63. Human

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[Ragazze, per chi non l'avesse ancora fatto, ho pubblicato una nuova storia, vi andrebbe di passare a darle un'occhiata? Grazie in anticipo. Poi volevo dirvi che alla fine di "High" mancheranno all'incirca una decina di capitoli, perciò preparatevi perché saranno intensi. Buona Lettura!]

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Dopo essere rimasta delusa dal fatto di non aver trovato Zayn accanto a lei la mattina, Abigail si alzò, sperando di trovare o Tristan o Veronique pronti a darle il buongiorno. Ma anche loro erano assenti. Sconsolata, Abigail si diresse verso la scrivania della camera dove era posato un vassoio d'argento, con sopra vari tipi di cibo, la colazione.

Accanto al piatto con la frutta, vi era un biglietto scritto con una grafia disordinata, quella di Tristan. Abigail l'avrebbe riconosciuta anche fra mille. Su di esso non c'era scritto molto, solo un saluto da parte di Tristan e Veronique, che le auguravano una buona giornata e le dicevano che quel giorno sarebbero stati parecchio occupati.

Fantastico, Abigail sarebbe dovuta rimanere sola anche quel giorno. E lei odiava essere lasciata sola. Rassegnata, iniziò a mangiucchiare una ciambella con zucchero a velo, sporcandosi i bordi della bocca e le dita.

Odiava il pensiero che potesse scoppiare una guerra da un momento all'altro, per colpa sua. E in più, ad incrementare i suoi problemi, ci si era messo Zayn a dirle che l'amava. E questo l'aveva scombussolata più del previsto. Era troppo stanca per continuare quella vita, e avrebbe voluto farla finita all'istante. Ma doveva rimanere forte e non abbattersi. Le cose sarebbero solo peggiorate altrimenti.

Dopo aver finito la colazione, come ogni mattina entrò nella doccia, come fosse una routine. Nulla più accadeva a palazzo, sembrava che tutto si fosse fermato. Ma la ragazza era ben consapevole che, in realtà, fuori da quella camera dove era tenuta nascosta, il mondo era come una bomba pronta ad esplodere. La guerra avrebbe decretato un solo vincitore, e, malgrado Abigail aveva provato ad impedire che questa scoppiasse, si era rassegnata. Non poteva impedirlo, era destino.

Quindi, Abby non aveva scelta. O stare rinchiusa in camera per il resto dei giorni fino alla fine di tutto, o rischiare la vita.

Era stata obbligata a scegliere la prima, malgrado sapeva bene che sarebbe potuta morire in entrambi i casi. Zayn aveva scelto per lei, come sempre, e questo l'aveva irritata parecchio. Ma lui era il re, e lui decideva.

Uscita dalla doccia, Abigail si rivestì subito, e si sdraiò nuovamente sul letto, a fissare il soffitto. Lo faceva spesso, soprattutto nei momenti di indecisione. Era convinta che l'aiutasse a pensare.

Non avrebbe voluto stare rinchiusa ad annoiarsi un altro giorno, quando il tiepido sole di febbraio splendeva fuori le finestre. A costo di esser punita o peggio, sarebbe uscita da quella camera asfissiante.

Prese con sé il cappotto nero che era solita indossare nelle sue uscite sempre meno frequenti, e si infilò un paio di stivali per la neve. Uscì di camera il più silenziosamente possibile. Passò oltre i corridoi dove vi erano le camere da letto dei Lords, senza incontrare ostacoli.

Giunse fino al salone dove si era svolto il ballo di Natale, e imboccò l'ultimo corridoio prima di giungere al portone d'uscita da palazzo. Nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza, era stato fin troppo facile.

Era ad un passo dai giardini, quando una mano dietro di lei la prese per le spalle e la strinse a sé. Una mano le tappò la bocca, mentre l'altra le teneva ferme le braccia. Abigail vedeva il portone d'uscita allontanarsi sempre di più, mentre la misteriosa figura continuava a trascinarla con sé.

Giunsero in un angolo della sala leggermente nascosto e si accasciarono a terra. A quel punto la figura mollò la presa su Abigail, lasciandola libera. La prima cosa che la ragazza fece fu guardare chi fosse la figura che l'aveva trascinata fino a lì. E appena si rese conto che era Zayn, gli lasciò un leggero pugno sulla spalla.

«Cos'è tutta questa ostilità?» Chiese lui scherzando, ridendo per il pugno che non aveva fatto altro che procurargli solletico.

«Credevo fossi Vladimir o uno dei suoi scagnozzi pronti ad affondare le unghie nella mia carne. Stupido!» Anche Abigail non riuscì a restar seria e cominciò a ridere.

«Come mai non sei nella tua camera?» Domandò successivamente Zayn, tornando improvvisamente serio.

«Ehm...avevo voglia di prendere un po' d'aria. Sono stufa di rimanere ogni santo giorno in camera.» Brontolò Abigail, aspettandosi di essere rimproverata in chissà quale modo orribile da Zayn.

Ma quest'ultimo invece di arrabbiarsi, sorrise amichevolmente.

«Be', penso che per oggi potremmo fare un'eccezione. Ti va di fare un giro con me nei giardini?» Chiese Zayn, porgendole la mano. Abigail sorrise e prese la mano del re. Insieme si incamminarono verso i giardini reali.

~

Era da un'ora che i due passeggiavano e chiacchieravano spensieratamente del più e del meno. Le guardie, inizialmente, avevano rivolto sguardi perplessi nel vedere il re dare l'autorizzazione ad Abigail per uscire, ma poi avevano semplicemente compiuto il loro dovere, lasciandoli uscire.

Si erano fermati per poco, sedendosi sul bordo della fontana, a guardare il paesaggio bianco candido grazie alla neve caduta. Il silenzio era piombato improvvisamente fra i due, e l'atmosfera era diventata imbarazzante. Era come se avessero terminato gli argomenti di cui parlare.

Zayn fu il primo a parlare.

«Abby?» La richiamò. La ragazza si voltò e lo guardò negli occhi penetranti, godendosi Zayn in tutta la sua bellezza.

«Dimmi.» Sorrise lei, incitandolo a parlare.

«Io...ecco...volevo sapere se...anche tu mi ami.» Il Re era evidentemente in imbarazzo e abbastanza teso. «Dopo quello che ti ho detto ieri sera non hai detto nient'altro. Non voglio metterti fretta, ma pensaci.»

Abigail era ancora un po' confusa, ma aveva capito molte cose dopo la rivelazione di Zayn; lui non era cattivo come si era sempre dimostrato, aveva un lato dolce e tenero. Non era crudele, aveva solo una maschera. E probabilmente aveva trovato la persona con cui confidarsi, con cui essere veramente sé stesso. Ma, malgrado questo, Abigail restava ugualmente confusa sul da farsi.

Ma quando parlò per rispondere a Zayn, rimase stupita da quello che le sue labbra avevano pronunciato.

«Zayn, anche io ti amo.»

Il Re si voltò improvvisamente verso di lei, nei suoi occhi la luce era splendente e viva più del solito, non credeva che Abigail lo avesse detto veramente. Ma non ci pensò due volte: si fiondò sulle sue labbra, baciandole dolcemente e godendosi il momento. Il modo in cui le loro labbra danzavano era una poesia.

Le mani di Zayn accarezzavano i capelli della ragazza, e per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì amato, veramente.

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now