65. Break the rules

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Una settimana. Era trascorsa ben una settimana da quando Abigail aveva saputo che Tristan avrebbe partecipato alla battaglia. Sembrava trascorso così poco, sembrava volato via un uno sbuffo. Ma era tempo. Non si poteva più aspettare. Zayn glielo aveva ripetuto per così tanto tempo.

Quel giorno, che all'apparenza era uno come tanti altri, trascorsi come sempre al palazzo, era in realtà un giorno decisivo, che avrebbe cambiato la sua vita e quella di tutti. Forse Abigail non era pronta, ma ormai era tempo. Quel giorno tanto temuto e poco atteso era ormai giunto, e per la ragazza non sembrava possibile. Lei e Veronique sarebbero rimaste a palazzo, a rammaricarsi e sperare che tutto sarebbe andato per il meglio.

Di certo la vampira avrebbe cercato di consolarla, ma la giovane non sapeva davvero più in cosa sperare: lasciare che tutto finisse alla peggio e morire insieme a tutti gli altri, o sperare che il Re e gli altri tornassero sani e salvi per poter ricominciare tutto da capo con Zayn ed essere finalmente felice?

Era difficile pensare chiaramente in un momento pieno di tensione come quello, ma non poteva aspettare a lungo. La decisione andava presa in quell'esatto momento.

«Abby, dobbiamo andare.» Le ricordò Veronique, premendola per il braccio dolcemente.

Insieme scesero dal piano in cui alloggiavano i Lords e altri vampiri, per scendere all'ingresso, salutarli e dare loro un augurio di fortuna. Era il minimo che potessero fare, loro non potevano accompagnarli.

Zayn, Tristan, Marius, Jasper e altri Lords erano lì. In tutto erano circa una ventina, non molti.

Zayn sorrise ad Abigail, incoraggiandola, ma lei sentì il cuore rompersi in mille pezzi. Non era pronta per dire addio a quel sorriso che tanto aveva odiato e disprezzato ma che era pronta ad amare per l'eternità. Sarebbe stato più doloroso del previsto.

Giunsero di fronte a loro. Alcuni di essi non badarono molto all'arrivo delle due, mentre gli sguardi rivolti a loro erano li quelli di Zayn e Tristan principalmente.

C'era silenzio tra loro, nessuno aveva nulla da dire.

«Ehm...ormai ci siamo.» Disse Tristan, non sapendo esattamente cosa dire. Sorrise, mettendo in mostra le sue affascinanti fossette. Il tutto rendeva l'atmosfera meno deprimente.

Abigail, non sapendo cosa dire, saltò al collo di Tristan, singhiozzano rumorosamente. Riversò le lacrime sul suo collo freddo e scoperto, ma egli non disse nulla, si limitò ad accarezzarle dolcemente la schiena con la mano.

Dopo alcuni minuti che sembrarono eterni, Tristan la staccò da sé, e le sorrise di nuovo.

«Sii forte, vedrai che tornerò.» La salutò, e poi abbracciò anche Veronique. Intanto Abby parlò con Zayn.

«Vinceremo, questo non è un addio. Ti amo, lo sai?» Sospirò Zayn, guardandola profondamente con i suoi meravigliosi occhi ambrati. La abbracciò, stringendola a sé, e lei ricambiò. Abigail pianse nuovamente, e Zayn dovette concentrarsi con tutto sé stesso per trattenere le lacrime. Anche lui stava soffrendo.

I saluti non durarono a lungo, l'umana salutò anche Marius e Jasper, anche se quest'ultimo non ricambiò con piacere.

Veronique e Abigail rimasero lì, a guardarli allontanarsi, l'uno accanto all'altro, uniti e pronti per combattere.

Il portone d'uscita si aprì e, nella luce del sole che li faceva brillare come diamanti, uscirono, sicuri come mai prima. Erano pronti, ma cosa sarebbe accaduto? Abby avrebbe pagato per poter vedere il futuro o poter scegliere il destino, ma purtroppo non le era concesso.

«Ehi, torniamo di sopra.» Parlò tranquillamente Veronique.

