Capitolo 38 - Risvegli traumatici

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Josephine

Prima che il mal di testa mi colpisca come un martello pneumatico, a svegliarmi sono delle voci provenienti dal salotto. La mia coinquilina ha già ospiti a quest'ora? Guardo l'orologio constatando che sono le nove del mattino.

Quante ore avrò dormito?

Mi alzo a fatica dal letto e mi stupisco di non essermi cambiata prima di addormentarmi.
Né struccata.
Osservo guardandomi allo specchio.

L'ultima cosa che ricordo di ieri sera è che ero al pub con Anna, Hero e Jennifer. Sapevo che non dovevo lasciare che ordinasse quell'ultimo cocktail.

Cerco il cellulare per controllare se ci sono chiamate o messaggi ma non lo trovo, come non trovo la mia borsa.

Ecco un'altra risatina acuta della mia coinquilina che mi perfora le tempie. Cosa avrà da fare tanto la gallina?
Questo mi fa ricordare che ancora devo affrontarla riguardo alla questione dei paparazzi.

Fregandomene di chi ci possa essere, esco dalla mia camera, attraverso il corridoio e sono già sulla soglia del salotto quando mi blocco scoprendo chi è la persona che sta intrattenendo.

E lui che ci fa qui?

"Buongiorno!" mi saluta sorridente Hero non appena mi nota.
Anche lui deve essersi svegliato da poco, ha i capelli arruffati e gli occhi assonnati come me ma ha un aspetto parecchio migliore del mio.
Cerco di immaginarmi dall'esterno: una pazza con i capelli scombinati, trucco sbavato e vestiti del giorno prima.

"In gran forma stamattina eh? Stavo spiegando a Hero il mio allenamento giornaliero" mi dice come se fossimo amiche per la pelle, la mia coinquilina con i suoi pantaloni fitness e il top che le copre a mala pena il seno.

Nonostante sia venuta qui in salotto sul piede di guerra all'improvviso ho solo voglia di andarmene.

Devo mangiare qualcosa così potrò prendermi un'aspirina.

"Interessante... Continuate pure, io vado a fare colazione" mi limito a rispondere, non fingo nemmeno un sorriso ed entro in cucina cercando di mandare giù il fastidio che provo a vedere quei due sul mio divano.

Mentre sto versando i cereali nella ciotola sento dei passi dietro di me.

"Potrei averne un po' anche io? Come ti senti?" chiede Hero mentre si stropiccia gli occhi.
Gli passo la scatola e una tazza ma ignoro la sua seconda domanda.

"Che ci fai qui?"
"Come che ci faccio? Ho dormito qui stanotte... Sul divano"
"E... perché?"

Noto che si irrigidisce e con un tono più distaccato mi risponde.

"Beh, me lo hai chiesto tu!"

Scoppio a ridere.
"Ti ho chiesto di restare. Io?"
"Già"
"Impossibile"
"No. Evidentemente!" mi risponde accigliato.
Caspita, ero così ubriaca?

Lo guardo versarsi il latte e mangiare in piedi poggiato al bancone.

"Beh... Non avresti dovuto farlo. È stato inopportuno. Sapevi che ero ubriaca, non mi avresti neanche dovuto dare retta"
Mi guarda sbalordito.
"Non saresti nemmeno riuscita ad arrivare al piano. Non riuscivi neanche a infilare la chiave nella serratura!"
"Shh, non urlare... Mi scoppia la testa" gli faccio cenno di abbassare la voce.
"Beh, non avresti dovuto bere così tanto ieri sera."

"Questo non cambia le cose e non credo che tu sia nella posizione di dirmi quanto posso bere."
"Non ci posso credere" parla tra sé e sé e ride amaramente.
"Che c'è?"
"Anziché ringraziarmi di averti riaccompagnata mi dai addosso!"

Not far enoughWhere stories live. Discover now