3. The dinner

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Abigail odiava la tensione che si era creata quella sera a cena. Nessuno parlava e giravano solo occhiatacce. Ogni tanto William le stringeva la mano come per farle forza di andare avanti senza esplodere. Non era una ragazza che amava restare in pubblico. Si trovava bene con poche persone e basta, e in quel caso il numero prestabilito era superato. La cosa per cui doveva farsi forza era per come suo padre guardasse il signor Black. Odiava tremendamente il fatto che i due si odiassero, in fondo ne William ne la sua famiglia avevano mai fatto qualcosa ai Jackson, almeno questo era ciò che Abigail sapeva. Ma ormai sapeva che i suoi genitori le tenevano nascoste delle cose, atto per il quale la giovane Jackson non trovava motivo. Ma il profondo e interminabile silenzio fu spezzato all'improvviso.

«Voglio conoscerla meglio signor Black.» Intervenne in padre di Abigail con sguardo indagatore. I due non si conoscevano bene, anzi, non si conoscevano affatto per il semplice fatto che si erano incontrati poco e quelle volte non avevano cercato neanche di fare conversazione.

«Qual'è il suo lavoro?» Patrick cominciò con le domande. Ma già la risposta a questa avrebbe potuto fargli mettere in testa strane idee sui Black. Il padre di William deglutì prima di iniziare a parlare.

«Lavoro nel campo dei trasporti di alcuni determinati tipi di alimenti da importare nella nostra comunità.» Rispose in modo abbastanza fiero. In fondo, nella comunità era un lavoro abbastanza dignitoso e i guadagni erano buoni. Già non era come il lavoro del padre di Abigail, ma con quello riusciva a sfamare la numerosa famiglia.

«Interessante.»Commentò l'altro sorseggiando un po' di vino rosso dal suo calice. Sembrava un detective in azione. Scrutava l'intera famiglia come fossero colpevoli di un delitto.

«E William, tu cosa fai?» Chiese successivamente Patrick al giovane che posò la forchetta delicatamente sul piatto e sospirò prima di parlare. Non amava parlare di se stesso, ma sapeva di doverlo fare per Abigail e per il suo amore per lei.

«Io studio economia, ma nel tempo libero aiuto mio padre con il suo lavoro, signore.» Rispose il più educatamente possibile. William avrebbe tanto voluto seguire le orme del padre per aiutarlo e, magari un giorno, prendere il suo posto.

«Anche io ho studiato economia per un anno, poi ho capito che non era la mia strada.» Fù una mossa falsa dire che studiava economia, infatti il signor Jackson la odiava ma questo William non lo poteva sapere. Abigail stava composta a sospirare continuamente e a ripetersi mentalmente di restare calma e che tutto sarebbe finito per il meglio.

«Beh, mia figlia Elisabeth vorrebbe fare la stilista ed Abigail vorrebbe lavorare nel campo medico.» Si vantò Patrick. In realtà Abigail non voleva fare il medico o cose simili, non sapeva ancora cosa avrebbe voluto fare. L'unica certezza riguardo il futuro era quella che, un giorno, avrebbe sposato William. Le era stato imposto di studiare medicina.

L'affermazione fatta da Patrick fece abbassare il capo del signor Black, perché sapeva che le sue figlie e suo figlio non avrebbero mai fatto cose così grandi nella vita. William avrebbe tanto voluto aiutare suo padre in un momento così difficile per lui. Allora si lasciò scappare un'affermazione poco azzeccata.

«Ma posso chiederle cosa serve ai giorni nostri fare la stilista? Non fraintendetemi, non ho niente contro Elisabeth, ma il mondo è quasi al catafascio e lei vuol far spiccare sua figlia in un campo completamente inutile?» Non era sua intenzione parlare così mele di una decisione della famiglia Jackson, ma la tensione giocava brutti scherzi.

«Non ho scelto io per mia figlia quelli studi e il mondo non è al catafascio, l'umanità si riprenderà.» Rispose duramente a William. Se uno sguardo potesse uccidere, William sarebbe già morto perché gli sguardi fulminanti di Patrick non promettevano niente di buono per i rapporti fra le due famiglie.

Compulsive ≫ z.m. Where stories live. Discover now