31. Pain

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Abigail non chiuse occhio per tutta la notte. Dolore, paura, schifo era tutto ciò che riusciva a provare. Si sentiva sporca, ma non quello sporco che si toglie lavandosi, firmata, marchiata dal suo destino.

In questo momento lo temeva più che mai, aveva paura che sarebbe tornato a continuare ciò che aveva parzialmente finito. E tutto perché non aveva tenuto la bocca chiusa, di nuovo. Ma ora non importava cosa era stato fatto. Il passato era passato, bisognava concentrarsi sul presente, che attualmente non prometteva nulla di buono.

Il suo corpo violato era ancora nudo sotto le coperte. Abigail sentì il forte bisogno di andare a farsi una doccia. Così prese una delle tante coperte sparpagliate sul letto per coprirsi. Non aveva voglia di rimettersi i vestiti della sera precedente.

Provò ad alzarsi, ma le sue gambe erano troppo fragili, e così cadde a terra di colpo. Erano indolenzite e per rialzarsi dovette aggrapparsi al letto.

Giunse nel grande bagno immacolato tutta traballante. Subito aprì il getto d'acqua della vasca da bagno iniziando a riempirla, mentre prendeva un asciugamano pulito che poggiò sul banco in marmo accanto al lavandino. Cercò di evitare il grande specchio nel quale avrebbe potuto vedersi, che sarebbe stato solo uno stupido promemoria di ciò che era accaduto la sera prima.

Ma nel tentare di afferrare ciò che le sarebbe servito per lavarsi dallo scaffale più alto di un armadietto, la coperta che ancora la copriva scivolò a terra, scoprendola e facendole notare la sua condizione.

Gli occhi stanchi contornati da occhiaie pesanti, il ventre pieno di graffi ancora rossi, e le braccia piene di livide coi polsi arrossati per via delle manette che erano state agganciate troppo strette. Non era un bello spettacolo. Distolse lo sguardo per non vedersi più ed entrò nella vasca ora piena d'acqua e schiuma. Scivolò all'interno con facilità, sentendosi un po' meglio rispetto alla sera prima. Non del tutto ma parzialmente.

Immagini e ricordi della sera precedente si ripetevano nella sua testa come un disco inceppato. Le mani di Zayn che la violavano, le minacce uscite dalla sua bocca rosea, e lui che spingeva come se non ci fosse un domani. Sentiva ancora dolore al ventre e alla schiena, per non parlare dei graffi che bruciavano più che mai. E quel che la spaventava di più era che da allora sarebbe stato sempre così, senza vie di scampo, senza spiragli da cui poter respirare. Era solo l'inizio della fine.

~

«Vostra maestà, cosa possiamo fare con la ragazza? È troppo rischioso lasciarla a palazzo, soprattutto perché non abbiamo ancora acciuffato Vladimir Von Hepburn e potrebbe tornare con degli scagnozzi. Senza pensare che l'odore del suo sangue potrebbe attirare gruppi di vampiri selvaggi.» Zayn si trovava ad una delle sue solite riunioni noiose. Di quelle che sembrano non finir mai, quella da cui vorresti scappare urlando come un pazzo furioso. In realtà, il re non aveva ascoltato una singola parola, tranne le ultime.

Alzò lo sguardo verso il primo ministro della nazione vampira e lo osservò con intensità negli occhi. Era molto vecchio, probabilmente un miliardo di anni. Ma, all'apparenza, aveva l'aspetto di un sessantenne coi capelli bianchi e poche rughe.

«Sinceramente, non vedo dove sia il problema.» In fondo Zayn era il vampiro più forte fra tutti. Tutti lo temevano e veneravano quasi come fosse un dio. E quale idiota si sarebbe messo contro di lui e contro il suo potere smisurato?

«Altezza, potrebbero invadere il palazzo e portar via la ragazza, compiendo razzie o altro di ancor peggio.» Intervenne un Lord che Zayn non aveva mai visto. Era giovane, ma sembrava già intendersene di politica e questioni sul potere vampiro.

