Capitolo 51 - Sopra Parigi

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Josephine

La prima cosa che mi colpisce è il panorama. Da questa parte, si può vedere l'intera città. Nessun palazzo ostruisce la visuale e la luce della luna piena batte proprio su di noi.
Al di sotto si vedono strade, macchine sfrecciare, persone in gruppo o da sole che percorrono i grandi marciapiedi e rimango sbalordita nel distinguere un po' più in fondo la Tour Eiffel. Illuminata di notte sembra essere un diamante ed è meraviglioso come l'energia della città si concentri tutta in un unico punto. Non mi ero resa conto di quanto fossimo in alto; il vento soffia abbastanza forte ma noto solo appena il freddo che sto sentendo. Da questa parte siamo più vicini al parapetto e sembra quasi di essere sospesi sopra Parigi.
Mi avvolge un senso di libertà che non provavo da settimane ma la mia attenzione ricade su qualcos'altro. Tra noi e la ringhiera c'è un ammasso di coperte che riconosco essere quelle dell'hotel.

Mi giro e vedo Hero con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Le sue mani sono ancora in tasca ma ora non è più nervoso, sembra spavaldo.
"Ma che cosa è?" chiedo perché non so cosa altro dire.
È stupendo, Hero.
Probabilmente dovrei dire questo ma non lo faccio, mi limito a guardarlo incredula.
"Il nostro modo di goderci Parigi. Dato che non possiamo farlo in modo normale..." e con questo si avvia verso il letto di coperte e ci si mette su, invitandomi a raggiungerlo. Lo seguo immediatamente e non appena mi siedo, mi porge una coperta con cui copre entrambi.
"Modo normale? Questo non mi sembra molto normale!" non riesco a togliermi il sorriso dalle labbra.
"Hai ragione ma non è colpa mia. Ossitocina, ricordi?" mi dice porgendomi un barattolo di plastica e un cucchiaino. Lo riconosco subito: è il budino che danno all'hotel, quello che danno sempre a colazione. Continuiamo a lamentarci di quanto sia orribile e che l'unico gusto tollerabile, al cioccolato, finisca sempre prima del nostro arrivo. Anche adesso il gusto che stringo tra le mani è alla fragola.
Scoppio a ridere.
"Non avevano quelli al cioccolato." Ridacchia per la prima volta imbarazzato da quando siamo saliti qua su.
"Ovviamente"
"Non hai nulla da dire?" mi chiede scrutando la mia espressione.
"No. In realtà sono senza parole." Confesso.
"Beh, qualcosa potresti dirla... ho dovuto corrompere un sacco di gente per questa cosa, quindi..."
"Ma davvero? Con gente intendi Emily la receptionist? Non credo sia stato tanto difficile."
Fa una finta faccia indignata.
"Non ne hai la minima idea." Dice ridendo e gli lancio un'occhiata.
"Sto scherzando. Ho dovuto solo chiedere." Afferma prendendo in bocca il suo cucchiaino di budino.
Non mi sorprende che non abbia avuto problemi.
"Aspetta! Che cosa hai detto che avresti fatto quassù?"
"Non sono sceso nei dettagli, tranquilla."
Cerco di non pensare all'incoscienza del gesto e cerco di godermi la parte dolce della sorpresa. Non credevo che Hero fosse il tipo da gesti del genere e sinceramente non credevo che io fossi il tipo da apprezzarle senza farmi venire il voltastomaco. Io che ho sempre snobbato qualunque gesto romantico mi abbiano mai rivolto.

"Terra chiama Jo! A cosa stai pensando?"
"Niente, mi sto solo godendo il panorama!"
"Ti devo dire una cosa!"
Per qualche motivo il mio stomaco si contorce a queste parole. Cerco di smorzare la sensazione prendendo un boccone di quell'orribile budino.
"Dimmi." Lo esorto con la bocca piena.
"Mi hanno preso per un film che girerò a fine mese, in Canada."
Oh era solo questo, ma che mi immaginavo?
"Davvero? Ma è fantastico, avete parlato di questo con Allyson stamattina?"
"Sì ma grazie a questo, starò a Los Angeles qualche giorno in più!" lo dice come se di tutto quello che ha fatto stasera, fosse questa la vera sorpresa.
"Davvero?"
"Già, quindi mi avrai ancora un po' tra i piedi." Dice in tono dispettoso ritornando al suo budino.
"È fantastico." Gli sorrido sincera e cerco di ignorare il volto di Russell che la mia mente ha ben deciso di immaginare.

Hero si sdraia e sento il suo sguardo su di me mentre mi godo la vista. Mi giro verso di lui, i suoi occhi sembrano più scuri con la sola luce della luna e della città sotto di noi ma ha un'intensità magnetica che mi convince a raggiungere le sue braccia, tirandomi dietro la coperta.
Ho deciso che così la vista è più bella.

Not far enoughWhere stories live. Discover now