La ragazza sapeva che, anche se avessero perso, c'era una piccola probabilità che lei sopravvivesse, d'altronde le guardie erano rimaste a palazzo, ma non avrebbe sopportato tutto il dolore provato nella sua giovane vita. Voleva dimenticare tutto, ma i pensieri l'assalivano come belve assetate di sangue.

~

Stare sdraiata per due ore ad annoiarsi e pensare non era tra le idee migliori di Abigail. Ma non sapeva cos'altro fare. Era stanca e pensierosa, ma il sonno non voleva farsi sentire. Veronique aveva pulito la camera da cima a fondo, e le due non si erano rivolte nemmeno una parola fino ad allora.

«Hai intenzione di trascorrere così il resto delle giornate finché non torneranno?» Ridacchiò Veronique, vedendo l'amica così stravolta.

«Non saprei che altro fare. E tu, farai brillare il castello? Sarà da un'ora che spolveri quel comodino.» Scherzò Abigail.

«D'accordo, entrambe finiremo per deprimerci se continuiamo così.»

«Ma cosa potremmo fare? Niente sembra abbastanza interessante o in grado di distrarci.» Sbuffò Abby.

«Ti correggo mia cara amica. Io sto pulendo, il che è in grado di distrarmi. Quella che è sdraiata sul letto a straziarsi da due ore sei tu.» Le ricordò scherzando.

L'umana sbuffò nuovamente, cercando di farsi venire in mente qualcosa di costruttivo da fare.

«Se non hai in mente nulla da fare, io dovrei preparare il pranzo.» La avvertì la vampira.

«Potrei aiutarti a cucinare.» Propose la ragazza.

«Mi spiace, ma la cucina è il mio territorio, al massimo puoi guardarmi mentre mi destreggio.»

«Come vuoi tu.» Le due amiche risero, e scesero dove c'erano le cucine reali.

~

Abigail guardava la vampira volteggiare e muoversi con eleganza tra i fornelli. Il profumo del cibo che cuoceva nel forno si mescolava alla fragranza di vaniglia con cui Veronique preparava il dolce. Stare ad osservarla le faceva venire ancora più fame.

La pancia le brontolò, e Veronique non aspettò molto prima di fare una battuta.

«Prevedo che questo pomeriggio ci sarà un temporale, hai sentito quanti tuoni?» Risero entrambe.

«Be', vorrei vedere come reagiresti tu di fronte ad un bel bicchiere di sangue...»

«Almeno io non farei tutto questo baccano.» Precisò la mora.

Abigail ruotò gli occhi.

Improvvisamente, però, le venne in mente un'idea alquanto bizzarra. Di certo sarebbe stato rischioso, forse troppo, ma non poté far a meno di pensare a loro. Tutta la tensione, il non sapere il vincitore, la stavano uccidendo. Zayn le aveva proibito di fare qualsiasi pazzia, ma si certo ad Abigail non importava. Per quella che era l'ennesima volta, ascoltò solo sé stessa, ignorando i consigli e rompendo le regole. E se fossero partite presto sarebbero riuscite a raggiungerli prima dell'inizio dello scontro. Perciò, decise di tentare e dirlo a Veronique.

«Umh...Veronique?» La richiamò, e lei si girò subito.

«Sì?»

«Stavo pensando...e se li seguissimo? Potremmo andare con loro e vedere cosa succede. Ti prego, non posso sopportare tutto questo.» Disse.

«Cosa?! Sei pazza, non possiamo fare una cosa così rischiosa! Potrebbero ucciderci, non hai idea di quanti selvaggi ci sono fuori da queste mura. E sentirebbero l'odore del tuo sangue e ne sarebbero attratti. È fuori discussione!»

«Andiamo, sarà un'avventura. Non ci faranno niente, sei abbastanza abile per evitarli. Scommetto che anche tu sei in pensiero per loro.» Cercò di convincerla.

«Lo sono, ma non per questo vado verso il suicidio!»

«Tanto moriremo comunque se non ce la faranno, e anche se accadesse il contrario perché noi dovremmo stare qui a morire dentro?»

Calò il silenzio. Veronique continuò a cucinare, seria. La fossetta in mezzo alle sopracciglia metteva in evidenza il fatto che stesse valutando la possibilità di farlo per davvero.

«Lo so già che me ne pentirò amaramente...» Concluse.

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now