23. Stubborn

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Abigail era testarda, lo era parecchio. In tutti i suoi anni di vita non aveva mai lasciato che qualcuno potesse metterle i piedi in testa, assolutamente odiava essere dominata. Credeva che gli umani erano creature uguali per diritti e doveri, perciò nessuno di essi poteva atteggiarsi da superiore o essere sottomesso da un suo simile. Ma la sua attuale situazione era ben diversa. In questo caso i vampiri erano nettamente superiori agli umani ormai da secoli e una ragazza di soli diciassette anni non poteva cambiare ciò che ormai era seguito da anni. Però non avrebbe permesso che Zayn la comandasse, sarebbe andata oltre il suo aspetto affascinante e carismatico, perché in realtà era un mostro, un assassino. Avrebbe solo aspettato che Abigail avesse più confidenza con lui e il castello, per poi balzare su di lei come fosse una preda e farla sua con la forza. Una cosa che la irritava a morte.

I pochi incontri avvenuti con il re non avevano mai portato a nulla di buono. I due si erano sempre scontrati, e per Abigail la sola visione del re la mandava su tutte le furie. Erano così diversi, tanto che non avrebbero mai potuto andar d'accordo. E lei non avrebbe permesso a Zayn di utilizzarla sono come giocattolo su cui riversare il suo dolore e le sue pene. Era assolutamente assiomatico. Anche a costo di morire.

Già, perché avrebbe preferito lasciare tutto così e andarsene da questo mondo che le aveva portato tanto dolore, nell'ultimo periodo. Ma ormai non poteva fuggire, e il re non avrebbe di certo lasciato che si uccidesse.

Distratta dai pensieri, Abigail non si accorse di essersi persa tra i corridoi labirintici del castello. Il corridoio dove si trovava ora era spazioso, abbastanza lungo e illuminato da luci soffuse. Per terra un tappeto rosso era steso senza pieghe ne sporcizia incastonata. Notò che in un punto interrotto con più luci rispetto agli altri punti, c'era un quadro con la cornice dorata e subito sotto un piccolo comò con dei candelabri anch'essi d'oro. Nel quadro erano raffigurati un uomo e una donna. Entrambi la pelle di un pallore cinereo e gli occhi leggermente arrossati. Vampiri.

Erano entrambi seduti su un divanetto rosso, la mano dell'uomo in quella della donna. L'uomo aveva i capelli scuri, quasi neri e dei tratti ben definiti. La donna, invece, aveva dei morbidi boccoli di un biondo scuro che le ricadevano elegantemente sulle spalle nude. Il vestito blu notte era da favola, adornato con dei piccoli diamanti sul corsetto. Erano entrambi meravigliosi, e Abigail non poté far a meno notare che alcuni tratti di entrambi assomigliavano a quelli di Zayn. Erano i suoi genitori? Non aveva mai fatto parola di loro ma potevano benissimo esserlo.

Abigail, senza accorgersene per la sua attenzione rivolta al quadro, urtò involontariamente il tavolo e il candelabro, che le ferì la mano. Il sangue cominciò ad uscire dalla piccola ferita che si era formata sul dorso della mano, e la ragazza cominciò a correre verso il corridoio per cercare di nascondersi ed evitare qualche presenza indesiderata. Ma il corridoio sembrò non finire mai. Le porte che avrebbero, molto probabilmente, condotto ad altre camere si presentavano di rado e di certo Abigail non era intenzionata ad aprirle.

Continuando a correre, con la sua sbadataggine, andò a finire contro qualcosa...o meglio qualcuno. Era duro e freddo come il ghiaccio, e appena Abigail alzò lo sguardo per vedere di cosa si trattava, trovò davanti a sé un vampiro dai capelli chiari, quasi bianchi, e con gli occhi cremisi. Subito saltò via dal suo petto e mise le mani dietro la schiena per nascondere la ferita, anche se il sangue le aveva leggermente macchiato la maglietta bianca e, essendo un vampiro quello contro cui aveva sbattuto, poteva benissimo sentire l'odore del sangue.

«Scusa.» Si scusò Abigail abbassando lo sguardo e girandogli intorno per proseguire la sua corsa verso un luogo più sicuro. Ma appena lo sorpassò si sentì afferrare per le spalle con forza e fu fatta girare verso il vampiro dai capelli chiari.

«Non preoccuparti, posso aiutare?» Il suo tono era tranquillo, quasi troppo tranquillo. Parlava lentamente pronunciando le parole lettera per lettera. Nella sua voce si poteva riconoscere un accento australiano molto affascinante.

«Non credo che tu sia la persona più indicata per aiutarmi.» Cercò di sorridere falsamente la giovane, ma non riuscendo nel suo intento.

«Oh, tranquilla. Non mordo.» Sorrise il biondo mostrando i canini e facendole l'occhiolino. «Coraggio, vieni con me.» La prese per il braccio trascinandola lentamente dietro di se. Le falcate del vampiro erano prorompenti, e Abigail fece fatica a stargli dietro.

Arrivarono in un piccolo bagno con solo un water e un lavandino con sopra un armadietto che conteneva dei medicinali.

«Siediti qui.» Il biondo fece sedere sul water Abigail che non distolse mai lo sguardo da lui, ogni suo movimento era così leggiadro e spigliato tanto da ammagliarla. Prese dall'armadietto un disinfettante e un cerotto. Si avvicinò alla ferita sulla mano di Abigail e iniziò a disinfettarla. Il dolore si impossessò di lei e non poté far a meno di genere.

«Quindi tu sei Abigail, giusto?» Chiese il vampiro mentre si concentrava a disinfettare la ferita.

«Come fai a sapere chi sono?»Abigail era alquanto stupita.

«Oltre al fatto che una delle doti dei vampiri è la lettura nel pensiero...» Questo spiegava come Zayn, la sera stessa, riusciva a prevedere le domande che Abigail gli avrebbe fatto. «Zayn mi ha parlato di te.»Finì la frase.

«E tu chi sei invece?» Domandò lei curiosa di saper di più. Intanto il vampiro le aveva messo il cerotto sulla mano e stava riordinando un po' di cose.

«Vladimir, un vecchio amico di Zayn.»

«Non ti ho mai visto a palazzo.» Osservò la giovane.

«Questo perché io abito in Romania. Ma mi trovavo da queste parti per motivi "di lavoro" e ho pensato di far visita a Zayn.» Abigail annuì per tutto il tempo, e una volta che Vladimir ebbe finito di riordinare, uscirono insieme dal bagno.

«Allora magari ci si vede in giro, Abigail.» Il suo sorriso era qualcosa di davvero luminoso, soprannaturale.

«Okay, mi ha fatto piacere conoscerti.» Ricambiò il sorriso e in men che non si dica il vampiro si allontanò.

Compulsive ≫ z.m. Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang