53. Family

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[Scusatemi di nuovo per il ritardo, ma ho già dovuto riprendere a studiare per la scuola e non ho avuto mai tempo. Non prometto che domani aggiornerò, ma ci proverò con tutta me stessa. Spero che il capitolo nuovo vi piaccia!]

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«Quanto manca? Siamo quasi arrivati, vero?» Continuava a chiedere Abigail, come fosse una bambina. L'aveva chiesto per ben dieci di volte di seguito, e Tristan non aveva fatto altro che ridacchiare e tranquillizzarla.

«Sì, ci siamo quasi.» Diceva ogni volta, girandosi e distogliendo lo sguardo dalla strada per pochi secondi, di modo da vedere la ragazza negli occhi.

Era davvero eccitata. Continuava a sorridere e a ridacchiare al solo pensiero di rivedere la sua famiglia. Ormai era passato davvero molto da quando li aveva visti l'ultima volta, perciò le sue reazioni erano più che normali.

Si agitava sul sedile, non distogliendo lo sguardo dalla strada e dal paesaggio circostante. Gli alberi e i prati erano ancora pieni di neve, essendo a gennaio. La strada era leggermente ghiacciata, ma non era un problema per la guida di Tristan.

Abigail si accorse che la macchina stava superando i centosessanta, è presa dall'eccitazione, rilasciò un'urletto.

«Tristan, va' più veloce.» Disse ironica, pizzicandogli una spalla. Poi tornò a guardare la strada e a sorridere stupidamente.

«Hey, non è colpa mia se Zayn sta andando così veloce.» Rispose il vampiro indicando il veicolo di fronte al loro, che sfrecciava tra la strada nel bosco. «Gli piace la velocità.» Lo giustificò di seguito Tristan.

Mentre Abigail era intenta ad osservare gli alberi del bosco, notò, in lontananza qualcosa, qualcosa che la fece balzare dritta sul sedile.

«Tristan, ci siamo!» Esclamò, nel vedere delle costruzioni e delle case. Erano ancora lontane, ma a quella velocità le avrebbero raggiunte in breve tempo.

Il vampiro annuì soltanto, sorridendo e mettendo in mostra le sue splendide ed affascinanti fossette.

Si stavano avvicinando sempre più, e all'orizzonte si riusciva a scorgere qualche pezzo di comunità in più rispetto a prima. E quando furono alle porte, Abigail rimase sorpresa di non vedere le mura che avevano sempre circondato la comunità per proteggerla dagli invasori. Si riusciva a vedere direttamente quel che restava della città. I palazzi in costruzione erano rimasti come erano, senza essere mai completati. Le case erano distrutte, per la maggior parte dei casi, e i giardini tutti disordinati, pieni di pezzi di cemento e legno, provenienti dalle case crollate.

E la giovane rimase ancora più colpita nel vedere che Tristan non imboccava la solita strada per andare alla villa dei genitori. All'incrocio non girò a destra, ma a sinistra, percorrendo una strada nel bosco.

«Ma...la casa dei miei genitori non è da questa parte...» Fece notare Abby, essendo un po' preoccupata.

«Lo so, ma non abitano più lì, la loro casa è stata distrutta, come le altre del resto.» Spiegò, ma subito dopo aggiunse un particolare, notando che Abigail aveva assunto un'espressione più preoccupata di prima. «Ma loro stanno bene, non preoccuparti. Zayn mi ha detto che non si trovano così male neanche ora.»

«E lui come lo sa?» Abigail alzò un sopracciglio, non capendo molto bene la situazione.

«Non saprei, non me lo ha detto ad essere sinceri...» Anche Tristan era abbastanza insospettito, ma non continuò il discorso. Abigail scosse le spalle, distogliendosi il pensiero. Sentiva che mancava poco, ed era proprio così.

Nel giro di pochi minuti, Tristan e Zayn parcheggiarono accanto ad una piccola casetta, dove, al di fuori, c'era un'ammasso di legna leggermente umida, malgrado il telone la coprisse. Fuori la casa, il fumo usciva dal camino.

Tristan ed Abigail uscirono dalla macchina, ed incontrarono subito Zayn, Marius e Jasper, anche questi offritetisi di accompagnare Abigail e il re. Anche se Jasper era stato costretto a farlo. Ma già parecchie volte aveva preferito mordersi la lingua e stare zitto.

«Pronta?» Chiese Zayn, mostrando uno dei suoi raggianti sorrisi.

«Mai stata così pronta.» Sospirò Abigail, sorridendo a sua volta.

«Be' allora che aspettiamo? Andiamo.» Incitò Lord Marius, evidentemente coinvolto dalla situazione.

Ormai era ora, era giunto il momento tanto desiderato da giorni, da mesi. Il cuore di Abigail batteva come non mai. Aveva paura, in un certo senso, di non riconoscerli più, di non essere lei più la stessa. Scosse il pensieri dalla testa, e si avvicinò alla porta, bussando sul legno riverniciato di bianco.

Sentì dei passi provenire da dentro la casa, e le chiavi girare nella toppa. La ragazza si concesse un ultimo sospiro liberatorio.

E vide il volto stanco e a dir poco sorpreso di sua madre...

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now