Capitolo 44 - Carte in tavola

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Josephine

Spero che dalla mia faccia non traspaia l'imbarazzo che sto provando in questo momento.
Ci è andata bene. Qualche minuto prima e ci avrebbero colti in flagrante.
Ora che ci penso è stato da irresponsabili lasciarci andare in questo modo proprio qui a pochi metri dagli altri ma ad essere sincera, non me ne pento per niente.

Mi guardo intorno e analizzo lo stato della stanza: sembra che sia passato un uragano in questo guardaroba. I cappotti sono a terra e ci sono grucce sparse ovunque; per non parlare della maglia tutta stropicciata di Hero che gli cade storta sulla spalla. Spero almeno che i miei capelli e il mio trucco siano decenti.

Quale scusa potremmo accampare per giustificare la nostra presenza qui?! È impossibile che si bevano che ci siamo appartati solo per fare due chiacchiere.

Stanno sull'uscio della porta con espressioni confuse; beh almeno Allyson e Samantha, perché Anna non sembra sorpresa per niente. Anzi... cerca di trattenere un sorriso e spero tanto che ci aiuti a uscire da questa situazione assurda.

"Che fate qua dentro?" Chiede Samantha mentre scandaglia il minuscolo guardaroba.
Mi giro verso Hero che si sta grattando dietro il collo. Cosa che fa sempre quando è nervoso o sta mentendo.
Andiamo alla grande...

"Allora? Vi cerchiamo da almeno mezz'ora. Ci sono dei giornalisti che vogliono farvi qualche domanda." Insiste Ally. Non ha un tono severo piuttosto curioso ma non posso dire lo stesso della mia agente che sembra sempre più nervosa ogni minuto che passa.

"N...noi -" inizia a balbettare Hero.
"Stavano cercando la mia giacca" Si intromette Anna.

La ringrazio con lo sguardo anche se non credo che questa storia sia minimamente credibile.

Ally e Sam si girano verso di lei sospettose.
"Perché non ce lo hai detto prima, scusa?"
Ecco appunto.
"Lo avevo... scordato" Tenta Anna e mi scappa da ridere.

Mi succede spesso quando sono nervosa.

"Okay. Mi stai palesemente mentendo. Cosa sta succedendo qui?" Dal tremolio della sua voce sento che la mia agente sta perdendo la pazienza.
Con lo sguardo passa in rassegna Anna, Hero e me e sento che dovrei dire qualcosa.
"Dovevamo chiarire una cosa e in sala c'era troppa confusione" dico di getto.

È la cosa più simile alla verità, sinceramente sono stanca di essere alla costante ricerca di scuse soprattutto quando sono con gente con cui sono affezionata in un modo o in un altro.

Hero si gira verso di me. Sembra incredulo, di certo non si aspettava che sarei stata così schietta.

"Qui dentro?"
"Già."
"Che cosa hai fatto ai capelli?" mi chiede irritata e di riflesso cerco di sistemarli.
Sento che sta facendo due più due ma per lei tutto questo non può avere senso.

Allyson sembra pensare a qualcosa, poi guarda Hero e nei suoi occhi appare un scintilla di comprensione. Certo, per lei non deve essere difficile arrivare alla conclusione. Ci ha sorpresi a baciarci una volta e ci ha dato una bella strigliata, per non parlare del fatto che per qualche settimana ci è stata col fiato sul collo. Di contro però, io e Hero non abbiamo mai smesso di sgattaiolare l'uno nella camera dell'altra.

"Oh mio Dio! Non ditemi che avet-"
Ma per fortuna viene interrotta da Allyson.
"Okay, sentite. In questo momento ho sentito abbastanza, non aggiungete altro. Adesso vi date una sistemata, torniamo di là, rispondete alle interviste e poi mi spiegherete tutto quanto."
Detto questo, fa un sospiro e gira i tacchi in direzione della sala.

La mia agente è impallidita e controvoglia decide di seguire l'esempio della collega.
"Poi mi dovrai spiegare tutto questo." Mi minaccia e va anche lei.
Deve esserle costato molto decidere di tenere la bocca chiusa ma evidentemente il lavoro è molto più importante.

Not far enoughWhere stories live. Discover now