanciò uno sguardo rapido ai pulsanti dell'ascensore e ne premette uno: Stanza della Televisione.

L'ascensore si mosse bruscamente e si diresse verso la stanza selezionata. Quando arrivarono a destinazione, il cioccolatiere fu il primo a uscire dalla cabina e afferrò in fretta un paio di grandi occhiali da sole per proteggere la vista.

«Ecco! Mettete questi e non toglieteveli per nessun motivo: questa luce potrebbe bruciarvi gli occhi e accecarvi. E non vogliamo che accada, non è vero?» disse il cioccolatiere.

«Gli occhi mi servono per lavorare» lo schernì Theresa.

Il cioccolatiere la guardò e lei scrollò le spalle.

La Stanza era incredibilmente luminosa, completamente bianca. C'erano alcune telecamere e vari pulsanti che gli Umpa-Lumpa premevano. Al centro, al di là delle piccole scalinate, uno degli operai era seduto su una minuscola poltroncina, intento a guardare lo schermo del televisore.

«Questa è la sala prove per la mia ultima e più grande invenzione: la Televisione Cioccolosa! Un giorno...»

«Che non aveva nulla da fare» iniziò Theresa.

«...mi sono detto: ehi!»

«Sono un cretino!»

«Se la televisione può spezzettare un'immagine in milioni di frammenti e spararli veloce nell'aria e ricomporli da un'altra parte, perché io non posso fare lo stesso col cioccolato? Perché non posso spedire una vera tavoletta pronta da mangiare attraverso la televisione?» disse il cioccolatiere, sovrastando la sua amata.

«A me sembra impossibile» disse il signor Tivù.

«Ed è impossibile!» esclamò Mike; il signor Wonka prese Theresa per mano e la trascinò via con sé, sbuffando. «Lei non capisce un bel niente di scienza! Prima di tutto, bisogna convertire l'energia in materia, no? Secondo, per ottenere la forza di gravità occorrerebbe la forza di nove bombe atomiche!»

«BORBOTTONE!» urlò il cioccolatiere. «Te l'ho detto: non capisco una sola parola di quello che dici!»

«Se non lo capisci, allora perché rispondi?» gli domandò Theresa, beccandosi un suo sguardo truce.

Nel frattempo, il signor Tivù assunse un'aria minacciosa, senza però aggiungere altro.

«Dunque, dunque! Adesso spedirò una vera tavoletta di cioccolato da un lato all'altro della stanza attraverso la televisione» proseguì il cioccolatiere. «PORTATE IL CIOCCOLATO!»

Una decina di Umpa-Lumpa trasportarono sulle loro piccole spalle una grossa tavoletta Wonka, la adaggiarono al centro dell'obiettivo e si allontanarono.

«Serve una tavoletta bella grossa, perché sapete quando viene ripreso un uomo normale e in tv ne appare uno piccolo così?» il signor Wonka fece un piccolo gesto con la mano. «È lo stesso principio!»

«No, non lo è!» gli disse Theresa.

Il cioccolatiere la guardò sospirando, dopodiché tornò a concentrarsi sui pulsanti e ne schiacciò uno rosso, che emise un suono stridulo. Poco a poco, la tavoletta di cioccolato si sollevò dal podio su cui giaceva, arrampicandosi sempre più in alto.

Uno degli Umpa-Lumpa era alle prese con la macchina da ripresa e inquadrò la scena. Al momento giusto, quando un tubo trasparente avvolse tutto, azionò la leva.

Fu un attimo e la tavoletta Wonka sparì nel fascio di luce che l'avvolse.

«È sparita!» esclamò Charlie.

«L'avevo detto! Quella tavoletta sta viaggiando su di noi divisa in milioni di particelle» si vantò il cioccolatiere, sbuffando a Theresa perché lo aveva imitato con delle smorfie.

«VENITE, VENITE! FORZA!» esclamò poco dopo, correndo verso lo schermo del televisore.

Gli altri lo seguirono, chinandosi sullo schermo nero che mostrava la furia di piccole scimmie arrabbiate.

«Sta arrivando...» disse Willy Wonka. «Eccola!» esclamò e la tavoletta apparve sullo schermo in mezzo alle scimmie. Così disse a Mike: «Prendila!»

«È solamente un'immagine» rispose quest'ultimo.

