Capitolo 77 - Promessa onorata

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JOSEPHINE

Brian e Castille non ci avevano nemmeno lontanamente dato l'idea della festa che ci ha accolti al ventiquattresimo piano. La stanza adibita ai pasti è stata totalmente stravolta: il grande tavolo è stato abbellito con quella che sembra la tovaglia più costosa che abbia mai visto, candele e piante sono state disposte come decorazione e cestini di pane sono disseminati sul tavolo.

Abbiamo avuto il tempo di una doccia veloce prima di riunirci tutti qui e da quel momento non abbiamo fatto altro che mangiare. Dopo quattro portate di cibo, finalmente stiamo aspettando il dolce. La cena è stata piacevole tutto sommato: si è parlato, si è scherzato, si sono ricordati episodi buffi sul set e ideati progetti futuri

Hero è seduto accanto a me, intento in una conversazione sulla sua squadra del cuore ma il discorso viene interrotto non appena un dolce dall'aspetto appetitoso arriva in tavola.
Impaziente di assaggiarlo, prendo la mia forchettina e la affondo nella panna. Il gusto mi esplode in bocca ma ci manca poco che sputi tutto, non appena sento una mano stringermi la parte alta della coscia coperta solo da dei collant neri.
Mi giro verso Hero per ammonirlo con lo sguardo ma lui è concentrato sul suo dessert apparentemente estraneo al fatto che mi sta palpando sotto a un tavolo a cui sono sedute più persone.

Mi aggiusto meglio sulla sedia cercando di fargli levare la mano ma scopro che è impossibile, continua inesorabilmente ad accarezzare, stringere e sfiorare le mie gambe per la restante parte della cena e la mia testa gira per tutto il tempo, sia per Hero che per i bicchieri di vino e spumante che ho bevuto tra una portata e un'altra.

L'unica parola che mi viene in mente per descrivere quello che sto subendo è tortura. Di quelle medioevali, di quelle più atroci e subdole. E non so se saltare addosso a Hero o schiaffeggiarlo qui davanti a tutti.

"Qualcosa non va, Jo?" Mi chiede con falsa ingenuità approfittando di un momento in cui siamo fuori dalla conversazione.
"Assolutamente niente." Rispondo infastidita non dandogli soddisfazione.
Mi aggiusto per l'ennesima volta sulla sedia e accanto a me lo sento ridacchiare.
"Ti stai divertendo vedo." Osservo frustrata.
"Ti sbagli, tutto il contrario." Dice col fiato corto e sento la sua mano risalire pericolosamente sotto il vestito che sto indossando.
"Secondo te manca molto alla fine della festa?" Gli chiedo schiaffeggiando la sua mano fin troppo curiosa.
"Lo spero. Poco fa giurerei di aver visto Brian lottare per tenere le palpebre aperte. Speriamo in un colpo di sonno collettivo."
"Sembra che lo facciano di proposito..." osservo giocando con il tovagliolo davanti a me.

"Potresti fingerti malata e potrei accompagnarti in camera per aiutarti..." Suggerisce dopo un po'.
"Certo, Castille capirebbe immediatamente tutto."
"Hai ragione, ci sta fissando anche in questo momento." Mi avvisa a bassa voce e mi giro verso di lei constatando che è vero. Tuttavia lei si limita a sorridere, le sue guance rosse e la sua espressione rilassata mi suggeriscono che ha bevuto qualche bicchiere di troppo ma fa bene, ha tutto il diritto di festeggiare.

Arrivati a mezzanotte, decido che sarebbe anche l'ora di andare. Annuncio a tutti di stare andando a dormire e lancio uno sguardo a Hero per dirgli di sbrigarsi a raggiungermi. Proprio mentre sto per uscire dalla porta però, sento che viene interpellato da qualcuno e so già che ci metterà del tempo prima che sarà libero di venire da me.

Arrivo in camera e decido di sistemare le ultime cose in valigia per ingannare il tempo e per non rischiare di addormentarmi mentre lo aspetto.

Finisco di sistemare tutto e ancora lui non viene, allora comincio a fare zapping in TV. Lascio su un canale di televendite bulgaro, attirata da uno strano attrezzo per allenare i glutei ma appena mi rendo conto di ciò che sto guardando riprendo a cambiare canale.
Dopo non so quanto tempo non sto nemmeno facendo caso a cosa passa in TV quando finalmente sento due colpi alla porta.

Not far enoughWhere stories live. Discover now