Capitolo 48 - Verso i primi problemi

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Tutta la notte. Sono stato sveglio tutta la fottuta notte.
È la prima notte che dormo da solo da quando è iniziato il tour. Guardo l'orologio del mio telefono che segna le 4:59 e decido che a questo punto è meglio alzarsi direttamente. La sveglia è puntata alle 8:00 ma so già che se rimango qua a fissare il soffitto diventerò ancora più frustrato.

Infilo sopra la mia T-shirt la prima felpa che trovo e i miei pantaloni della tuta, indosso le scarpe da ginnastica e prendo il berretto, le cuffiette e il cellulare dal mio comodino.
Una bella corsetta mi farà bene e a quest'ora del mattino dubito che ci sia qualcuno in grado di riconoscermi. Mi precipito nella hall e poi subito fuori, ignorando le occhiate della receptionist a cui rivolgo un semplice sorriso di cortesia. Per non scatenare il panico invio anche un messaggio alla mia agente.
Sto andando a correre. Sarò di ritorno tra un'ora.
Con la musica sparata a palla nelle orecchie percorro vie semisconosciute che mi è capitato di visitare nelle volte che sono stato qui per lavoro. L'aria è ancora fredda e pungente al mattino presto e lo smog delle auto è ancora tollerabile.
Oggi è la giornata più piena del nostro soggiorno in Italia e sarò da solo. Jo non poteva scegliere giorno migliore per ammalarsi, me la prenderei con lei per aver mangiato così tanto ma ieri sera era proprio KO. Non l'ho mai vista così, neanche quella volta che si è ubriaca e il giorno dopo ha vomitato nel mio bagno ad Atlanta.
Non ha voluto neanche che rimanessi con lei... avrei potuto esserle d'aiuto.
Chissà, magari avrà parlato con quella persona dal numero sconosciuto. Non ne ho la certezza ma il mio cervello sa che c'è un ragazzo dietro a quel messaggio e fatico e reprimere la gelosia e la curiosità di saperne di più. Non sono mai stato geloso in vita mia e non mi piace affatto sentirmi in questo modo.
Giro sulla destra in una via un po' meno trafficata e spero tanto di riuscire a trovare facilmente la strada per il ritorno.

Finisco col fare un giro lungo e arrivo in Hotel alle 6:30. La temperatura si è alzata parecchio col risultato che sono sudato a mollo e bisognoso di una sana, lunga e (si spera) restaurante doccia.
Apro la porta della mia stanza e per un attimo medito di bussare in quella di Jo, ma cambio subito idea. A quest'ora starà dormendo o peggio, Samantha potrebbe essere rimasta con lei. Non mi va di avere a che fare con il suo sorriso forzato di prima mattina.
Mentre sto per entrare però sento scattare la serratura della camera accanto e una Jo, scompigliata e malaticcia si affaccia dalla sua porta.
"Ehi" mi saluta accennando un sorriso. Ha la voce rauca, spero non per la nottata passata a stare male.
"Buongiorno" le sorrido di rimando. Mi squadra dalla testa ai piedi con un'espressione confusa.
"Dove sei stato?"
"A correre" dico levandomi il berretto e le cuffie ormai spente.
Mi guarda stranita e con un sorriso incredulo.
"Perché?" Capisco che le debba sembrare strano. Di solito sono io quello dormiglione che al mattino non ne vuole sapere di alzarsi dal letto.
"Avevo voglia di scaricare la tensione. Sarà una giornata lunga oggi."
"Già... mi dispiace non esserci"
"Stai meglio?" sembrerebbe di sì dal suo colorito.
"Un po' ma non sono per niente in forma."
"Non ci posso credere ancora che mi lasci alla mercé dei giornalisti e dei fan..." Sospiro.
"Non è colpa mia! Ma puoi sempre passare da me prima di andare."
Il sorriso che mi si apre in faccia è istantaneo.
"Certo ma prima penso sia il caso di farmi una doccia" ridacchio, facendo notare il mio stato disastroso.
"Mm. Se devo essere sincera, ti dona parecchio." Dice cercando di mantenere un tono neutrale.
"Ci scommetto. Ci vediamo tra mezz'ora." Le faccio l'occhiolino e mi chiudo la porta alle spalle.

Josephine

Il nome di Jess compare sulla schermata del mio cellulare mentre ritorno a sedermi sul letto. Ieri le ho scritto un messaggio prima di andare a dormire in un momento di estremo bisogno. Non la sento da una settimana e mi è mancata molto quindi non la faccio aspettare e rispondo immediatamente alla videochiamata.

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