«Scettico!» lo schernì il cioccolatiere, per poi rivolgersi a Charlie. «Prendila tu! Coraggio! Allunga una mano e afferrala!»

Charlie non si tirò indietro e avanzò verso lo schermo, allungando il braccio fino a che la mano entrò nel vetro e le dita afferrarono la tavoletta di cioccolato, che estrasse dall'immagine.

Mike guardò Charlie incredulo, con la bocca spalancata, mentre il cioccolatiere incitò il bambino a dare un morso alla tavoletta e Charlie la aprì per assaggiarla.

«È buonissima!» esclamò.

«È un miracolo!» esclamò nonno Joe.

«Immaginate di essere seduti comodi a casa a guardare la televisione, passa una pubblicità e una voce dice: la cioccolata Wonka è la migliore al mondo! Se non ci credete, provatene una. E voi allungate una mano e la prendete! Che ne pensate?» disse il cioccolatiere tutto contento.

«Che sei fuori di testa!» lo spiazzò Theresa, ma egli la ignorò. 

«E può spedire anche, chessò, fiocchi d'avena?» domandò il signor Tivù.

«Ha idea di cosa siano fatti i fiocchi d'avena? Di quei ricetti di legno di quando si fa la punta alle matite» gli spiegò il cioccolatiere.

«Non credo sia così» disse Theresa e prima che il cioccolatiere rispondesse, Charlie gli chiese: «Ma potrebbe spedirli per televisione, se volesse?»

«Certo che sì!» ricevette in risposta.

«Anche le persone?» domandò Mike.

«Perché dovrei spedire delle persone? Non hanno un buon sapore!» disse con riluttanza il signor Wonka.

«Quando mi tenevi sotto dicevi il contrario» borbottò Theresa.

«E basta!» esclamò il cioccolatiere, ma tanto Theresa rise.

«Ma si rende conto di che cosa ha inventato? È un teletrasporto! L'invenzione più grande della storia del mondo e lei non pensa ad altro che al cioccolato!» esclamò Mike.

«È un cioccolatiere, che ti aspettavi? Che parlasse di videogiochi?» rispose Theresa, mentre il cioccolatiere sbuffava e fingeva un sorriso.

«Calmati, Mike! Credo che il signor Wonka sappia di cosa sta parlando» gli disse suo padre.

«Non credo» sorrise Theresa.

«No, invece! Non ne ha idea! Tu pensi che sia un genio, invece è solo un idiota! Ma io non lo sono!»

Mike corse al centro della stanza, spazzando in aria due Umpa-Lumpa. Con un balzo selvaggio schiacciò il pulsante rosso e si catapultò sul podio, dove la forza di gravità lo spinse verso l'alto mentre era circondato dal tubo trasparente.

Il signor Tivù si allontanò dal gruppo allarmato, aspettando che il cioccolatiere facesse qualcosa, ma egli rimase impavido a guardare il bambino che li salutava con sicurezza dall'alto, eseguendo un goffo balletto da vincitore.

Nel frattempo, l'Umpa-Lumpa azionò la macchina, facendo scattare il fascio di luce, il tubo si incastrò al podio e Mike scomparve.

«È sparito...» disse il signor Tivù.

«Andiamo al televisore, vediamo cosa succede!» disse il cioccolatiere, invitando gli altri a guardare lo schermo. «Spero non si perda qualche pezzo per strada...»

«Che significa?» si allarmò il signor Tivù.

«Be', ecco, a volte solo la metà delle particelle arriva a destinazione» spiegò il signor Wonka. «Se dovesse scegliere una metà di suo figlio, quale metà sceglierebbe?»

«Ma che razza di domanda è?» esclamò il padre di Mike.

«Una domanda da idiota» rispose Theresa.

«Non si agiti troppo, stavo solo chiedendo» disse il cioccolatiere, per poi rivolgersi al suo Umpa-Lumpa: «Provate su ogni canale, comincio ad essere un po' in ansia!»

Tutti guardarono lo schermo, di cui I canali saltavano da un programma all'altro. Mike fu trovato nel notiziario degli Umpa-Lumpa, che gli dedicarono un bel motivetto rock.

