Capitolo 43 - Ritrovarsi

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Hero

È qui davanti a me.
Tra noi aleggia un imbarazzo palpabile anche da chi non conosce la situazione, ci scommetto.

Mi sforzo di mantenere la calma mentre Jo continua a fissarmi senza dire nulla.

"Quindi sei viva."
"Eh? Sì. Sono stata molto impegnata. Che si dice a Londra?"

Come immaginavo, sta facendo finta di nulla. Ho sbagliato di nuovo tutto... Avevo lavorato così tanto sul reprimere ciò che provo e lei con un bacio ha risvegliato tutto. Le cose sembravano andare alla grande, e poi? Il nulla. Adesso è qui e io sento le gambe molli. Non importa quanto mi sforzi, lei è la mia criptonite.

"Ho avuto da fare, anche io sono stato molto impegnato." Rispondo grattandomi la nuca. Sono troppo teso.

"Già, ho visto" ridacchia ma non mi sfugge l'acidità nel suo tono.
"Hai visto?" le domando perplesso. Temo di sapere a cosa si riferisce.
"Beh... il tuo nome si legge spesso ultimamente."
"Leggi quelle cose? Spero che tu non dia peso a ciò che scrivono su di me in rete..."
"Ah, e cosa scrivono su di te?" mi domanda con una vocetta ingenua mentre rosicchia una patatina.
"Cose non vere." preciso tagliando corto.

Nella testa mi rimbalza l'idea assurda che non mi abbia più scritto per colpa di tutte quelle notizie. No... Jo non crederebbe mai a certe cose, vero?

Si guarda in giro come per cercare una via d'uscita.

"Tu, nulla di nuovo?" Cerco di mantenere viva la conversazione. Non voglio che scappi.

Scuote la testa.

"Sei bella stasera."

Ma che cazzo sto dicendo. Dovevo affrontarla non farle i complimenti...

Riesco a prenderla di sorpresa un'altra volta.
Il rossore delle sue guance, il modo in cui mi guarda mi suggeriscono che in lei c'è qualcosa di diverso che va in contrasto con il suo comportamento di questi mesi.

"Possiamo parlare, per favore?" le chiedo facendole cenno di seguirmi.
"Lo stiamo già facendo, no?"
"Vuoi che ti trascini via con la forza?" L'idea non mi dispiacerebbe.

Sbuffa. Sembra soppesare le due opzioni e alla fine acconsente.

Le faccio strada fino al corridoio deserto che dalla sala porta alla hall.

"Che c'è?" mi chiede agitata
"Che c'è? Questo dovrei chiedertelo io. Che è successo?"
"Niente. Che cosa dovrebbe essere successo?"
"Lo sai. Mi eviti da gennaio, hai smesso di parlare con me senza alcuna ragione!" Le rispondo stringendo i denti. Sto davvero perdendo la pazienza.

Mi guarda per un momento e sospira come se dentro di lei stesse combattendo contro qualcosa.

"Non volevo disturbarti. Non sembrava ti bisognasse un'amica."
"A che cazzo ti riferisci? Ti ho cercata per settimane."

Non mi risponde, fissa il vuoto davanti a lei e questo mi urta all'inverosimile.

"Non dirmi che sono stati gli articoli che hanno scritto su di me?! Jo, non sono quelli, vero? Perché sarebbe ridicolo!"
"Ma figurati. Puoi fare tutto quello che vuoi. Non sono cose che mi riguardano."

Riderei se non fossi così esasperato dal suo comportamento.

"Sembri una fidanzata gelosa in questo momento."
"Come, scusa? Ti stai sbagliando."

"Perché mi hai baciato quella volta?"
"Perché tiri fuori questa storia?" mi chiede guadandosi intorno.
"Perché avevamo deciso così, ricordi? Ne avremmo parlato chiaramente quando ci saremmo visti di nuovo. Adesso rispondimi sinceramente: Perché. Mi. Hai. Baciato."

Not far enoughWhere stories live. Discover now