59. Letter

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[Questa volta ho superato me stessa con il ritardo nell'aggiornare, ma è stata una settimana molto impegnativa che non mi ha dato tempo. Però c'è una buona notizia. Non so se lo avete notato, ma High ha raggiunto 100K visualizzazioni, e questa cosa mi ha reso davvero felice! Grazie di cuore per questo, non finirò mai di esservi grata! Ma ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia!]

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Dopo il litigio, Zayn e Abigail si erano incontrati di rado nel palazzo. Zayn sembrava super impegnato nella sua carica di re, e Abigail trascorreva le sue giornate con Tristan o con Veronique, come le era stato ordinato. Non che non le piacesse, ma per la sua protezione era meglio così.

I momenti in cui poteva stare sola erano pochi. Solo durante la notte e qualche volta in cui entrambi erano chiamati per svolgere altre mansioni, ma in quei casi Abigail rimaneva sempre chiusa in camera. Tutti sembravano iper protettivi nei suoi confronti, anche se la ragazza non ne vedeva la ragione. Sì, c'era il pericolo che Vladimir o altri vampiri suoi schiavi cercassero di attaccare, ma con tutte le guardie sparse per il territorio e per il palazzo, era un'impresa titanica. Ma Zayn preferiva esserne certo.

Quella mattina in particolare, Abigail era stufa di rimanere in camera a guardare il soffitto, sdraiata di schiena sul letto. Aveva letto già molti libri della sua biblioteca personale, e non aveva voglia di cominciarne un altro. Per un attimo le balenò per la mente l'idea di uscire di camera e fare un giro tra i corridoi deserti del palazzo, che anche nella loro desolazione sembravano sempre meglio che restare fra quattro mura. Aveva un mazzo di chiavi nel cassetto del comodino, quindi non doveva fare altro che prenderle. Pensò che in fondo nessuno si sarebbe arrabbiato troppo, e magari non lo avrebbero neanche mai scoperto.

Si alzò dal letto, e aprì il cassetto, trovando subito l'enorme mazzo di chiavi. Individuò con facilità la chiave giusta per la toppa della porta di camera, conoscendola già. Fece girare la chiave qualche volta nel modo più silenzioso possibile, poi aprì la porta guardandosi in giro. Non c'era anima viva nel corridoio, perciò uscì, iniziando a camminare sul tappeto rosso steso a terra. Il palazzo sembrava disabitato.

L'umana cominciò a percorrere tutta la navata e a passare oltre a tutte le miriadi di porte. La maggior parte di esse non le aveva mai varcate. Le erano sconosciute. E molto probabilmente, se fosse dovuta rimanere lì per molti anni, non sarebbe mai comunque riuscita a scoprire cosa rivelassero esse.

Giunse in un corridoio con delle porte bianche, decorate con splendide incisioni. Non le aveva mai viste, da questo poté accorgersi di non essere mai giunta in quel posto prima, e che quindi si era persa.

Sbuffò. Aveva promesso a sé stessa che non si sarebbe allontanata troppo e che sarebbe andata solo nei luoghi da lei conosciuti del palazzo prima di uscire, ma come sempre non l'aveva rispettato. E ora, cosa avrebbe fatto?

Abigail pensò di provare ad aprirne qualcuna, e vedere se c'era qualcuno che la potesse indirizzare sulla via di ritorno verso la sua camera. Sapeva già che le guardie e chiunque avesse incontrato si sarebbero arrabbiati nel vedere che non era chiusa in camera o sotto stretta sorveglianza. Ma se ne infischiò. In quel momento non era la sua preoccupazione maggiore.

Provò invano ad aprirne qualcuna. Ma erano tutte chiuse a chiave, come se dentro ad ognuna ci fossero nascosti dei segreti inviolabili. Effettivamente, però, poteva essere vero. Erano le uniche porte bianche del palazzo, o per lo meno che Abigail aveva mai visto nella zona da lei esplorata, perciò potevano anche voler significare qualcosa.

Provava ad aprire tutte le porte che incontrava, sia da un lato che dall'altro, ma niente, sembrava fossero sigillate. Non le era mai capitato di incontrare porte chiuse a chiave nel castello fino a quel momento. Cominciò ad insospettirsi.