È assai importante che si impari 
di per sé. È assai importante chi 
lo scorda che i bambini li riguarda, 
dovete non lasciarli più appiccicati 
alla tv. Non gli installate suonerie, 
neppure altre diavolerie. Non vanno 
mai lasciati, non vanno mai lasciati... 
I sensi gli fa perdere, i sogni può 
confondere, fonde il cervello a chi è 
normale, la sola vista può accecare. 
Può accecare! Non riesce più a 
distinguere le favole dalla realtà, fa 
ballare, fa ballare! È uno stracchino 
insipido, il suo cervello e livido. Non 
pensa più, non sogna piùùù!!! Riguardo 
al nostro Mike Tivù ci spiace non trovarlo 
più. Trovarlo più. Possiamo solo perdere, 
sì, sì, sì. Ci spiace non trovarlo più, 
dobbiamo solo attendere che lui torni a 
ricrescere, se non lo fa-a-a-a... Bene gli sta!

Sull'ultima nota, dopo aver subito il notiziario, una padellata, botte da un gioco, la furia omicida nella doccia e il concerto sfrenato, Mike fu schiacciato come un verme sul bancone dall'Umpa-Lumpa col giornale.

«Eww, qualcuno lo prenda!» ordinò cioccolatiere con riluttanza.

Il signor Tivù, titubante e in qualche modo scettico, allungò il braccio nello schermo e prese suo figlio per la maglia. Poi lo tirò fuori e insieme guardarono come era diventato: piccolissimo, molliccio e microscopico.

«Ah, grazie al cielo, è del tutto incolume» commentò il cioccolatiere.

«INCOLUME? PERCHÉ A LEI SEMBRA INCOLUME?» esclamò il signor Tivù, mostrando al signor Wonka il piccolissimo Mike.

«Fatemi tornare com'ero prima!» strillò quest'ultimo, con la vocetta ridotta a un sussurro sprezzante.

«Non c'è la marcia indietro. È un televisore, non un telefono, c'è differenza» lo schernì il cioccolatiere.

«Ed ora che cosa propone di fare esattamente?» gli chiese il signor Tivù, adirato.

«Non lo so...» rispose il cioccolatiere. «Ma i ragazzini sono elastici, li si allunga come si vuole... Ah! Mettiamolo nel tira impasto!»

«NEL TIRA IMPASTO?»

«È stata una mia idea, eh!» esclamò il cioccolatiere, offeso, guardando poi Mike. «Diventerà magrolino... sì... tira impasto...» pensoso, volse la propria attenzione all'Umpa-Lumpa alle sue spalle. «Voglio che portiate il signor Tivù e il suo... figlioletto... al tira impasto, okay? Tiratelo per bene!»

L'Umpa-Lumpa si inchinò, quindi trascinò con sé l'uomo e suo figlio. Quest'ultimo, quasi toccandogli il naso, fece trattenere l'aria al cioccolatiere, riluttante.

Era quasi pronto a mettersi in marcia, ma Theresa decise di fermarsi, lo afferrò per un braccio e il suo sguardo assente gli fece capire che voleva ritirarsi dalla guida.

Il signor Wonka le sorrise. Non furono necessarie parole. La guardò semplicemente andarsene, chiedendosi se sarebbe rimasta.

Nota: le quindici stanze elencate le ho copiate dal libro originale di Roald Dahl.

पढ़ना जारी रखें

आपको ये भी पसंदे आएँगी

64.7K 3.7K 147
❝ se viene ferita, pagherai con la tua vita. ❞ ━ 𝑻𝒐𝒎 𝑴𝒂𝒓𝒗𝒐𝒍𝒐 𝑺𝒆𝒓𝒑𝒆𝒗𝒆𝒓𝒅𝒆. ⤷ in cui Voldemort ottiene inaspettatamente un...
11K 820 33
Una ragazza di nome Ilaria, si trasferisce in un altra città molto lontana dalla sua, é una ragazza speciale tiene con sé un segreto, che successivam...
66K 3.2K 40
STORIA COMPLETATA [IN REVISIONE] Tratta dalla serie "The Walking Dead", questa storia narrerà le avventure dei personaggi che saranno gli stessi dell...
3.6K 189 20
tn=tuo nome tc=tuo cognome tn tc si è trasferita da poco in una scuola, dove incontrerà una persona che gli cambierà la vita per sempre