20. Never Say Never

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Abigail si trovava bene ultimamente al castello, Tristan era sempre al suo fianco e la faceva sorridere per ogni cavolata. Marius le aveva fatto compagnia per un paio di giorni e si era rivelato dolce e ospitale nei suoi confronti. Con loro due, a volte Abigail dimenticava di aver a che fare con degli assassini, delle sanguisughe. Sapevano farla sentire bene in mezzo a tanta sofferenza passata negli ultimi mesi.

Già... I mesi erano passati, e in men che non si dica era già arrivato dicembre. Solitamente in questo periodo Abigail sprizzava gioia da tutti i pori, contenta per il periodo di grandi festività. Ma quest'anno sarebbe stato tutto diverso. Pur non sentendosi come qualche mese prima, le sarebbe mancato poter trascorrere il natale con la sua famiglia e con William. Quest'anno sarebbe stato diverso per tutti. Niente tradizioni, niente felicità e probabilmente addirittura neanche natale. Perché Abby non sapeva se i vampiri lo festeggiavano o meno, per questo era intenzionata ad avere spiegazioni. Ma quando stava per raggiungere Tristan nel giardino innevato, sentì la voce dura di Jasper richiamarla da dietro le spalle.

«Abigail.» La richiamò con il suo solito tono agghiacciante e freddo.

«Si.» Rispose lei voltandosi e aspettandosi di essere sgridata per qualcosa che non doveva fare. Era già successo in precedenza.

«Ti vogliono nel salotto reale, il re e tutti i Lord devono parlarti.» Mentre Jasper parlava non degnò la ragazza di un solo sguardo, preferì fissare insistentemente i suoi stivali in pelle.

«Ma dovevo incontrarmi con Tristan in giardino, lui ha detto che...» Fu interrotta.

«Lo so cosa ti ha detto. Anche lui ti aspetta di la.» La interruppe e fece segno di seguirlo. Così la giovane non lo degnò di altre attenzioni e si limitò a seguirlo come fosse la sua ombra. Faceva fatica a stargli dietro. Una falcata di Jasper corrispondeva a tre passi di Abigail. Inoltre il passo leggiadro del vampiro continuava ad ammagliare la giovane. Erano esseri così belli, ma allo stesso tempo pericolosi.

Arrivarono nella sala e subito Abigail notò che su un divano erano seduti Zayn, al centro, Tristan alla sua sinistra e Marius alla destra. Altri vampiri, probabilmente Lord come aveva detto Jasper in precedenza, chiacchieravano sonoramente fra loro.

«Ecco Zayn, ho fatto come hai detto. Ti ho portato Abigail.» Piagnucolò Jasper allontanandosi dal l'umana il prima possibile per evitare altri contatti. Lo sguardo di Zayn, in precedenza rivolto a Tristan, si posò su Abigail e sorrise nel vederla in tutto il suo splendore, mostrando i canini bianchi e appuntiti.

«Grazie Jasper.» Zayn ringraziò il biondo e si alzò dal divano color crema per avvicinarsi di più alla giovane. Abigail ripeté nella sua mente di essere forte e adottare toni forti con lui, anche se era il re e sapeva che avrebbe rischiato la vita, ma meglio morire che vivere in certe condizioni.

«Che vuoi Zayn?» Chiese fredda la ragazza senza guardarlo minimamente. Non voleva farlo, non voleva vedere gli occhi di colui che le avrebbe procurato tanto dolore negli anni a venire.

«Quando ti rivolgi a me devi guardarmi negli occhi.» Dopo le parole di Zayn, Abigail sbuffò e alzò i suoi bellissimi occhi azzurri verso quelli del moro.

«Dunque...» Esso si girò a osservare i suoi consiglieri orgoglioso e parlò ad alta voce.

«Per questo week-end tutti i miei fedeli Lord saranno fuori a caccia, le provviste scarseggiano e non arriveremo di certo a febbraio con quello che ci rimane. Perciò tu starai con me per il fine settimana, ci divertiremo.» Sorrise maliziosamente facendo intendere cosa voleva dire per lui "divertimento". E Abigail si spaventò ma non lo mostrò a nessuno sei presenti.

«E se io non volessi?» Chiese lei con un tono di presuntuosità.

«Non hai scelta Abigail. Resterai con me punto e basta. Sarai costretta a fare ciò che ti dico.»

«Tutto solo perché tu sei il re delle sanguisughe?» Ridacchiò la giovane guardandolo con uno sguardo di provocazione e disprezzo allo stesso tempo.

«Ti consiglio di chiudere quella boccaccia che ti ritrovi, o sarò obbligato ad usare la maniere forti.» La minacciò, ma questo non provocò alcun cambiamento in Abigail.

«Fate schifo.» Disse a bassa voce, ma Zayn la sentì ed allora si accigliò.

«Porta rispetto a chi è tuo superiore.» Sibilò amaro. I suoi occhi neri non promettevano nulla di buono.

«Voi non potrete mai comandarmi a bacchetta. Siete solo degli assassini!» Urlò la ragazza in faccia a Zayn che si arrabbiò parecchio. Le afferrò il collo e lo strinse, così che l'umana no poté respirare.

«Lasciami!» Trovò la voce e urlò ancor più forte di prima ma Zayn aumentò la stretta ancor di più.

«Dovrai imparare a seguire le nostre regole, altrimenti il tuo soggiorno qui sarà ancora più doloroso del previsto.» Ringhiò malefico. I suoi occhi erano ormai due pozzi neri che emanavano rabbia. I Lord erano rimasti a guardare senza battere ciglio. Zayn lasciò la giovane e sistemò i capelli passandosi la mano nel ciuffo corvino.

«Potete andare.» Diede il permesso ai Lord di uscire dalla reggia per andare a caccia per il fine settimana. Questi si alzarono uno dopo l'altro, ordinati e leggiadri. Tutti erano vestiti di nero e pallidi come fantasmi. Lasciarono la stanza per incamminarsi nel corridoio che terminava con il portone di ingresso. Uscirono e lo richiusero con delicatezza. Zayn ed Abigail osservarono tutta la scena senza dire parola.

«Va in camera tua. Continuerò con te più tardi.» Sorrise maliziosamente il re, lasciando la stanza.

E Abigail rimase sola a maledirsi per non aver tenuto la bocca chiusa per una buona volta.

~

Il tragitto per tornare alla sua suite sembrò più lungo del solito. Il castello sembrava abbandonato ed era freddo al suo interno. Non c'era anima viva, perciò Abigail ne approfittò per entrare in qualche stanza mai visitata. Aprì la prima porta di un lungo corridoio illuminato da luci soffuse poste ogni cento metri circa. La porta dava su una grandissima libreria, piena zeppa di libri. Al centro erano poste due poltrone rosse e una lampada che illuminava solo l'area attorno alle poltrone. Tutto ciò aveva un non so che di sinistro, ma trasmetteva anche tranquillità. Abigail rovistò tra gli scaffali di libri. Ce ne erano di tutti i tipi e generi. Ne scelse uno e di sedette su una poltrona, iniziando a leggere, ma ben presto si accorse di essere più stanca del previsto. Chiuse gli occhi addormentandosi, ma sapeva di non essere al sicuro nemmeno mentre dormiva.

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now