Ma finalmente, dopo aver cercato di aprire una dozzina di porte chiuse, ne trovò una aperta. Abbassò piano la maniglia, e fece sbucare la testa per controllare che non ci fosse nessuno. E all'apparenza sembrava fosse così. Le luci erano spente, perciò pensò che si fossero solo dimenticati di chiuderla a chiave. Premette l'interruttore e subito le luci si accesero, illuminando la stanza. È solo allora Abigail si rese conto che era un ufficio. Vide sull'enorme scrivania in mogano tantissime scartoffie, alcune lettere neanche aperte, figli di vario genere. Accanto ad essa vi era una sedia in pelle nera, e lì vicino un tavolino con ancora un vassoio poggiato sopra. Una caraffa era posta sul vassoio, ed era vuota, ma all'interno di essa si vedevano degli aloni rossi, segno che essa conteneva sangue. Abigail deglutì, infastidita dall'idea.

La libreria era enorme, forse grande quanto quella della biblioteca in cui si recava per leggere ogni tanto. E infine c'era anche una cassettiera, anch'essa in mogano, che molto probabilmente conteneva altre scartoffie già archiviate.

La giovane andò più vicino alla scrivania, ed iniziò a dare un'occhiata ai fogli sparsi su di essa. Ce n'erano di vario genere. Ne lesse al volo una, e si accorse che era una lettera da parte di un consigliere, amico del re. Poi ne lesse un'altra, datata un bel po' di tempo prima, dove Zayn annunciava di voler attaccare il Messico, così chiamato anni prima. Ormai di esso rimaneva poco, forse solo il magnifico paesaggio naturale.

Ma una lettera in particolare la incuriosì. Dalla data incisa poté capire che era stata spedita pochi giorni prima, e, vedendo subito dopo chi l'aveva spedita, la lasciò cadere a terra. Ma la sua curiosità la spinse a raccoglierla e a leggerla.

"Caro Zayn,

Ricordi quando da piccoli giocavamo insieme a fare la lotta e tu vincevi sempre? Erano bei momenti, prima che tutto ciò accadesse, prima che i vampiri rovinassero la nostra amicizia.

Ti volevo bene, come un fratello, e tu ne volevi a me allo stesso modo. Ma poi tutto è finito. Ti sei ammalato gravemente, e dopo la tua guarigione sei scappato, lontano da tutti e soprattutto lontano da me, il tuo migliore amico. Hai intrapreso un viaggio senza ritorno, e non hai più fatto sapere tue notizie.

Gli anni passavano, e tu non tornavi, mentre io ti aspettavo con ansia. Poi, il mondo è cambiato con te. I vampiri hanno iniziato a creare un clima di tensione, e aumentavano sempre di più. Tu hai deciso di intraprendere la carriera di Re, iniziando la tua propaganda per farti eleggere. E ce l'hai fatta. Sei sempre stato determinato, e io non avevo dubbi, avresti vinto ad ogni costo. E così è stato.

E mentre tu intraprendevi i primi anni da re, è avvenuta la mia trasformazione, tanto dolorosa e tanto desiderata. Perché desiderata? Perché io volevo incontrarti di nuovo, dato che sapevo dove eri.

E quando sono arrivato al tuo immenso palazzo per salutarti, tu non ricordavi più chi ero, lo hai fatto solo dopo averti raccontato la nostra vita da bambini. E per me è stato un colpo al cuore. Eri diverso, non eri più il bambino spensierato e gioioso che avevo conosciuto io.

Mi ignorasti, dedicando tutto il tuo tempo a fare il re. E gli anni passavano, ma io e te eravamo più separati di prima, malgrado io venissi regolarmente a farti visita a palazzo. Mi avevi sostituito, ormai avevi la tua schiera di Lord, soprattutto Tristan.

Ed ora le cose sono ancora più cambiate. Io sto cercando di aiutare un amico, una persona che tiene a me e a cui io tengo. Non ci sarà niente, niente che mi potrà impedire di aiutarlo. Sai meglio di me le ragioni per cui questa guerra dovrebbe scoppiare, che non sono legate dal fatto che William vuole Abigail, ma sono legate al nostro passato.

Tu hai sempre vinto le nostre lotte, quelle patetiche che facevamo ogni giorno, ma io vincerò questa, la più importante di tutte. Non hai dimostrato di saper fare il re, non lo hai mai fatto. Perciò, se davvero ti reputi coraggioso, vienimi a cercare, abbandona il tuo palazzo e cercami. Combatti per qualcosa che ami, dimostrati superiore. Porta con te solo poche guardie che possano combattere, e io porterò solo pochi selvaggi che possano combattere.

Sono sicuro che sarai abbastanza coraggioso da farlo, e stavolta vedremo chi è veramente il migliore.

Vladimir Von Bismarck"

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now