«Beh aumentate le guardie. Aggiungetene ad ogni corridoio e ad ogni sala finché non saranno sufficienti.» Zayn cercò di concludere l'inutile discussione. Tanto non ascoltava le loro parole dall'inizio. Era troppo intento a pensare a cosa era successo qualche ora prima con Abigail. Adorava il fatto di averla violata, di essere stato il primo. Senza contare di come urlava e piangeva, e queste cose lo facevano sentire potente. Ovviamente una parte di lui, probabilmente la sua coscienza, continuava ad insistere che fosse la cosa sbagliata da fare.

'È sbagliato. Non è così che otterrai il suo amore.' Ripeteva costantemente il suo inconscio. E Zayn tutte le volte pensava ad altro, ignorandola. Si sentiva troppo bene per farlo.

«Ma altezza, ogni anno sempre meno vampiri scelgono di frequentare le scuole per arruolarsi come guardie a palazzo. Non né troveremo mai abbastanza.» Una voce mascolina risvegliò Zayn dai suoi pensieri.

«Oh andiamo! Non sarà poi così difficile procurarsi cento guardie in più, soprattutto se sono per il re.» Rispose Zayn sbuffando come fosse un bambino.

«Non lo so maestà...»

«Fidati, Flynn. Riuscirò a procurarmele il prima possibile. E intanto Abigail sarà sotto tutela mia e dei miei fidati Lord.» Disse per poi uscire dalla stanza e dirigersi verso la sua suite.

Finalmente, dopo due ore di animata conversazione su cosa fare con l'umana e sui problemi dell'amministrazione, era tutto finito e poteva rilassarsi in tutta tranquillità.

~

Tristan non smetteva di osservarla coi suoi occhi penetranti. Temeva che potesse scoprire cosa le avesse fatto Zayn.

Ovviamente Zayn era stato fin troppo chiaro sul fatto che non doveva saperlo nessuno, compreso Tristan. E quindi se l'avesse scoperto, Zayn avrebbe rincarato la dose con Abigail. Meglio tenere la bocca chiusa.

«Sei sicura di star bene? Mi sembri diversa oggi.» Notò Tristan osservandola continuamente mentre giocava con la forchetta a massacrare il suo cibo.

«Sono solo stanca.» Rispose la ragazza non alzando lo sguardo neanche per un secondo.

«Zayn ti ha fatto qualcosa?»

«No.» Rispose senza obiezioni, duramente, Abigail. Temeva che potesse già saperlo. Se fosse rimasto ad origliarli da dietro la porta da cui era sbattuto fuori avrebbe già sputato il rospo. Almeno questo era quello che credeva Abigail.

«Okay, ma non costringermi a leggerti nel pensiero, ragazzina.» Dopo di questo Abigail si accigliò.

«Non ho niente, e comunque tu non leggerai nella mia mente, perché non voglio.» Si alzò uscendo dalla cucina.

In realtà, Tristan poteva farlo eccome, ma senza il suo consenso molto probabilmente no. E se anche solo avesse osato avrebbe scoperto tutto, e Dio solo poteva sapere cosa sarebbe successo poi. E Abigail sapeva come proteggere la mente, ma non era sicura di saperlo fare nel migliore dei modi. Non poteva far altro che sperare che nessuno lo facesse.

A/N :

Ciao a tutte care lettrici, oggi sono riuscita a trovare un po' di tempo per parlarvi di alcune cose.

Innanzitutto volevo ringraziarvi per tutto quello che state facendo per me, non smetterò mai di dirvelo.

Poi, vi avverto che da ora in avanti aggiornerò due volte a settimana, il lunedì e il giovedì, perché devo organizzarmi anche con la scuola.

Successivamente, vi chiedo se conoscete qualcuno che sappia fare i trailer, perché mi piacerebbe farne uno per questa FanFiction. Se conoscete qualcuno contattatemi nei messaggi privati, per favore.

E infine, vi dico che in questa storia farò pochissimi 'A/N', forse due o tre, per mia scelta. Quindi, vi chiedo per favore, non chiedetemi di fare pubblicità alle vostre storie perché NON la faccio. Se volete chiedermelo, passerò volentieri a leggere le vostre opere e a votarle.

Detto questo vi ringrazio per l'attenzione. Ciao Patatine!

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